Charmante Folie, l’evento da Love Therapy a Milano: intervista con Natasha Kòstina e Marina de Bertoldi

Il cappello Love Therapy di Charmante Folie

Musica, colori, bella gente (gente bella dentro e fuori), un’atmosfera di frizzante giocosità. E a farla da padrone, le spettacolari creazioni di Charmante Folie: cappelli e pochette all’insegna della fantasia pura, opere d’arte dall’impronta onirica e surreale. Vi avevo promesso che avrei parlato dell’esposizione che Love Therapy ha dedicato al brand di Natasha Kòstina (rileggete qui l’articolo), e ogni promessa è debito. In questo post, dunque, accenderemo i riflettori sull’evento che si è tenuto lo scorso 16 Settembre nello showroom milanese del marchio – Love Therapy, appunto – fondato da Elio Fiorucci nel 2003: un marchio che, in un variopinto connubio di etica, inventiva e joie de vivre, porta avanti la rivoluzione dell’amore iniziata nel 1967 dal mitico designer. Charmante Folie, con le sue creazioni e la sua filosofia, si incastra alla perfezione nell’universo Love Therapy. Non è un caso che tra i mirabolanti cappelli in mostra ne spiccasse uno del tutto speciale: il copricapo Love Therapy, un tripudio di tulle e cuori frizzante come un calice di champagne; con questa creazione-scultura, Natasha Kòstina ha voluto omaggiare il brand che Fiorucci ideò nel terzo millennio. Ma a celebrare Love Therapy è stato anche un brano dal titolo omonimo, prodotto da Tempiinversi Production, che ha fatto da sottofondo all’evento milanese. La traccia, ritmatissima, è interpretata vocalmente dalla stessa Natasha Kòstina e dalla Contessa Pinina Garavaglia, grande estimatrice di Charmante Folie. Ho voluto saperne di più sul brand in questione e su Love Therapy, ed ho pensato di porre alcune domande a Natasha Kòstina e a Marina de Bertoldi, nipote di Elio Fiorucci nonchè Head of Design Office di Love Therapy. Per introdurre le due interviste, vi invito ad entrare nel mood del fantastico evento che ha visto protagonista Charmante Folie guardando il video qui di seguito!

 

 

CHARMANTE FOLIE: CREAZIONI COME OPERE D’ARTE. A TU PER TU CON NATASHA KOSTINA

Iniziamo con la tua formazione. Sei laureata in Economia e Commercio ma, in parallelo a questo corso di studi, hai frequentato un corso teatrale e preso parte al Club degli Allegri e dei Creativi, noto movimento performativo russo (ricordo ai nostri lettori che Natasha è nata a San Pietroburgo). Tra le due strade hai scelto la seconda: quando hai capito che volevi dedicarti interamente all’arte, nello specifico alla moda?

In realtà non mi piace dedicarmi solo ad un’attività, sento la necessità di cambiare e di fare più cose e completamente diverse allo stesso tempo. Mi considero una donna multitasking. Nella mia vita ho lavorato come economista, come modista e designer, come performer, e tenetevi forte…come chef in un ristorante italiano!

Come è nato il brand Charmante Folie?

Dopo anni di sperimentazione, prove, creazioni per me stessa, mi sentivo pronta a condividere le mie opere con il pubblico. Cercavo qualcosa che rappresentasse me e la mia arte. Così è nato il nome del brand Charmante Folie (Incantevole Follia).

 

I cappelli-scultura di Charmante Folie esposti nello showroom Love Therapy. In basso a destra, il copricapo che Natasha ha dedicato al marchio di Fiorucci oggi gestito da Floria Fiorucci, sorella di Elio, e dalla figlia di Floria Marina de Bertoldi

A cosa ti ispiri al momento di ideare le tue fiabesche creazioni?

Le idee compaiono chiare nella mia testa, ma non sapendo assolutamente disegnare ho la necessità (e la difficoltà) di materializzarle. Parto magari da un oggetto vintage, un pezzettino di stoffa o un’occasione speciale a tema come una festa in costume o uno spettacolo. L’idea è sicuramente molto più veloce della realizzazione, pensa che per alcuni cappelli e pochette ci sono voluti mesi…

 

 

I tuoi sono veri e propri cappelli-scultura, affiancati da pochette all’insegna dell’estro e di una straordinaria genialità creativa. Esiste un target ben preciso a cui ti rivolgi, a prescindere dal fatto che Charmante Folie è il marchio di fiducia dell’“immaginifica” Contessa Pinina Garavaglia?

