Autunno 2024 Accessori Parade

Stella McCartney

Come ad ogni inizio stagione, torna l’Accessori Parade di VALIUM: scarpe, borse, copricapo, cinture, gioielli e tutto quanto fa tendenza per completare il look. L’Autunno 2024 evidenzia un ricercato mix di sperimentazione, estro, stravaganza e raffinatezza. Torna la suola carrarmato, il passamontagna si declina in un’inedita versione, le borse “raddoppiano” e, realizzate con un tripudio di corde ad anello in lana sostenibile, lasciano senza fiato. Ma è solo una piccola anticipazione di ciò che abbiamo visto in passerella. Guardate questa gallery per farvi un’idea più completa.

 

Gucci

Pierre Cardin

Hermès

Luisa Spagnoli

Leonard Paris

Roberto Cavalli

Versace

Uma Wang

Prada

Balmain

Fendi

Genny

Bally

Antonio Marras

Bibhu Mohapatra

Dior

Eckhaus Latta

Cult

Marcos Luengo

 

Primavera Estate 2024: Accessori Grand Parade

Jil Sander

Borse fiabesche, scarpe per percorrere sentieri onirici e reali, copricapo sfiziosi, gioielli mozzafiato…la Primavera Estate 2024 è ricca di accessori che conquistano all’istante. Ve ne presento alcuni in questo post, che sancisce il ritorno della “Accessori Gran Parade” di VALIUM: un appuntamento fisso ad ogni cambio di stagione. Godetevi la gallery ed ammirate questa nuova, straordinaria parata.

 

Gabriela Hearst

Nunu-Nono

Ermanno Scervino

Fendi

Emporio Armani

Prada

Iceberg

Vivienne Westwood

Junya Watanabe

Colin Locascio

Moschino

Vivetta

Sportmax

Antonio Marras

Zimmermann

Undercover

Ulla Johnson

Andreadamo

Comme des Garçons

Max Mara

Carolina Herrera

Alberta Ferretti

Germanier

 

Accessori per brillare

Vivetta

In questo post trovate una serie di accessori per brillare durante le feste: scarpe, gioielli, borse e cinture che accendono le serate natalizie. Perchè a Natale brillare è lecito; anzi, un vero e proprio dovere. E indossare abiti o/e accessori scintillanti accentua l’essenza “luminosa” della festa più importante dell’anno.

 

Christian Cowan

Etro

GCDS

Isabel Marant

Carolina Herrera

Alexander McQueen

Moschino

Laruicci

Lanvin

Y/Project

Andreadamo

Coperni

 

La calza della Befana

 

” Ecco l’origine dell’uso di esporre le scarpe sulle finestre, la sera dell’Epifania, uso tradizionale nei bimbi. E’ certo che i signori Re magi, per venire da noi, hanno fatto un lunghissimo viaggio – e i viaggi sciupano le scarpe – quindi, è pur certo, che la migliore offerta che noi possiamo far loro, allorché passano da casa nostra, sia quella,… delle scarpe. Essi poi gentilmente contraccambiano l’offerta con qualche loro mercanzietta, dolci, giochi ecc…. e di ciò i bimbi li ringraziano cordialmente. “

Carlo Dossi, da “Note Azzurre”

 

Buona Epifania. Il termine, derivante dal greco antico, è composto da un incrocio tra il verbo “epifàino” e il sostantivo “epifàneia” (che significano rispettivamente “mi rendo manifesto” e “apparizione divina”), ed indica il momento in cui la divinità di Gesù Cristo si è palesata all’ umanità. La Cometa, con la sua luce suprema, l’ha annunciata al mondo: il suo splendore era tale che un trio di sapienti astrologi e sovrani, i Re Magi, decise di recarsi a Betlemme seguendo quella scia luminosa. I Magi provenivano da tre diversi continenti, l’Asia, l’Europa e l’Africa, e desideravano rendere omaggio a Gesù Bambino. Si chiamavano Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Avevano tratti somatici e colore della pelle tipici delle loro terre, tre età differenti: dettagli che simbolizzavano la gioia per la nascita del bambinello da parte di tutti i popoli e di ogni generazione. I Re Magi portavano con sè dei doni destinati a Gesù Cristo. Gaspare gli offrì l’incenso per celebrare la sua divinità, Baldassarre la mirra (utilizzata per i riti di imbalsamazione) poichè era un essere mortale, Melchiorre l’ oro, che inneggiava alla regalità e alla luce del Re dei Re.

