Chi dice fiore, dice colore

 

Mi chiedi perché compro riso e fiori? Compro il riso per vivere e i fiori per avere una ragione per cui vivere.
(Confucio)

 

Fiori, tanti, ovunque, e colori, intensi o tenui ma rigeneranti e forieri di nuove speranze. E’ una tendenza che non va tanto seguita, bensì fatta propria, adottata come riferimento o motivo ispiratore. Non è un caso che sulle passerelle della Primavera Estate 2025 abbia sfilato un autentico tripudio floreale: girasoli da Bottega Veneta, gigli da Issey Miyake, orchidee da Dries Van Noten; i fiori spopolano e, come suggerito anche da MyVALIUM, si integrano nel make up e intrecciano tra i capelli. I colori si muovono lungo la stessa traiettoria. Il nero viene soppiantato da cromie gioiose e rivitalizzanti, un cocktail di Primavera composto da miriadi di sfumature: verde, arancio, azzurro, menta, rosa, giallo burro, viola, lilla…una tavolozza che trionfa per il suo ottimismo, per la sua vivacità. Perchè il “think pink” è troppo riduttivo per combattere il grigiore; ciò che serve, è un caleidoscopio di colori.

 

Aprile

 

Aprile mette uno spirito di gioventù in ogni cosa.
(William Shakespeare)

 

Caratteristiche

Con il mese di Aprile, la Primavera entra nel pieno del suo splendore. L’abbiamo inaugurato spostando un’ora in avanti le lancette dell’orologio: grazie all’ora legale, vivremo serate sempre più lunghe e inondate di luce. Anche se la Primavera, in questi giorni, fatica ad arrivare, la sua magia aleggia nell’aria. Gli alberi sono in fiore, i prati si riempiono di margherite; la natura ha già iniziato il suo percorso di rinascita, e quando il clima sarà più mite, le attività all’aria aperta torneranno a donarci tutto il relax e l’entusiasmo necessari per ricominciare a vivere proiettati verso l’esterno, in senso stretto e figurato. Perchè la Primavera ci invita ad aprirci, a intrecciare relazioni, a ripristinare la connessione con il mondo…ad abbracciare il cambiamento.

Storia

Nel Calendario Gregoriano, Aprile è il quarto mese dell’anno. E’ composto di 30 giorni e il suo nome proviene dalla lingua dei misteriosi Etruschi: “Apro” derivava da Afrodite, la dea greca dell’amore, della bellezza e della fecondità; a lei veniva dedicato il mese del ritrovato splendore della natura. Un’altra interpretazione colloca nel latino “aperire”, ossia “aprire”, le radici del nome Aprile. Il verbo si sarebbe riferito al periodo in cui sbocciano (si “aprono”) i fiori. Per il Calendario Romano, che iniziava a Marzo, Aprile era il secondo mese dell’anno. Nell’antica Roma, in questo mese abbondavano le feste e i rituali che inneggiavano alla fertilità della natura.

Segni zodiacali

Fino al 20 Aprile siamo sotto il segno dell’Ariete, il 21 il Sole entra nel segno del Toro.

Ricorrenze

ll primo giorno del mese è dedicato al “pesce d’Aprile”, perciò viene trascorso all’insegna di scherzi e burle. Il 20 di quest’anno verrà festeggiata la Santa Pasqua, mentre il 21 ricorrerà la festività del lunedì dell’Angelo, che commemora il giorno in cui l’Angelo si manifestò alle donne in visita al sepolcro di Gesù.

Colore

Il mese di Aprile viene quasi unanimemente identificato con il color lilla, una nuance romantica e sognante. Un gran numero di fiori primaverili vanta petali di questa tonalità: il lillà, ma anche il glicine, l’ortensia, la pervinca, la passiflora, l’iris…Il lilla profonde attorno a sè un alone di magia, è la sfumatura fatata che ci addentra nel cuore della Primavera.