“Audace ci piace!”. Il target di Charmante Folie ama non solo apparire, ma anche stupire in un modo fantasioso e giocoso. Per chi vuole essere unico come un’opera d’arte.

 

La Contessa Pinina Garavaglia, grandissima fan di Charmante Folie, all’evento del 16 Settembre

Cosa ci racconti di questa mostra dedicata alle tue opere d’arte, e come descriveresti il cappello che hai creato per Love Therapy?

Sono molto soddisfatta ed estremamente entusiasta di questo evento! Per me è un onore poter collaborare con un marchio storico milanese di così grande spessore. Ci tenevo molto a creare l’atmosfera magica in questa presentazione. Per mettere in risalto le mie opere ho creato anche un percorso musicale che secondo me rappresenta ed arricchisce l’emozione che l’opera stessa trasmette. Infatti grazie al producer Bitinjuice di Tempiinversi Record, abbiamo registrato il brano che accompagna il cappello Love Therapy con due featuring d’eccezione: la Contessa Pinina Garavaglia e la sottoscritta – Charmante Folie. Il concetto è molto semplice. L’idea mi è venuta subito quando ci siamo incontrate la prima volta con Floria Fiorucci (sorella di Elio) e Marina de Bertoldi, che ora gestiscono il marchio. Ho interpretato la visione di Elio Fiorucci dal mio punto di vista. Love Therapy è un inno al colore, alla felicità, all’amore per la vita. La bellezza secondo Elio è: “calore, fantasia, libertà, morbidezza, sensualità che non si lascia ingabbiare da superate regole estetiche“. Ecco perchè la versione Love Therapy by Charmante Folie è l’amore effervescente da prendere regolarmente.

 

Una panoramica delle creazioni-scultura di Natasha

 

LOVE THERAPY: UN PROGETTO D’AMORE INTRISO DI COLORATA CREATIVITA’. A COLLOQUIO CON MARINA DE BERTOLDI, NIPOTE DI ELIO FIORUCCI

Suo zio Elio Fiorucci è una figura leggendaria: ha rivoluzionato la moda con estro, ironia e giocosità, rendendola pop e “democratica”. La sua inventiva a briglia sciolta gli è valsa l’appellativo di “stilista della fantasia al potere”. Quali punti di contatto intravede tra le creazioni di Elio Fiorucci e quelle di Charmante Folie?

Crescere e lavorare assieme a mio zio è stato un continuo vortice di ispirazioni. Vedere nascere, per poi seguirne la direzione, del suo progetto di amore Love Therapy. Sono onorata di poter aggiungere alla sua ricerca maniacale per il bello, il divertente, e il mondo senza confini del Kitsch. In Charmante Folie vedo molte di queste cose e sono certa che le creazioni di Natasha lo avrebbero entusiasmato, perché ogni cappello, fascinator o borsetta è un mondo di fantasia e d’incanto, direi quasi magico.

 

Marina de Bertoldi

Cosa pensa del cappello Love Therapy, punta di diamante dell’esposizione dedicata al brand oltre che omaggio alla filosofia e alla visione di Elio Fiorucci?

Il cappello creato da Charmante Folie per Love Therapy interpreta con ironia e un pizzico di follia il significato delle due parole “Love Therapy” ovvero la terapia dell’Amore.

La Contessa Pinina Garavaglia, fedelissima alle creazioni-scultura di Charmante Folie, era una delle più grandi amiche di suo zio. Come ricorda quel rapporto?

Ricordo che tra la Contessa Pinina Garavaglia e Elio c’era grande affetto e stima reciproca. Entrambi hanno sempre condiviso un’apertura senza pregiudizi, rivoluzionaria al diverso e al creativo.

 

Marina insieme alla PR Enza Pietrangelo e alla Contessa Pinina Garavaglia

Love Therapy intreccia regolarmente collaborazioni all’insegna dell’inclusività con svariate realtà del panorama nazionale: penso ad esempio alla Cooperativa Alice, che si impegna nel reinserimento delle detenute introducendole al savoir faire sartoriale. Potrebbe dirci qualcosa in più rispetto a queste iniziative?

