“Anche in primavera fui da te lontano
quando il leggiadro Aprile, tutto vestito a festa,
suscitava in ogni cosa un tale brio di gioventù
che rideva anche Saturno e con lui danzava.”
(William Shakespeare)
Il blog di Silvia Ragni
La notte del 31 Agosto si avvicina, e con essa l’attesissima Luna Blu. Sarà la terza luna piena dell’estate, emanerà una luminosità incredibile e nelle ore buie del 30 Agosto ha già sorpreso astronomi ed appassionati con il “bacio” che si è scambiata con Saturno. Per chi si è perso lo spettacolo, niente paura: l’idillio tra i due sarà visibile anche stanotte. L’ astro d’argento, infatti, in procinto di diventare una Superluna poichè al suo perigeo disterà soltanto (si fa per dire) 357.344 km dalla Terra, sta effettuando un transito a una vicinanza tale da Saturno che sembra quasi sfiorarlo con un bacio. Ma quando potremo ammirare la Luna Blu, esattamente? Secondo gli esperti, alle 20.04 del 30 Agosto il plenilunio sarà già distinguibile nel cielo. Il nostro satellite raggiungerà il perigeo (ovvero il punto di minima distanza dalla Terra) alle 3.35 del mattino; da quel momento in poi apparirà enorme e particolarmente splendente. Va da sè che il colore blu ha ben poco a che vedere con questo fenomeno. La Superluna del 31 Agosto è stata così ribattezzata per sottolineare la sua rarità: in inglese, l’espressione “once in a blue moon” si riferisce agli eventi che si verificano sporadicamente. Un’ altra teoria identifica la Luna Blu con la terza luna piena delle quattro incluse nella stessa stagione.
Fu Richard Nolle a coniare la definizione di “Superluna”. Era il 1979 quando l’ astrologo americano stabilì che un plenilunio può essere considerato “Superluna” nel caso in cui raggiunge, come minimo, il 90 % del suo perigeo. Tradotto in cifre, significa che una luna piena diventa Superluna se transita a non più di 361.885 km dalla Terra. E la Luna Blu del 31 Agosto, con i suoi 357.344 km di distanza, rientra perfettamente nel requisito. Potrete osservarla al meglio in un ampio spazio aperto: l’ impatto visivo sarà potente. Per ammirare invece il “bacio” con Saturno, il “Signore degli Anelli”, vi consiglio di munirvi di un binocolo. Con la Luna Blu si conclude la serie delle Superlune estive; la prossima è prevista per il 29 Settembre 2023, ma a quel punto l’Autunno avrà già fatto il suo ingresso.
A Carnevale ogni scherzo vale, ma vale anche la pena di assaporare i ghiotti dolci tradizionali del periodo. Prendiamo le frappe, ad esempio: se questo nome non vi dice nulla, probabilmente le chiamate “chiacchiere”, “bugie”, “cenci”, “crostoli”… L’ elenco è interminabile, le loro denominazioni variano in ogni regione italiana. La golosità, però rimane immutata: sono dei dolcetti fritti dai bordi zigzagati, a forma di nastri e spolverati di zucchero a velo. A conquistare subito è la loro consistenza, dolce e croccante a un tempo, leggera al punto tale da invogliare a gustarne sempre di più. Una frappa tira l’altra, perchè a Carnevale anche ogni sgarro alla dieta vale…e poi, la ricetta di questo dolce è semplicissima: un impasto di burro, farina, zucchero e grappa (in alternativa il marsala, il vinsanto, l’acquavite) viene suddiviso in lunghe strisce che successivamente prendono la forma di nastri. Dopo averli fritti in olio, si spolverano con lo zucchero a velo e il dessert è servito.
