La notte di San Giovanni e le sue erbe magiche

 

“La notte di San Giovanni, ogni erba nasconde inganni”

(Proverbio Popolare)

 

Notte di San Giovanni, la più magica e affascinante dell’estate. Non è raro che, in moltissimi luoghi, le tradizioni e i rituali solstiziali si sovrappongano a quelli della solennnità di San Giovanni Battista: ciò ebbe inizio con l’avvento del Cristianesimo, quando la Chiesa, per arginare le credenze pagane associate al Solstizio, sostituì le celebrazioni della “festa del Sole” con la commemorazione della nascita del Santo che battezzò Gesù nelle acque del Giordano. La notte tra il 23 e il 24 Giugno è sempre stata intrisa di mistero. Persisteva l’usanza dei falò con tutte le valenze ad essi associate, ma si pensava che, al calar del buio, le streghe volassero a Benevento per partecipare a un sabba sotto il celebre noce. Anche le erbe rivestono un ruolo importante, in questa notte incantata: sin da tempi remotissimi, si soleva raccoglierne diverse per bruciarle nei falò tradizionali. Secondo le credenze popolari, le erbe della notte di San Giovanni erano impregnate di poteri portentosi che la rugiada accentuava. Ma come venivano utilizzate? In vari modi. Ad esempio, per proteggersi dagli incantesimi. In questo caso se ne legavano alcuni mazzetti a una corda contenente sette nodi, poi la corda si fissava ai portoni delle case. Oppure, insieme a dei fiori spontanei, si usavano per preparare la celebre “acqua di San Giovanni”: la raccolta veniva effettuava nella notte, dopodichè la misticanza di erbe e fiori si immergeva in un recipiente pieno di acqua lasciato all’aperto fino all’alba affinchè potesse godere dei potenti influssi della rugiada. La mattina del 24 Giugno, lavarsi con quell’acqua propiziava la fortuna, la salute e l’arrivo dell’ amore o l’armonia della coppia. Tra le erbe di San Giovanni (oltre a molte altre) sono inclusi l’iperico, la lavanda, l’artemisia, la ruta, la verbena, il rosmarino. Scopriamo perchè venivano privilegiate quelle erbe e qual era il loro significato simbolico.

 

 

L’iperico. I suoi fiori color giallo brillante, raccolti in infiorescenze, sono ricchi di un pigmento rosso chiamato ipericina. E’ proprio questo dettaglio che ha fatto sì che l’iperico venisse rinbattezzato “erba di San Giovanni”: la tonalità dell’ ipericina rievocava il sangue che il primo santo e ultimo profeta versò a causa della sua decapitazione (richiesta a Erode da Salomé). L’ iperico, detto comunemente scacciadiavoli, aveva il potere di neutralizzare i malefici delle streghe e delle entità malvagie. Secoli orsono era considerato un’erba curativa efficace contro le malattie respiratorie, il diabete e la depressione, ma si era rivelato anche un ottimo cicatrizzante: in particolare, nel Medioevo se ne faceva largo uso per sanare in fretta le ferite da punta e taglio.

 

 

La lavanda. Questo magnifico fiore dal colore che spazia tra l’azzurro e il viola aveva la funzione di proteggere dalle streghe. Per allontanarle, durante la notte di San Giovanni si fissavano dei mazzi di lavanda sui portoni: se si fossero trovate nei paraggi, non sarebbero potute entrare in una casa senza prima aver contato tutti i fiori e le foglie di lavanda collocati sulla porta d’ingresso. A furia di contare, però, sarebbe spuntata l’alba e il sorgere del sole avrebbe obbligato le streghe alla fuga. I fiori di lavanda, così come quelli di iperico, hanno notevoli proprietà medicamentose: combattono i reumatismi, gli spasmi muscolari, le infezioni. Inoltre, favoriscono la diuresi e hanno funzione sedativa.

 

 

L’artemisia. Era considerata l’erba della dea Diana, ovvero Artemide, poichè a lei se ne attribuiva la scoperta. I druidi utilizzavano l’artemisia abbondantemente: facevano seccare con cura i suoi rami prima di bruciarla nei falò del Solstizio. L’artemisia proteggeva dagli incantesimi, in particolare da quelli lanciati contro il bestiame. A questo scopo, si realizzavano grandi ghirlande con questa pianta che avrebbero tenuto a distanza le entità malvagie. Persino Plinio Il Vecchio menzionò l’artemisia nella “Naturalis Historia“: ne esaltava le virtù e incoraggiava a portarla con sè durante i lunghi viaggi a piedi, poichè avrebbe alleviato la stanchezza ed attirato la fortuna. Le proprietà medicamentose della pianta erano leggendarie. Si diceva che, nella notte di San Giovanni, le radici dell’artemisia sprigionassero una polvere nera, un portentoso antidoto contro l’epilessia e la peste che teneva anche i fulmini a debita distanza.

 

 

La ruta. I suoi fiori gialli possiedono generalmente quattro petali e hanno la forma di una croce, il che la rendeva un simbolo divino. Proprio per questo veniva adoperata per scacciare gli spiriti maligni, ma anche per proteggersi dalle streghe: bastava indossare una collana con un ciondolo che racchiudesse le sue foglie essiccate, oppure custodire queste ultime in un sacchetto da portare accanto al petto. La Chiesa si era dimostrata in linea con tali credenze; le famiglie potevano esibire la ruta sui davanzali delle finestre o fissarla alla porta d’ingresso, ma prima avrebbe dovuto essere benedetta. La ruta sconfiggeva la paura ed eliminava il malocchio. Le sue virtù impedivano anche che in casa si intrufolassero vipere, insetti molesti o roditori. Gli alchimisti la ritenevano in grado di padroneggiare la mente e di volgere in positivo la negatività.