Pietra Preziosa

Un mese così ricco di bellezza non poteva che essere rappresentato dalla pietra preziosa per eccellenza: il diamante. Il suo nome deriva da “adamas”, “indistruttibile” in greco antico, e non è un caso, dato che viene considerato la pietra più dura del mondo. Contraddistinto da uno splendore abbagliante, il diamante simbolizza una forza indomita paragonata, non di rado, all’amore eterno. Questa pietra è indissolubilmente legata a un celebre slogan della De Beers, “un diamante è per sempre”, e all’iconica apparizione di Marilyn Monroe nel film “Gli uomini preferiscono le bionde” (1953) di Howard Hawks, dove canta il brano cult “Diamonds are a girl’s best friends”.

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Giallo, il colore di Marzo

 

Personalmente non associo il mese di Marzo al giallo, ma dai più viene considerato il suo colore ufficiale. Sicuramente per la luminosità, la vivacità che rievoca il ritorno della luce, perchè emana energia e vitalità. Secondo la psicologia del colore, il giallo simboleggia l’aprirsi alla vita e il dissolvimento di ogni tensione. Questa tonalità viene da sempre connessa alle emozioni positive e alla positività. Nel caso del mese di Marzo, il riferimento al sole è ovvio; ma non dimentichiamo che anche la mimosa, il fiore della Festa della Donna, sfoggia un giallo brillante. Il giallo è un colore che non passa inosservato. Tecnicamente viene annoverato tra i colori primari sottrattivi accanto al magenta e al ciano, e sommato al blu (il suo colore complementare) dà origine a un bianco abbagliante. In natura è molto presente: oltre alla mimosa, fiori come il narciso, il girasole, il narciso e il tarassaco esibiscono petali di un giallo intenso. I frutti gialli sono numerosissimi: basti pensare alla banana, al limone, alla papaya, alla carambola, all’ananas e alle susine gialle, solo per citarne alcuni. Il legame tra Marzo e il giallo si ispira alla potenza della rinascita, all’inizio di un nuovo ciclo generalmente vissuto con ottimismo e speranza. Non va trascurato, tuttavia, che il giallo viene anche associato a connotazioni negative: l’abito che indossa Giuda Iscariota è giallo; la teoria umorale di Ippocrate di Coo, che attribuisce il benessere fisico a una perfetta armonia tra i quattro fluidi corporei, collega il giallo alla bile e quindi alla collera, alla rabbia e all’invidia.

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Marzo

 

Marzo: mese di attesa.
Le cose che ignoriamo
Sono in cammino.
(Emily Dickinson)

 

Caratteristiche

Oggi diamo il benvenuto a Marzo, il mese che segna la fine dellInverno. La bella stagione, quest’anno, entrerà ufficialmente il 20 Marzo, data dell’Equinozio di Primavera. Il mese di Marzo ha 31 giorni e il Calendario Gregoriano lo posiziona al terzo posto tra i dodici mesi dell’anno. Il tempo è incerto, a volte propende più verso l’Inverno, altre verso la Primavera. Il clima si fa mite, cominciano le prime fioriture: sbocciano le margherite, le camelie, i gelsomini, le primule, il glicine, i narcisi e le viole. I rami degli alberi, non più nudi e scheletrici, iniziano a riempirsi di gemme; dapprima si schiudono quelle del mandorlo; lo seguono a ruota il ciliegio, il pesco, l’albicocco, la magnolia e la mimosa. La natura si risveglia tingendosi, a poco a poco, di una tavolozza di colori.

Storia

Marzo, nel Calendario Romano, era il primo mese dell’anno. Il suo nome proviene da Martius, Marte in latino: era proprio il dio della guerra, nell’antica Roma, ad essere associato al periodo della rinascita della natura. Ciò avveniva in quanto a Marzo, per i romani, iniziava la stagione della guerra.

Segni zodiacali

Fino al 20 Marzo il Sole è nel segno dei Pesci, poi entra nell’Ariete.

Ricorrenze

L’8 Marzo si festeggia la Giornata Internazionale della Donna; il 19, in concomitanza con la solennità di San Giuseppe Lavoratore, è la Festa del Papà. Il 20 Marzo, precisamente alle 10.01, l’Equinozio di Primavera sancirà l’arrivo della bella stagione.

Colore

Alcuni lo associano al giallo per via della mimosa, il fiore ufficiale dell’8 Marzo, altri al verde, che rimanda a quello dei prati in fiore.