 

 

Fu durante il viaggio dei Magi a Betlemme che, secondo una leggenda, entrò in scena la Befana. I tre Re chiesero informazioni sul tragitto a una vecchietta che incontrarono strada facendo, dopodichè la invitarono a unirsi a loro per far visita a Gesù Bambino. La donna rifiutò, ma se ne pentì subito dopo. Prese dunque un gran cesto e lo riempì di dolci, poi si avviò verso Betlemme in cerca dei Magi. Non riuscì a raggiungerli, così vagò di casa in casa regalando i suoi dolciumi ai bimbi con la segreta speranza di imbattersi nel piccolo Gesù. Ecco come nacque la figura della Befana, una vecchina che ogni 6 Gennaio dispensa doni ai bambini buoni. La classica calza che quella notte si appende al cammino, possiede un significato simbolico ben preciso. Alcuni la riconducono a una leggenda che vede protagonisti Numa Pompilio, secondo re di Roma, e la ninfa Egeria: quando arrivava il Solstizio d’Inverno, Numa Pompilio era solito far penzolare una calza dal tetto della grotta abitata da Egeria. Il giorno dopo gioiva nel trovarla ricolma di cibi e dolci, insieme alle profezie che la ninfa gli annunciava. Tra le usanze del 6 Gennaio, la calza è senz’altro la più celebre. Di solito veniva realizzata a maglia dalle mamme o dalle nonne per unire l’ utile al dilettevole, una buona protezione contro il freddo e un contenitore duttile che potesse riempirsi del maggior numero di regali possibile. I bambini appendevano le calze della Befana sotto la cappa del camino, poichè si pensava che la bonaria vecchina si calasse nelle case attraverso il comignoli (per saperne di più sulle origini della Befana, rileggi qui l’ articolo che ho pubblicato su Frau Holle, Berchta e Frigg). All’ alba del 6 Gennaio, la calza era piena di primizie tipicamente stagionali: arance, mele, frutta secca e mandarini inneggiavano al nuovo ciclo naturale ed avevano una valenza propiziatoria. Persino il carbone era un importante componente della calza, dato che richiamava i tradizionali falò del Solstizio d’Inverno. Con il tempo, tuttavia, il carbone si tramutò nel regalo che ricevevano i bambini cattivi, una sorta di castigo per il loro comportamento. Qualche decina di anni orsono, era comune trovare nelle calze – oltre alla frutta – torroncini, dolciumi, cioccolato a forma di moneta rivestito di carta stagnola. Il carbone, diventando carbon dolce, ammoniva scherzosamente i fanciulli più “scavezzacollo”.

 

 

Non tutti i bambini, però, avevano l’abitudine di appendere la calza al camino. La Befana viene rappresentata da sempre come un’ anziana signora non esattamente attenta al proprio look: calza scarpe logore, indossa abiti stracciati e i suoi capelli bianchi vedono il pettine molto di rado. Da qui l’ usanza di mettere un paio di scarpe nuove nel caminetto; la Befana le avrebbe prese con sè prima di lasciare i suoi doni, oppure le avrebbe riempite di regali e dolci. Calze o scarpe che fossero, l’atmosfera che aleggiava nelle notti d’Epifania della nostra infanzia è indimenticabile. Si restava svegli fino all’ alba cercando di “cogliere in flagrante” la Befana, e alle prime ore del mattino ci si precipitava a controllare i pacchi e i pacchetti ammucchiati nel camino. Ricordo che ero solita far trovare alla Befana un bicchiere di vino e un sacchetto di biscotti, cosicchè potesse rifocillarsi durante il suo peregrinare sui tetti. Cerchiamo di vivere appieno questa giornata e di ripristinarne la magia, perchè, come dice un proverbio, “L’ Epifania tutte le feste porta via”: è una triste realtà.

 

Immagini via Rawpixel

 

Scarpe da sogno, Manga e Barbie world: l’ universo girly-chic di Francesca Bellavita

 

Biondissima, radiosa, spumeggiante, Francesca Bellavita ti travolge con lo stesso entusiasmo che l’ ha portata a realizzare il suo sogno più grande: creare calzature dedicate alle giovani donne che, come lei, affrontano la vita con giocosità condita di un pizzico di sex  appeal. Bergamasca, un iter formativo DOC, Francesca approda allo shoe design dopo un esordio come stilista freelance per Colmar ed altri marchi leader dello sportswear chic. “Francesca Bellavita”, il brand che porta il suo stesso nome, debutta con una collezione PE 2017 che ne concentra il mood nella quintessenza: lo stile è girly, ma deluxe, e mixa le suggestioni dei manga giapponesi con il Barbie world. Non è un caso che persino il packaging delle scarpe – personalizzabili grazie a un kit di decori ad hoc –  si ispiri alla tipica confezione  color fucsia in cartone e cellophane dove è racchiusa la bambola-icona Mattel. E il claim che riporta a chiare lettere – “Dont’ call me doll” con il “don’t” coperto da una cancellatura –  è una vera e propria dichiarazione di intenti, perchè colei che calza “Francesca Bellavita” è audace, ironica e non teme certo di esibire una femminilità esplosiva. Ma al coté squisitamente estetico si affiancano la ricercatezza della lavorazione handmade e dei materiali pregiati, due indiscussi  punti di forza del brand: ogni collezione viene realizzata nel distretto di Vigevano, storica culla del savoir faire calzaturiero a cui fanno riferimento colossi del luxury del calibro di Valentino, Christian Louboutin e Manolo Blahnik. Ho incontrato Francesca per saperne di più sulle sue creazioni, sul suo universo ispirativo e sulla sua passione.

