Quando il giardino è da sogno: il Cottage Garden

 

Il bello del giardinaggio: le mani nello sporco, la testa baciata dal sole, il cuore vicino alla natura. Coltivare un giardino non significa nutrire solo il corpo, ma anche l’anima.
(Alfred Austin)

 

Maggio è il mese ideale per immergersi negli scenari da sogno che offre la natura. Uno di questi è senz’altro il giardino, ma un giardino molto particolare: il Cottage Garden tipicamente inglese. Ricordate l’articolo sulle Cotswolds che ho pubblicato due anni fa per la serie “Il luogo”? (potete rintracciarlo qui) Bene. In quelle zone, situate nel cuore dell’Inghilterra, potete ammirare molteplici esempi di Cottage Garden, il giardino che circonda i tradizionali cottage locali. Ma quali sono le sue caratteristiche? Innanzitutto, quella di affiancare gli ortaggi e gli alberi da frutto alle più disparate specie floreali. Non dimentichiamo che il Cottage Garden è un giardino di campagna, tenuto cioè a soddisfare requisiti in linea con le esigenze agresti. Potremmo quindi definirlo felicemente un “ibrido”, un po’ orto e un po’ giardino: nemmeno un briciolo del suo fascino ne verrà intaccato. Le sue radici affondano nell’800, quando il giardinaggio si tramutò in un’autentica passione per i cittadini d’Oltremanica. Anteriormente a quel periodo le case coloniche erano dotate di un “kitchen garden”, un orto sul retro circondato da alte mura; quel piccolo spazio si tramutò in un giardino in seguito all’ internazionalizzazione del commercio di frutta e verdura. Le piante e i fiori venivano scrupolosamente selezionati dalla padrona di casa, che valutava il loro potenziale ornamentale: la cura del giardino cominciò ad incarnare uno stile di vita che si impose definitivamente durante l’età vittoriana.

 

 

La seconda particolarità di un Cottage Garden è che è un giardino “in stile libero”: fiori, arbusti, bulbi, piante rampicanti, perenni e annuali compongono un variopinto mix. Questa varietà è uno dei suoi punti di forza, perchè risulta di straordinario impatto visivo. Ne mette in risalto, inoltre, la meraviglia e l’estro, che combina il verde con i più vivaci colori.

 

 

Per creare un Cottage Garden da sogno, andrebbero tenuti presenti questi aggettivi: idilliaco, romantico, campestre. La mescolanza di specie vegetali è il suo tratto distintivo, ma va realizzata in modo armonico. E soprattutto ragionato, tenendo conto dei bisogni delle piante; la corretta esposizione solare per esempio, o l’ideale tipologia di terreno. Il Cottage Garden è delimitato da uno steccato che, volendo, può essere tinteggiato con dei bei colori. La combinazione di piante e fiori dovrebbe essere attentamente ponderata anche dal punto di vista cromatico: alcune tonalità danno il meglio di sè, se abbinate tra loro. Per quanto riguarda i fiori, un valore aggiunto è costituito dal profumo. Tutto ciò che è insolito, stravagante e originale dona una marcia in più al giardino; gli archi di fiori, i pergolati, una fontana laddove non ce l’aspetteremmo catturano e deliziano l’occhio. Non è raro che, nei Cottage Garden più ampi, siano presenti dei corsi d’acqua o degli stagni che esaltano la meraviglia del luogo. Molto importanti sono anche i percorsi, i sentieri che attraversano lo spazio verde: solitamente si presentano sinuosi e si inoltrano con suggestività nella vegetazione. Un must assoluto è la presenza di rose rampicanti che decorano la facciata del cottage. Naturalmente, la cura riposta nella creazione di questa magnifica area deve risultare invisibile. Il Cottage Garden, oltre che alla natura, è un’ode alla naturalezza e alla spontaneità.

 

 

Quali piante e fiori scegliere, concretamente, per ornare il giardino di un cottage? Il mood rurale che lo pervade ci impone innanzitutto di includere dei fiori di campo: via libera all’aster, all’echinacea e all’helenium, poichè rievocano la margherita, così come ai papaveri, le campanule, i fiordalisi. Estremamente scenografici risultano il geranio, il garofano, l’achillea, l’alcea rosea; l’apice del fascino viene raggiunto però dalle rose, sia arbustive che rampicanti, insieme alle ortensie e alle peonie. I bulbi non mancano mai, nel Cottage Garden: predominano i muscari, i crocus, i narcisi, i tulipani, e abbondano le dalie e i gladioli.