Le frappe sono un dolce internazionale: si preparano in tutto il mondo, dall’ Europa alla Russia, dall’ Ucraina al Brasile. Ma c’è un’altra curiosità che le riguarda, intrigante almeno quanto il loro sapore. Sapevate che le origini di queste frittelle risalgono nientemeno che all’ antica Roma? A quei tempi si chiamavano “frictilia” ed erano dolcetti fritti tipici dei Saturnali, i festeggiamenti in onore di Saturno che si svolgevano dal 17 al 23 Dicembre. In questo periodo, caratterizzato dal sovvertimento delle classi sociali e da fastosi banchetti, i frictilia venivano distribuiti ad ogni angolo di strada. I romani ne andavano ghiotti: con le frappe come le conosciamo oggi avevano poco a che fare, ma la frittura e molti altri particolari rendono simili i due dolci. I frictilia avevano una forma tondeggiante (non è un caso che fossero chiamati anche “globulos”), una consistenza soffice, e venivano fritti nello strutto; una volta cotti, si cospargevano di miele, sesamo (o pepe macinato) e semi di papavero per intensificare il loro sapore. Con il passar del tempo, comunque, la ricetta subì sostanziali variazioni. La cannella arricchì il gusto dei frictilia, consumati abbondantemente in occasione delle “feste dei folli” medievali (festeggiamenti in maschera organizzati dal clero europeo che presero il posto dei Saturnali). In seguito, le frittelle tondeggianti entrarono a far parte della tradizione carnevalesca. Ma a quel punto, la loro metamorfosi in frappe era già evidente…
Tornando alle frappe odierne, preparatele in diverse varianti se volete renderle più ghiotte per la vostra prima colazione: per esempio, anzichè utilizzare lo zucchero a velo, potreste cospargerle di miele o innaffiarle con l’archemes. Oppure, aggiungete del cacao all’ impasto e ricopritele di cioccolato fondente. In rete esistono ricette sfiziose per donare un nuovo twist al dolce. Le proposte spaziano dalle frappe ripiene alla frappe alla sambuca, passando per quelle al mandarino, al limone, allo zenzero e canella. Se queste versioni vi intrigano, cliccate qui
“C’è chi si fissa a vedere solo il buio. Io preferisco contemplare le stelle. Ciascuno ha il suo modo di guardare la notte.”
(Victor Hugo)
Se la notte di San Lorenzo avete mancato l’ appuntamento con le stelle cadenti, la buona notizia è che questo mese avrete moltissime altre occasioni per ammirarle: le notti si fanno più lunghe ed avvistarle è estremamente facile. Il cielo ancora limpido di Settembre permette di distinguerle senza troppi problemi; bisogna considerare, inoltre, che nel periodo che precede l’ Equinozio gli sciami di stelle cadenti raggiungono il loro picco annuale. Basti pensare che se ne contano, approssimativamente, dalle dieci alle venti ogni sessanta minuti! Il fatto è che non ce ne accorgiamo, non ci facciamo caso. Le Aurigidi ci accompagnano nel passaggio dal mese di Agosto a quello di Settembre, mentre – save the date – tra domani e il 7 Settembre potrete ammirare le sfavillanti epsilon Perseidi nel cielo privo di chiarore lunare: si prevede che questo sciame meteorico rilascerà cinque scie infuocate ogni ora. La notte del 9 Settembre, occhio al cielo perchè verrà solcato dalle Perseidi settembrine, meteore di media luminosità generate dalla cometa Bradfield. L’ 11 e il 12 Settembre, invece, sarà possibile osservare le Alfa Triangulidi, le più “misteriose” di tutte. Un loro avvistamento nel 1993 ha evidenziato il passaggio di 11 meteore in poco più di un’ora. Ma come mai, a volte, è così difficile scorgerle? La risposta vi stupirà: considerate che all’ interno dell’ atmosfera terrestre le meteore viaggiano a una velocità di 67 km al secondo. Sì, avete letto bene! Anche l’ Equinozio di Autunno, comunque, dal punto di vista cosmico ci riserverà molte sorprese. Quest’ anno si verificherà il 22 Settembre alle ore 21.21. Le ore di buio e di luce saranno in equilibrio perfetto, e il sole tramonterà esattamente alle 19.09: un’ ottima occasione per dedicare la nottata all’ osservazione dei pianeti. Venere, ad esempio, sarà visibile per alcuni minuti extra prima di tramontare a Sud-Ovest, e così Giove e Saturno che culmineranno verso Sud. La notte del 14 Settembre Nettuno – uno dei quattro “giganti gassosi” – si troverà in opposizione al Sole, però il fenomeno non sarà osservabile a occhio nudo. L’ evento previsto per la notte del 17 Settembre, invece, è imperdibile: una congiunzione tra Giove, Saturno e la Luna che ci regalerà attimi di puro incanto. Per ulteriori informazioni non esitare a consultare il sito della UAI, Unione Astrofili Italiani.