Se dovessi sintetizzare la tua bio in poche frasi, che mi racconteresti?

Ti racconto che all’inizio mi ero iscritta a Giurisprudenza, ma ho capito fin da subito che non avrei mai voluto passare la mia vita con un tailleur addosso! Confusa, ho passato qualche mese a Londra dove ho scoperto l’esistenza dell’Istituto Marangoni e tornata in Italia mi sono immediatamente iscritta.

 

 

Heartbeat

 

Prima il diploma in Fashion Design all’ Istituto Marangoni, poi la specializzazione in Shoe Design dall’ Ars Sutoria School di Milano: quando hai capito che le scarpe erano il tuo grande amore?

La prima volta che ho disegnato un paio di scarpe all’Istituto Marangoni è stato un fulmine a ciel sereno. Ho capito immediatamente che il mio futuro sarebbe stato quello!

Quali sono i punti cardine del tuo immaginario creativo?

Adoro tutto cio’ che è divertente e colorato. Dalle caramelle ai giocattoli passando per i manga giapponesi. La citta’ infatti che mi ispira di piu’ al mondo è Tokyo, ci vado almeno una volta l’anno. Le insegne luminose, le Shibuya girls e il mondo kawaii mi fanno impazzire! Da tutto questo immaginario nasce anche il mio particolare packaging!

 

Fluffy Flat

 

Crystal Pink

 

Cosa rende le tue scarpe dei pezzi iconici?

Il fatto di essere diverse da tutto cio’ che è presente sul mercato in questo momento. E’ un mondo dove tutti si prendono troppo sul serio, dove tutti si vestono di nero. In tutto cio’ arrivo io con le mie scarpe gialle e rosa, con pon pon, cristalli a cuore e tomaie che ricordano i marshmallow!

 

Bootie Goth Pink

 

Hai debuttato con la tua prima collezione pochi mesi fa e sei già acclamatissima. Cosa si prova ad essere considerata un’autentica star emergente?

Mah, intanto grazie mille! Diciamo che la cosa che mi rende davvero felice è vedere le clienti super soddisfatte delle mie calzature, sia per il look che per la comodita’ anche si tratta per lo piu’ di tacchi 10 cm. E’ in quei momenti che so di aver centrato il mio obiettivo: rendere felici le donne con le mie scarpe!

A quale donna pensi, quando crei?

A una donna sexy e ironica, che non si prende mai troppo sul serio. E’ quella donna che beve troppo champagne e ride un po’ troppo fragorosamente!

 

Dalla campagna pubblicitaria Francesca Bellavita PE 2017

 

Tre aggettivi per definire il tuo stile: quali scegli?

Sexy, ironico e divertente, proprio come la mia donna ideale!

La tua collezione esalta il valore dell’hand made, della ricercatezza, dei materiali pregiati. Come nasce la passione di Francesca Bellavita per il savoir faire artigianale?

Per me è importantissimo produrre in Italia. La nostra terra è meravigliosa, la nostra artigianalita’ non ha pari. Inutile dire che un paio di scarpe prodotte in Italia non potra’ mai essere neanche lontanamente comparato ad uno prodotto all’estero. Persino i francesi vengono a produrre qui e questo la dice lunga!

 

Il caratteristico packaging Barbie-like

 

I colori sono un elemento importante della tua cifra stilistica. Qual è quello che ti rappresenta maggiormente?

Naturalmente il rosa in tutte le sue sfumature!

Le feste natalizie sono sempre più vicine. Se dovessi indicarci un tuo modello “must” per la daily life ed uno per un’occasione speciale, su quali punteresti?

Sicuramente per il giorno una scarpa sexy, ma comoda, come Fluffy Flat, una ballerina resa molto divertente dal pon pon gigante staccabile tramite calamita, quindi puo’ essere indossata anche senza per un look piu’ sobrio o intercambiato con i pon pon a forma di coniglietto o di topolino per un outfit piu divertente! Mentre per un’ occasione elegante consiglio sicuramente Crystal, la nostra pump in serpente e vernice con fiocco e cristallo a cuore applicati sul davanti. Sia nella versione fucsia che nella versione nera per le donne piu’ classiche.

 

Pon pon coniglio

 

Puoi accennarmi qualcosa sui tuoi progetti futuri?

A parte conquistare il mondo con le mie scarpe?…Scherzo, ovviamente! Proprio perché siamo sul mercato da pochi mesi, è difficile accennare a progetti futuri! So solo che sono una ragazza con una lista infinita di sogni e spero di realizzarli tutti, prima o poi!

 

 

Crystal Black

 

Pon pon topo