Pietra Preziosa

La gemma di Marzo è l’acquamarina, un berillo di un azzurro sognante e onirico che ricorda le profondità del mare: anticamente, i marinai reputavano l’acquamarina di buon auspicio sostenendo che era in grado di placare le onde del mare in burrasca. Era considerata, dunque, una pietra preziosa dai poteri magici e dall’immenso valore.

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Gennaio e i suoi proverbi

 

Gennaio e la saggezza popolare: come possiamo immaginare, sono moltissimi i proverbi riferiti al cuore dell’Inverno. Nel periodo di riposo della terra, quando la neve cade copiosa e il gelo cristallizza la natura in scheletrici arabeschi, si arresta qualsiasi attività agricola. Il suolo, ricoperto di ghiaccio, diventa una distesa arida e priva di vita. In un simile contesto è comprensibile che, anticamente, le popolazioni agresti identificassero l’Inverno con la morte: i mesi freddi trascorrevano in attesa della rinascita primaverile. Da questa condizione sono scaturiti proverbi per la maggior parte  inerenti alla produzione agricola e a tutti gli elementi che potessero influenzarla, sia nel bene che nel male. Non è un caso che tali detti fossero impregnati di superstizione: concentravano in pochi versi, ma di forte impatto, gli ammonimenti per l’intera comunità. Ne riporto alcuni qui di seguito.

 

 

Freddo e asciutto di Gennaio, empiono il granaio

 

 

A mezzo Gennaio, mezzo pane e mezzo pagliaio

 

 

Il buon Gennaio fa ricco il massaio

 

 

Felice il bottaio che pota in Gennaio

 

 

Non v’è gallina o gallinaccia che di Gennaio uova non faccia

 

 

A Gennaio: sotto la neve pane, sotto la pioggia fame

 

 

Primavera di Gennaio reca sempre un grande guaio

 

 

Gennaio fa il ponte e febbraio lo rompe

 

 

A Gennaio tutti i gatti nel gattaio

 

 

Quando canta il pigozzo (picchio) di Gennaio, tieni a mano il pagliaio

 

 

Freddo di gennaio, gela la pentola nel focolaio

 

 

Se Gennaio sta in camicia, marzo scoppia dalle risa

 

 

Chi vuole un buon agliaio, lo ponga di Gennaio

 

 

Gennaio ingenera, febbraio intenera

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Novembre

 

L’anno è prossimo alla fine. Ottobre è il suo cielo al tramonto, novembre il tardo crepuscolo.

(Henry David Thoreau)

 

Caratteristiche

Novembre è il mese delle brume, dei primi freddi, della notte che arriva sempre più presto. I colori straordinari del foliage hanno lasciato il posto al nero dei rami scheletrici. L’Autunno è in dirittura di arrivo, pronto a dissolversi tra poco più di un mese. Composto da trenta giorni, Novembre esordisce con la solennità di Ognissanti e della Commemorazione dei Defunti.  E’ conosciuto come “mese dei morti” proprio per questa ricorrenza, celebrata il 2 Novembre, ma anche per le sue cupe atmosfere: la natura si assopisce profondamente, obbedendo al ciclo di morte e di rinascita che la contraddistingue; l’oscurità predomina, preparandosi a raggiungere il suo apice con il Solstizio d’Inverno. In un simile contesto di grigiore si inserisce, inaspettatamente, l’“estate di San Martino”, una serie di giornate tiepide e assolate che precedono l’11 Novembre, data della festa dedicata a Martino di Tours.

Storia

Il suo nome deriva da November, che in latino ha le sue origini in novem: nel Calendario Romano, che iniziava a Marzo, Novembre era infatti il nono mese dell’anno.

Segni zodiacali

Lo Scorpione domina la scena fino al 22 Novembre, poi è la volta del Sagittario, che viene seguito dal Capricorno il 22 Dicembre.