Love Therapy si occupa principalmente di licenze tramite le quali realizziamo collezioni, oggetti di design e accessori per grandi gruppi. Ciò nonostante, data la filosofia del nostro marchio sull’amore universale, ci occupiamo anche di creare progetti speciali che vanno a valorizzare valori importanti, così come faceva Elio. Per esempio, nel 2023, abbiamo creato una capsule collection con Cooperativa Alice, un’associazione che da anni si occupa di riabilitare le donne attraverso la sartoria sociale. Queste ragazze non solo imparano a cucire, ma riacquistano un’indipendenza socio-economica importantissima durante e dopo il loro periodo in carcere. Assieme ad Alice abbiamo esplorato l’importanza non solo della sostenibilità ambientale, ma anche quella della sostenibilità sociale. Infatti, gli abiti in cotone biologico sono 100% Made in Italy, anzi direi Made in Milan. Questo è stato un vero progetto d’ amore.

 

 

ll 6 Novembre si inaugurerà la grande retrospettiva che Triennale Milano dedica a Elio Fiorucci. Elio verrà raccontato ad ampio spettro, dal punto di vista creativo ma anche biografico, culturale e umano. Che può anticiparci di questo straordinario tributo organizzato in onore di suo zio?

Siamo molto contenti di partecipare e siamo onorati che Triennale, come una delle istituzioni più importanti di Milano, ospiti un tributo così esaustivo su Elio. Non vediamo l’ora di visitarlo!

 

Audio Player

E per concludere con ritmo, la traccia “Love Therapy” by Tempiinversi Production

 

Andy Warhol: in arrivo due mostre italiane che celebrano il re della Pop Art

BOLOGNA
Andy Warhol
Marylin, 1967
Serigrafia su carta, 91,40×91,40 cm
Eugenio Falcioni
© The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts
Inc. by SIAE 2018 per A. Warhol

Il 6 Agosto scorso, Andy Warhol avrebbe compiuto 90 anni. Quasi un secolo di genialità allo stato puro, eclettismo e visionarietà. Artista chiave del XX secolo, il re della Pop Art è un’ icona indiscussa: non stupisce, dunque, che le mostre a lui dedicate si susseguano. In Italia sono in procinto di inaugurarne due, finalizzate ad approfondire la sua opera e l’humus da cui prendeva vita. A Bologna, “Warhol & Friends. New York negli Anni ’80” esordirà il 29 Settembre ed avrà come location Palazzo Albergati: focalizzata su un contesto di gran fermento creativo, l’esposizione illustrerà attraverso 150 opere il decennio più esplosivamente edonistico del secolo scorso. A far da sfondo all’ iter sarà New York, culla di un’arte sorta in un roboante mix di mondanità, eccessi e trasgressione. Tutt’ altro che frivoli ad oltranza, gli anni ’80 hanno rappresentato l’ apice di un nuovo modo di creare: dal loro clima effervescente sono scaturite contaminazioni tra musica, cinema, arte e letteratura del tutto inedite, una filosofia “di rottura” che aveva come armi il colore e la sperimentazione. Protagonisti del milieu artistico dell’ epoca erano, oltre a Warhol, Jean-Michel Basquiat (del quale ricorre il trentennale della morte), Julian Schnabel, Keith Haring, Francesco Clemente e Jeff Koons, che a Bologna saranno presenti con alcune opere. Non potevano mancare, poi, i celebri scatti con cui Edo Bertoglio, fotografo della rivista warholiana “Interview”, ha immortalato le star più acclamate degli Eighties. Due nomi su tutti? Madonna e Grace Jones.

“Warhol&Friends. New York negli anni ‘80”
Dal 29 settembre 2018 al 24 febbraio 2019
Palazzo Albergati, Bologna

 

ROMA
Andy Warhol
Liz, 1964
Serigrafia su carta, 58,7×58,7 cm
Collezione privata, Milano
© The Andy Warhol Foundation for the Visual
Arts Inc. by SIAE 2018 per A. Warhol

Dal 3 Ottobre, a Roma, prenderà invece il via “Andy Wharol”, una mostra interamente dedicata al padre della Pop Art che verrà ospitata nell’ Ala Brasini del Complesso del Vittoriano.  Curata da Matteo Bellenghi, l’ esposizione ripercorre l’iter artistico di Warhol dalle origini. Da quelle serigrafie della Campbell’s Soup, cioè, che riprodotte in serie nel 1962 diedero l’ imprinting a tutta l’ opera del Maestro. Altre memorabili serie riguardarono Marilyn, Elvis Presley, la Coca Cola, che prima l’ America e poi il mondo intero assursero a vere e proprie icone pop. Le 170 opere in mostra “racconteranno” le intuizioni di un artista che ha segnato un turning point basilare non solo nell’ espressione visiva: la musica, il cinema e la moda sono state ugualmente rivoluzionate da un’ estetica che, per la sua originalità, si differenzia da qualsiasi modello precedente.  Anche Roma si accinge quindi a celebrare l’ artista che il 12 Novembre verrà omaggiato con l’ attesissima mega-retrospettiva “Andy Warhol – From A to B and Back Again” del Whitney Museum di New York.