 

 

Oltre che alle rose, nel Cottage Garden troviamo rampicanti splendidi come il glicine, il gelsomino, l’edera, la bignonia. Il girasole, la bocca di leone e l’anemone, il “fiore del vento”, donano un tocco di colore in più. La lavanda rapisce l’olfatto con il suo straordinario profumo. Tra le piante arbustive figurano invece il lillà, l’abelia e il rododendro.

 

 

Gli alberi presenti con maggior frequenza sono la magnolia, il pero e il melo, particolarmente sfarzosi quando sono in fiore.

 

Foto via Unsplash

 

“To my Valentine”, il rito più romantico di San Valentino

 

La parata di vintage card che VALIUM ha pubblicato a Natale (clicca qui per rivederla), merita un sequel in occasione di San Valentino. Eh già: la tradizione tutta anglosassone delle “Valentine” annovera card magnifiche, davvero troppo belle per essere trascurate. Inviarne una all’ amato (o all’ amata) rappresenta tuttora un must del San Valentino negli USA e nel Regno Unito. Ma com’è nata questa usanza? Pare che abbia origini antichissime, addirittura risalenti alla Guerra dei Cent’Anni. Si dice che nel 1415, dopo la battaglia di Azincourt, Charles d’Orléans inviò un romanticissimo biglietto alla consorte mentre era prigioniero nella Torre di Londra. Oggi, quella cartolina viene considerata il prototipo delle Valentine ed è stata addirittura esposta al British Museum. Il duca d’ Orléans introdusse inconsapevolmente un rito che ha attraversato i secoli con il suo alone di profonda poesia. Le cartoline di San Valentino, nel 1500, erano ormai una tradizione consolidata, ma fu durante l’ epoca vittoriana che conobbero un vero e proprio boom.

 

 

In quel periodo in Inghilterra fu introdotto il Penny Post, una spedizione al costo di un Penny per l’ invio della corrispondenza. La nuova tariffa, decisamente economica, incrementò l’ usanza degli Auguri del 14 Febbraio in modo esponenziale. La grafica delle cartoline divenne sempre più ricca: carta intagliata a effetto pizzo, fotografie ritoccate, rebus e acrostici proliferavano, alternando la tenerezza agli enigmi incentrati sul nome della persona amata. Ad essere raffigurati erano soprattutto Cupido e dolci angioletti affiancati da fiori, cuori, colombe, ghirlande floreali….tutti rispondenti a un simbolismo ben preciso. Gli angeli fungono da trait d’union con il divino, mentre il linguaggio dei fiori lancia messaggi inequivocabili. La colomba è un emblema di amore puro, impersonato anche dai bambini frequentemente riprodotti sulle card. E se la rosa rossa  rappresenta la passione, è tutto fuorchè carnale il sentimento che celebrano le cartoline. La ricorrenza di San Valentino viene associata all’ amore autentico, eterno: la freccia di Cupido punta dritta al cuore e lo fa suo per sempre.

 

 

Negli Stati Uniti le Valentine si diffusero intorno al 1800, e con l’artista Esther Howland raggiunsero l’apice dell’ estro illustrativo: le card che creava erano adornate di nastri, di merletti, non di rado anche di foglie e petali. Alla raffinatezza delle sue opere si contrapponevano elaborati esemplari che spaziavano tra il pop up e il 3D. Nei primi anni del ‘900, la Norcross si impose come azienda leader nella produzione di Valentine, un dato indicativo ai fini di rilevare quanto fosse radicata questa tradizione. Attualmente, come ben sappiamo, gli auguri di San Valentino vengono inviati soprattutto via smartphone, con le app di messaggistica. Il che mi ispira una considerazione: dovremmo ripristinare il rito delle Valentine. E’ di gran lunga più poetico, ma non solo. Oltre che le coppie, di questo “ritorno al cartaceo” potranno beneficiare i single. Che cosa c’è di più romantico, infatti, che rivelare i nostri sentimenti per iscritto – e tramite un gesto vagamente d’antan – a chi vorremmo come partner? Se siamo sulla stessa lunghezza d’onda, il prossimo San Valentino lo passeremo in coppia. Garantito!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una Valentine di Esther Howland

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto, dal basso verso l’alto.

N. 2 via Joe Haupt from Flickr, CC BY 2.0

N. 18 via Joe Haupt from Flickr, CC BY-SA 2.0

N.5  via Dave from Flickr, CC BY-ND 2.0

N. 17  via Peter -J – Pann from Flickr, CC BY 2.0

N. 11 via National Library of Norway [No restrictions]

N. 13 via Dave from Flickr, CC BY-ND 2.0

N. 12 via Peter-J-Pann from Flickr, CC BY 2.0