Ricorrenze

Novembre si apre con la solennità di Ognissanti. Il 2 viene celebrata la Commemorazione dei Defunti, l’11 la festa di San Martino, vescovo di Tours: questa ricorrenza, detta anche “festa dei cornuti” in virtù di alcune antiche usanze popolari (rileggi qui l’articolo che VALIUM le ha dedicato), coincide tradizionalmente con la degustazione del vino novello, che viene abbinato a tipici piatti autunnali.

Colore

Il colore di Novembre è il viola, intenso e mistico, perfetto per rispecchiare la suggestività di questo mese.

Pietra Preziosa

Non una, bensì due pietre sono associate al mese di Novembre: il topazio e il citrino. La prima, declinata in un’innumerevole varietà di colori, aveva il potere di allontanare gli incantesimi; la seconda, contraddistinta da una nuance di giallo a metà tra il giallo oro e il giallo limone, era una sorta di scudo contro i pensieri negativi.

 

Foto via Unsplash

 

Torna la Luna Piena dei Fiori, che stasera splenderà accanto alla fulgida Antares

 

Con la speranza che il maltempo ci dia tregua, oggi potremo assistere a uno spettacolo astronomico che ogni anno ci lascia senza fiato: la Luna Piena dei Fiori si prepara a stupirci con tutto il suo splendore. Alle 15.53 raggiungerà la fase di piena, ma in quel momento la luce del giorno renderà pressochè impossibile distinguerla. Potremo però ammirarla stasera, sempre che le nuvole non ingombrino il cielo. Sarà facile notarla, in assenza di nubi: è visibile a occhio nudo. Si posizionerà nella costellazione dello Scorpione, perfettamente individuabile sull’orizzonte Sud Est. Non troppo lontano brilla Antares, la stella più fulgida del gruppo. Per osservare al meglio questo suggestivo evento, è consigliabile contemplare la Luna Piena dei Fiori sin dal momento in cui sorge; sarebbe opportuno trovarsi in un luogo che offra un’ampia visuale sull’orizzonte.

 

 

Ma perchè è chiamata “Luna Piena dei Fiori”? Ancora una volta, come nel caso di molti pleniluni, l’origine del nome viene attribuita alle antiche tribù dei nativi americani; pare che a denominarla così furono infatti gli Algonchini. I fiori fanno riferimento alla rinascita della natura, un concetto ricorrente in tutti gli appellativi che le sono stati affibbiati: gli Apache l’avevano ribattezzata Luna delle Foglie Verdi, i Mohawk Luna della Grande Foglia, gli Anishnaabe Luna in Fiore, mentre per altre tribù era la Luna delle Madri, della Lepre, dell’ Erba, del Latte e della semina del Mais. Questi ultimi due nomi rimandano alla stagione in cui il plenilunio appare; a Maggio la varietà delle erbe presenti nei pascoli permette ai bovini, i caprini e gli ovini di produrre un latte estremamente nutriente, mentre il mais viene seminato proprio a cavallo tra Maggio e Giugno.

Foto dei nativi americani: Boston Public Library via Unsplash

 

Aprile, il look del mese

 

Per rappresentare Aprile, scegliere il rosa e un tripudio di fiori non è scontato: la Primavera ispira leggerezza, si associa ai colori tenui e allo spettacolo della fioritura. Questo abito di Ermanno Scervino concentra in sè tutti gli elementi sopra citati. Ha una gonna ad anfora ma fluida, in impalpabile chiffon, che danza con i movimenti del corpo. Il corpetto, aderente, ha un accenno di scollatura a cuore ed è cosparso di applicazioni floreali che si insinuano anche tra le pieghe dello chiffon. Sotto le applique di fiori, un ricamo ne riproduce le fattezze sulla trasparenza del tessuto.

 

 

Il colore dell’abito non poteva che essere il rosa, più carico per il bustino e decisamente etereo per la gonna “danzante”. Dopotutto, è tempo di Hanami: in Giappone il rito di ammirare i ciliegi in fiore è in pieno svolgimento, e il rosa è il colore che lo contraddistingue. Rosa come i sakura del Paese del Sol Levante, dunque, rosa come la Primavera. E a completare questo look, non a caso, sono dei sandali con un tacco vertiginoso e un altissimo plateau. Il colore? Rosa, naturalmente. Per celebrare la tonalità più magica che inaugura la bella stagione.