“ANDY WARHOL”
dal 3 ottobre 2018
Complesso del Vittoriano – Ala Brasini, Roma

La mostra è organizzata da Arthemisia in collaborazione con Eugenio Falcioni & Art Motors srl

 

BOLOGNA
Andy Warhol – Campbell’s Soup, 1965
Serigrafia e polimeri, 91×61 cm
Museu Coleção Berardo, Lisbona
© The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc. by SIAE 2018 per A. Warhol

 

Photo courtesy of Arthemisia Press Office

 

 

“Christian Dior, couturier du reve”: la grande mostra che celebra i 70 anni della Maison

Christian Dior, Bar suit, Haute Couture, Spring-Summer 1947, Afternoon suit, Shantung jacket , Pleated corolla skirt in wool crêpe, Musée des Arts Décoratifs, UFAC
© Photo Les Arts Décoratifs / Nicholas Alan Cope

Sono trascorsi 70 anni da quando il New Look, nel secondo dopoguerra, rivoluzionò in toto la silhouette femminile. Era il 1947 e la collezione Primavera/Estate di Christian Dior, contrapponendo uno charme elegante alle austerità imperanti durante il conflitto bellico, riscosse un successo tale da far sì che Parigi fosse ribattezzata “capitale della moda internazionale”. Da allora, la Maison Dior ha conosciuto un’ epopea di invariato splendore che in occasione del suo 70mo viene celebrata da una retrospettiva parigina: “Christian Dior, couturier du reve” è appena stata inaugurata presso il Musée des Arts Décoratifs e sarà visitabile fino al 7 Gennaio 2018. La mostra approfondisce ad ampio spettro l’ universo Dior, ripercorrendo il percorso inaugurato da Monsieur Christian fino ad approdare ai suoi illustri successori; il tributo è in grande stile, forse il più maestoso mai dedicato alla Maison. Agli oltre 300 abiti di Haute Couture selezionati viene affiancato, infatti, il fitto patrimonio intangibile costituito dalle emozioni, dalle storie di vita, dalle affinità e dalle ispirazioni, un heritage insostituibile documentato attraverso documenti, tele d’atelier, fotografie, schizzi, illustrazioni e reperti pubblicitari oltre che da accessori come i cappelli, le scarpe, le borse e dagli storici profumi Dior.

Christian Dior, Opéra Bouffe gown, Haute Couture, Fall-Winter 1956, Aiman line Short evening gown in silk faille by Abraham, Paris, Dior Héritage
© Photo Les Arts Décoratifs / Nicholas Alan Cope *

A dare il via al percorso espositivo, un approfondimento biografico sul “couturier du reve”: l’ infanzia a Grenville, gli Anni Ruggenti trascorsi in una Parigi effervescente dove inaugurò una galleria d’Arte, gli inizi nella Haute Couture come illustratore vengono evidenziati al pari delle sue passioni. L’ arte fu, senza dubbio, l’ amore principale di Christian Dior. Lo rivela il feeling che instaurò con nomi del calibro di Giacometti, Max Jacob, Dalì, Leonor Fini, Jean Cocteau e moltissimi altri habitué della galleria, ma anche la cospicua serie di dipinti, arredi, sculture, oggetti di antiquariato e d’arte esposti ad avvalorare la sua inclinazione. I curatori Florence Muller e Olivier Gabet hanno organizzato un excursus cronologico e tematico che si estende nei 3000 mq del Museo con dovizia di particolari: “raccontare” la Maison Dior significa anche, naturalmente, non tralasciare il prezioso ruolo che le creazioni fur di Frédéric Castet, i beauty look di Serge Lutens, Thyen e Peter Philips e le fragranze di François Demachy hanno rivestito nel forgiare la sua estetica. Fondamentale è poi lo spazio dedicato ai couturier che, dal 1957 (anno in cui Christian Dior morì improvvisamente) ad oggi, hanno portato avanti il suo heritage. Le creazioni di Yves Saint Laurent, Marc Bohan, Gianfranco Ferrè, John Galliano, Raf Simons e Maria Grazia Chiuri vengono omaggiate  in 6 gallerie che evidenziano le loro rispettive riletture di uno stile ormai leggendario.