La colazione di oggi è un dolcissimo “assaggio” di San Valentino: una torta completamente rivestita di glassa rosa e circondata da macarons che alternano la stessa tinta a un bianco candido, il colore della neve. A decorarla è un tripudio monocromo di frutti di bosco, more e mirtilli di un profondo viola. Cospargono la superficie della torta donandole un aspetto genuino, invitante, che rievoca spensierate spedizioni alla ricerca di bacche. I benefici che apportano questi frutti selvatici sono innumerevoli: abbondano di vitamina C e A, di sali minerali e fibre, ma non di zuccheri, il che esalta le loro virtù diuretiche e depurative. La presenza dei flavonodi, insieme a quella degli antociani, li rende dei potenti antiossidanti. Hanno una spiccata proprietà antinfiammatoria, prevengono le patologie cardiovascolari, sono un toccasana per l’ intestino e per le arterie . C’è qualcos’altro, però, che dota le more e i mirtilli di un appeal incomparabile: le leggende che li circondano. La mora, in particolare, ha una “reputazione” ambivalente. Gli antichi romani la consideravano sacra e la associavano a Saturno, i poeti ornavano il Paradiso di rovi nei loro versi, mentre gli agricoltori a tutt’oggi la detestano perchè si diffonde ovunque con rapidità estrema. Inoltre, la mora non tiene conto della location al momento di crescere: basta una posizione assolata, tutto il resto (panorami desolanti, case diroccate, squallore) è irrilevante. Secondo una leggenda, quando il Diavolo venne cacciato dal Paradiso piombò in un groviglio di rovi. L’ episodio lo fece talmente infuriare che, da allora, ogni 11 Ottobre (il giorno della sua caduta) emerge dall’ Inferno per maledire il cespuglio di more e le sue spine. Dopo quella data, pare che i frutti del rovo comincino a marcire lentamente. Il mirtillo, da parte sua, è legato a una leggenda tutto fuorchè cruenta: si narra che tre giovani fratelli fuggirono di casa e che finirono in luoghi sperduti e lontani. Un giorno, cibandosi dei frutti di tre mirtilli che trovarono lungo il cammino, ritrovarono la saggezza. Tornarono immediatamente dai loro genitori, con cui vissero all’ insegna di una nuova armonia. Ecco perchè il mirtillo viene considerato il frutto-emblema di un buon rapporto tra genitori e figli. Ma è anche ricco di significati ulteriori: essendo uno dei primi alimenti di cui si è nutrito l’uomo, simbolizza la cura, il sostentamento, connettendosi alla dimensione del femminile. Si dice, poi, che sia miracoloso per la vista, che abbia il potere di farla riacquistare a chi l’ ha perduta. Non è un caso che lo si associ alla pratica della divinazione. La colazione di oggi, in conclusione, ha un sapore unico e speciale: ostenta un fascino antico, profondamente intrigante, che affonda le radici nel primordiale.
Domani, il Solstizio d’Inverno ci regalerà una sorpresa a dir poco cosmica, e in senso letterale: l’arrivo di una splendente stella di Natale. Dopo circa 400 anni, infatti, e 800 da quando l’evento fu osservabile a occhio nudo, Saturno e Giove si troveranno in congiunzione. I due pianeti più maestosi del sistema solare si avvicinano ogni giorno che passa e il 21 Dicembre saranno talmente contigui da sembrare un unico pianeta, un pianeta che emanerà una luce straordinariamente intensa. In realtà, il loro allineamento viene percepito come un tutt’uno solo dai nostri occhi: l’ abbagliante Giove e Saturno, con il suo affascinante sistema di anelli, disteranno ben 733 milioni di chilometri. Ma mai, se non nel 1623 per l’ultima volta, sono stati tanto vicini. Tutto merito di Giove, che si muove a passo decisamente più spedito rispetto a Saturno, e il 21 Dicembre giungerà al suo fianco prima di sorpassarlo e proseguire il suo percorso. Tra i due “giganti gassosi” si verificherà una congiunzione strettissima, che li vedrà separati solamente di un decimo di grado (vale a dire a una distanza che equivale a un quinto del diametro lunare).