 

 

Aprile

 

“Quando Aprile con le sue dolci piogge ha penetrato fino alla radice la siccità di Marzo, impregnando ogni vena di quell’umore che la virtù di dar ai fiori, quando anche Zeffiro col suo dolce flauto ha rianimato per ogni bosco e ogni brughiera i teneri germogli, e il nuovo sole ha percorso metà del suo cammino in Ariete, e cantando melodiosi gli uccelletti che dormono tutta la notte ad occhi aperti la gente è allora presa dal desiderio di mettersi in pellegrinaggio.”

(Geoffrey Chaucer)

 

Arriva Aprile, e l’aria si fa improvvisamente tiepida. I fiori sbocciano nei prati e sui rami, in campagna viene piantata la quasi totalità delle sementi. La sera, complice anche l’ora legale, scende sempre più tardi. Aprile, insieme a Maggio, è uno dei due mesi centrali della Primavera. Le origini del suo nome sono controverse. C’è chi afferma che derivi da “Apro”, un termine etrusco proveniente da “Afrodite”, il nome che i Greci avevano dato alla dea della bellezza e dell’amore: non a caso, il mese di Aprile le era stato dedicato. Altri, invece, fanno risalire Aprile al verbo latino “aperire”, ovvero “aprire”, un chiaro riferimento al fenomeno della fioritura che avviene proprio in questo periodo. Nell’ antica Roma, dato che l’anno iniziava a Marzo, Aprile veniva subito dopo. La Primavera esplodeva in tutto il suo fulgore, e la rinascita veniva festeggiata con rituali che inneggiavano alla fertilità e al risveglio della natura. A causa dei cambiamenti climatici, oggi, il meteo di questo mese è piuttosto imprevedibile: al freddo può alternarsi un caldo anomalo, alla pioggia il sole. Certo è che le temperature sono già salite di qualche grado; non ci resta che osservare pazientemente l’evoluzione delle condizioni atmosferiche. Parlando di ricorrenze, Aprile esordisce con la tradizione globale del “Pesce d’Aprile” e prosegue di solito con la Pasqua, che essendo una festa mobile, però, non cade sempre lo stesso giorno. Quest’anno, ad esempio, è stata celebrata il 31 Marzo. Il 25 Aprile, invece, viene festeggiata la liberazione dell’Italia dal nazifascismo. I segni zodiacali del mese di Aprile sono l’ Ariete e il Toro, il suo colore è il verde (verde menta per i modaioli), la pietra a cui si associa è il diamante: candido e lucente, simbolizza la purezza ma anche la forza. Il suo nome, infatti, deriva da “adamas”, “invincibile” in greco.

 

Foto via Pexels, Pixabay, Unsplash

 

Pasqua, una solennità ricca di simboli

 

Giovedì abbiamo parlato dell’uovo, ma la Pasqua è una solennità piena zeppa di simboli che affondano le loro radici nella religione, nella cultura e nel folklore. La Resurrezione di Cristo, avvenuta tre giorni dopo la sua sepoltura, rappresenta la festività più importante del Cristianesimo: con il passar dei secoli si è andata ammantando, quindi, di molteplici connotazioni simboliche. Di alcuni di questi emblemi si sono perse le origini, mentre altri sono diventati così celebri da essere dati per scontati. Facciamo un po’ di chiarezza e addentriamoci nella ricca iconografia pasquale.

 

L’agnello

 

Simbolizza il sacrificio di Gesù, che ha dato la vita per l’uomo. La tradizione di mangiare agnelli risale alla Pasqua ebraica, il cui nome, Pesah, indicava originariamente la liberazione, ad opera di Mosè, dai lunghi anni di schiavitù che gli Ebrei sperimentarono in Egitto. Fu Mosè, infatti, a guidare il loro esodo verso la Terra promessa. Durante la Pasqua ebraica era tassativo cibarsi degli agnelli per commemorare la salvezza: quando Dio inviò l’ultima piaga, che uccise ogni primogenito egiziano, gli Ebrei (su direttive di Mosè) sacrificarono degli agnelli. Li mangiarono insieme al pane azzimo e tinsero gli stipiti delle porte con il loro sangue. In questo modo, Dio avrebbe potuto riconoscere le loro dimore e risparmiare i loro primogeniti.