Maria Grazia Chiuri for Christian Dior, Essence d’herbier cocktail dress, Haute Couture, Spring-Summer 2017, Ecru fringe cocktail dress, floral raffia and thread embroidery adomed with Swarovski crystals, derived from a Christian Dior original
© Photo Les Arts Décoratifs / Nicholas Alan Cope *

Quando il New Look trionfò, si impose una moda dai codici del tutto inediti: la linea a corolla, che sottolineava la vita e amplificava le gonne a dismisura, esaltava una nuova femminilità. Le spalle si arrotondavano dolcemente, il busto risaltava grazie a bar jacket aderenti e gli accessori – cappello, borsa, guanti – si tramutavano in parte integrante della mise. Al razionamento dei tessuti tipico della Seconda Guerra Mondiale venivano sostituite stoffe in metratura extra, la donna si riappropriava del gusto di abbigliarsi e di esibire glamour allo stato puro. La passione per l’arte e per l’ antiquariato divenne, per Christian Dior, sommo leitmotiv ispirativo: se ne rinvengono tracce sia nel design che nei pattern decorativi. Dal 1957 ad oggi, i couturier che gli sono succeduti hanno reinterpretato la sua cifra stilistica attingendo ai più svariati spunti. La raffinata audacia di Saint Laurent, lo chic lineare di Marc Bohan, le suggestioni architettoniche di Gianfranco Ferrè, la Punk couture teatrale di John Galliano, il rigoroso minimal di Raf Simons e il femminismo luxury di Maria Grazia Chiuri vengono analizzati, nella mostra, tramite outfit tanto splendidi quanto significativi.

John Galliano for Christian Dior, Shéhérazade ensemble, Haute Couture, Spring-Summer 1998 Evening ensemble , Ballets-Russes-inspired kimono, pyramid line with large silk velvet funnel collar, appliqué décor, embroidery and incrustation of Swarovski crystals, Long double satin sheath dress, Paris, Dior Héritage © Photo Les Arts Décoratifs / Nicholas Alan Cope *

A concludere l’ esposizione, la navata centrale si tramuta in sala da ballo per accogliere un novero di evening dress spettacolari. Alcuni di essi sono stati indossati da VIP del calibro della Principessa Grace di Monaco, Lady Diana Spencer, Charlize Theron e Jennifer Lawrence, affascinanti figure chiave dell’ iconografia Dior. Altre creazioni, sono per la prima volta visibili a Parigi. Tutti gli abiti contribuiscono, mirabilmente, ad illustrare la storia mitica di una Maison che del glamour ha fatto il suo emblema più sublime.

Gianfranco Ferré for Christian Dior, Palladio dress, Haute Couture, Spring-Summer 1992, In Balmy Summer Breezes line, Long embroidered and pleated white silk georgette sheath dress Paris, Dior Héritage © Photo Les Arts Décoratifs / Nicholas Alan Cope *

“CHRISTIAN DIOR, COUTURIER DU REVE”

Una mostra a cura di Florence Muller e Olivier Gabet con lo sponsor di Swarovski

Dal 5 Luglio 2017 al 7 Gennaio 2018

c/o Museé des Arts Décoratifs

107, Rue de Rivoli

Parigi

Per info: www.lesartsdecoratifs.fr

 

Raf Simons for Christian Dior, Haute Couture, Fall-Winter 2012
¾-length yellow duchess satin evening dress with Sterling Ruby SP178 shadow print, Paris, Dior Héritage, © Photo Les Arts Décoratifs / Nicholas Alan Cope *

Yves Saint Laurent for Christian Dior, Bonne Conduite dress, Haute Couture,
Spring-Summer 1958, Trapèze line, Smock dress in speckled wool by Rodier, Paris, Pierre Bergé – Yves Saint Laurent Foundation © Photo Les Arts Décoratifs / Nicholas Alan Cope *

Marc Bohan for Christian Dior, Gamin suit, Haute Couture, Fall-Winter 1961, Charme 62 line,Tweed suit, Short double-breasted jacket, Trapeze skirt and matching scarf Paris, Dior Héritage © Photo Les Arts Décoratifs / Nicholas Alan Cope *

Photo courtesy of Musée des Arts Décoratifs