L’ evento, raro e assolutamente imperdibile, è previsto per le 17.45; vi consiglio di tenervi liberi, perchè questo spettacolo planetario non è destinato a ripetersi fino al 2080! La sua particolarità lo rende sbalorditivo anche visivamente. Dall’ allineamento di Giove e Saturno scaturirà una luminosità tale da essere già paragonata a quella della stella di Betlemme: nel 1614 Keplero, il noto astronomo tedesco, ipotizzò che la cometa che guidò i Re Magi fosse il frutto di una congiunzione tra Giove, Saturno e Venere, mentre altri studiosi parlano di una congiunzione tra Giove, Saturno e Marte che ebbe luogo nel 7 a.C. Domani in congiunzione si troveranno solo Giove e Saturno, ma il loro connubio si preannuncia talmente sfolgorante da non aver bisogno di alleati.
Il cielo notturno ci offre non poche sorprese, questo mese: la Luna Blu e Marte, il cosiddetto “pianeta rosso”, hanno deciso di regalarci delle indimenticabili visioni cosmiche. La luna piena ha dato inizio allo show. E’ già comparsa il 2 Ottobre e tornerà per un bis il 31, la notte di Halloween. Potremmo dire che sia venuta ad inaugurare il mese e che riapparirà per concluderlo, forse per questo indosserà un sontuoso abito blu; ma solo immaginario, sfortunatamente. L’ appellativo di Luna Blu indica infatti la seconda luna piena del mese e deriva dal modo di dire anglosassone “once in a blue moon” (“una volta ogni luna blu”), riferito alla rarità di un evento o di una circostanza. Certo, la concomitanza con Halloween ci farebbe auspicare una Luna Blu di nome e di fatto: che chiedere di meglio, per la notte più magica dell’anno? Dovremo però “accontentarci” di ammirare una luna piena che, in virtù dell’ esoterico contesto in cui si mostrerà, ci riporta alla mente un famoso aforisma di George Carlin, “Ci sono notti in cui i lupi stanno in silenzio e solo la luna ulula”.
Per quanto riguarda Marte, invece, la sua presenza si inserisce in un vero e proprio spettacolo planetario. Il 6 Ottobre ha già raggiunto la distanza minima dalla Terra (62 chilometri) e stanotte sarà in opposizione, ovvero agli antipodi del Sole rispetto al suo posizionamento nei confronti del nostro pianeta. Ciò significa che potremo vederlo brillare come non mai, e rimarrà visibile per tutta la notte. Nel corso di qualche settimana, addirittura, spetterà proprio a Marte il titolo di pianeta più lucente delle prime ore del buio. Con l’ opposizione, il Sole, la Terra e Marte si allineeranno: quando l’ astro di fuoco tramonterà, Marte sorgerà al lato opposto del firmamento. Il “pianeta rosso” compierà una traiettoria da Est verso Ovest che avrà inizio la sera per terminare poco prima dell’ alba, culminando a notte fonda in direzione Sud.
In realtà, per tutto il mese di Ottobre sarà possibile vedere i pianeti più splendenti, ad occhio nudo, da mattina a sera. Venere, il più luminoso in assoluto, appare ad est qualche ora prima dell’ aurora. Dopo il crepuscolo, invece, i “giganti” Saturno e Giove campeggiano a sud-ovest dalla costellazione del Sagittario; Urano, in opposizione il 31 Ottobre, resterà visibile per l’ anno intero ma con l’ ausilio di un telescopio. Per quanto riguarda i pianeti distinguibili dopo il calar del Sole, sappiate che avremo l’ opportunità di ammirarli in una serie di affascinanti “danze” con la Luna: il 29 Ottobre sarà la volta di Marte, mentre il 22 e il 23 l’ astro d’argento si congiungerà con Giove e con Saturno. La nuova stagione, non c’è che dire, è iniziata all’ insegna della pura meraviglia cosmica!
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