 

La campana

 

Il giorno di Pasqua, le campane suonano festosamente per celebrare la Resurrezione di Gesù. Il loro suono comunica gioia, simboleggia la gloria di Gesù risorto. Il Venerdì Santo, invece, giorno della morte di Gesù, le campane suonano a lutto.

 

La colomba

 

Simboleggia la Pace, ma anche lo Spirito Santo, ovvero il Terzo Membro della Santissima Trinità. La Colomba è una figura strettamente legata al Diluvio Universale. Quando il Diluvio si placò, Noè ordinò a una colomba di volare fuori dall’ Arca. La terza volta che lo fece, la colomba tornò con un ramoscello d’ulivo nel becco. Per Noè fu un chiaro simbolo della riconciliazione tra Dio e l’uomo. La colomba divenne quindi un emblema di Pace e della rinascita di Gesù, che si immola sulla croce per la nostra Redenzione: Gesù auspica un mondo all’insegna della Pace e della comunione tra gli uomini. All’inizio del XX secolo, la forma di una colomba cominciò a identificare il dolce pasquale per eccellenza.

 

Il coniglio

 

La lepre, con l’avvento del Cristianesimo, era un simbolo di Cristo. Questo animale infatti non ha una tana, in Primavera vaga liberamente nel bosco. E Cristo si era definito privo di una dimora, di un luogo che lo ospitasse, che gli garantisse il dovuto riposo. Il coniglio vero e proprio, in particolare il coniglio bianco, è una figura molto presente nei paesi del Nord Europa e in quelli anglosassoni (se vuoi saperne di più, rileggi qui l’articolo che VALIUM gli ha dedicato): viene chiamato Easter Bunny e ha il compito di distribuire ai bambini le uova di cioccolato. Probabilmente il coniglio, essendo un animale molto prolifico e che fa la muta in Autunno e in Primavera, divenne un emblema di rinnovamento e di rinascita.

 

La croce

 

All’epoca dell’Impero Romano, una croce di legno veniva utilizzata per dare la morte ai condannati: li si crocifiggeva infliggendo loro un supplizio che provocava una lenta agonia. A rendere ancora più atroce il tormento era la flagellazione che lo predeceva. Gesù venne condannato a morte per crocifissione in quanto la Palestina, all’epoca, faceva parte dell’Impero Romano d’Oriente. Quando Gesù risorse, i credenti cristiani assursero la Croce a simbolo della loro religione e tramutarono quello strumento di tortura in un potente emblema di fede.

 

Il fuoco

 

Con il fuoco che tradizionalmente arde davanti alle chiese la notte di Pasqua, viene acceso il cero pasquale. E’ un rito molto importante a cui i fedeli assistono in massa: il fuoco simboleggia, la vita, la luce, il calore che sconfiggono la morte, l’oscurità e il gelo, ma anche il rinnovamento dello spirito e la luminosità che ci guida verso lo splendore eterno.

 

L’acqua

 

In questo caso, l’acqua è quella del fonte battesimale: durante la veglia pasquale, infatti, si celebra un gran numero di battesimi. L’acqua ha una valenza purificatrice, e il battesimo è un momento di passaggio dal buio alla luce. Battezzandosi si diventa figli di Dio, si abbraccia la luce e si lasciano le tenebre del peccato alle spalle. Con il battesimo rinasciamo a vita nuova proprio come Gesù è morto e risorto.

 

L’ulivo

 

Quando la colomba dell’ Arca ritornò da Noè con un ramoscello di ulivo nel becco, Noè capì subito che l’ira di Dio nei confronti degli uomini era terminata. Il Diluvio Universale si era concluso, la Terra poteva ricominciare a popolarsi. L’ulivo, dunque, divenne un emblema di pace. La Domenica delle Palme, quella che precede la Pasqua, i rami d’ulivo vengono benedetti in ricordo dell’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, dove venne salutato da una folla entusiasta che agitava rami di palma e ulivo.

Foto via Pexels e Unsplash