 

 

Il rosmarino. Ha fiori violetti ed è noto per le sue proprietà benefiche sin da tempi antichissimi. Era considerato innanzitutto un potente antisettico, perciò, soprattutto quando cominciò a imperversare la peste, si usava per purificare l’aria ed evitare il contagio: in casa ne venivano bruciati i rametti allo scopo di disinfettare l’ambiente. Ma il rosmarino svolgeva un’azione benefica anche per la digestione, combatteva il dolore, eliminava l’ansia, rafforzava la memoria, regolarizzava l’intestino e favoriva la diuresi. In più, per avere un sonno privo di incubi, bastava posizionarlo sotto il proprio cuscino. Persino il legno del rosmarino vantava miracolose virtù. Un cucchiaio in quel materiale era efficacissimo per combattere il veleno, mentre un pettine scongiurava la calvizie. Nell’antichità, il rosmarino veniva reputato un rimedio per ogni male, impossibile citarli tutti. Gli si attribuivano finanche virtù ringiovanenti, portentose per la memoria e per i travasi di bile. Nel 1300, composti a base di rosmarino e altri ingredienti si utilizzavano per preparare la Pece Greca, un disinfettante che, bruciando, purificava gli ambienti chiusi (e qui torniamo al discorso delle pandemie).

 

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Wild Hair

 

Con il Solstizio d’Estate che si avvicina (cadrà il 20 Giugno), il tema della natura – che ha fatto da filo conduttore la settimana scorsa – non può concludersi in un batter d’occhio. In questi giorni, quindi, tornerà ad insinuarsi in tutti gli articoli. Prova ne è il post di oggi, dedicato all’hairstyle: la chioma dell’estate, al di là delle tendenze, si impregna di esuberanza estiva e ritrova la sua libertà. I capelli sono ondulati, quasi sempre sciolti sulle spalle, catturano i riflessi della luce solare e si muovono con il vento. Recuperano, insomma, quel lato selvaggio che rimanda all’impeto della natura. Di tagli, dettagli e stili ci occuperemo in seguito più approfonditamente. Buon inizio settimana, e come sempre…stay tuned!

 

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Frutta di stagione: la top five

 

Conosciamo tutti l’importanza di consumare frutta e verdura rigorosamente fresche e di stagione: sono maturate solo grazie alla natura e contengono un maggior numero di fitonutrienti, vitamine e sali minerali. A Maggio, quando la Primavera si prepara a lasciar spazio all’Estate, la funzione dei prodotti di stagione si fa ancora più importante. Prendiamo la frutta, per esempio: in questo periodo ci fornisce l’acqua necessaria a combattere i primi caldi, ci libera dalle tossine accumulate durante l’Inverno, ci aiuta a proteggere la pelle dall’azione nociva dei raggi solari. Ma quale frutta scegliere, nello specifico, con il Solstizio d’Estate sempre più imminente? Ecco la top five.

 

Le fragole

 

Abbondano di vitamine e sali minerali: forse non molti sanno che le fragole contengono vitamina C in dosi superiori persino a quelle degli agrumi. Tra i minerali di cui sono ricche risaltano il magnesio, il potassio, il ferro, il sodio, il fosforo, il calcio. E poi, depurano l’organismo dalle scorie e le tossine immagazzinate nei mesi freddi, ottimizzano la funzionalità del fegato, sono un toccasana per il sistema nervoso e rafforzano le difese immunitarie. Le antocianine, presenti in quantità nelle fragole, hanno spiccate proprietà antiossidanti e prevengono l’invecchiamento. L’acido salicilico le rende degli antinfiammatori potenti ed è benefico per la microcircolazione sanguigna. Infine, essendo ricche di acqua, le fragole svolgono un’efficace azione diuretica e combattono la ritenzione idrica.

 

Le nespole

 

Sono una vera e propria miniera di sali minerali (il calcio è uno di questi): combattono quindi la stanchezza che si associa al cambio di stagione e svolgono una funzione energizzante per chi pratica sport.  In più, contengono vitamina C in dosi massicce e betacarotene, un carotenoide che il nostro organismo converte in vitamina A con straordinari benefici per la vista, la protezione della pelle dai raggi solari e le ossa. Ma non solo: il betacarotene è un potente antiossidante che contrasta la deleteria azione dei radicali liberi.

 

I lamponi

 

Questi frutti di bosco sono incredibilmente ricchi di proprietà benefiche: tra le vitamine e i sali minerali presenti a bizzeffe troviamo, ad esempio, la vitamina A, C, E e K, i folati, il potassio, il fosforo, il calcio, il sodio, il ferro e il magnesio. Abbondano, inoltre, di antiossidanti, perciò contrastano l’invecchiamento cellulare, riequilibrano la flora intestinale, svolgono un’azione antinfiammatoria, favoriscono la salute cardiaca e del sistema circolatorio. Ultimo ma non meno importante, sono in grado di tenere sotto controllo il livello di zuccheri nel sangue.

 

Le pesche

 

Super dissetanti e dunque ideali nel periodo dell’anno in cui il caldo comincia a farsi sentire, le pesche sono ricche di vitamina A e C: mantengono la pelle al riparo dagli effetti nocivi del sole e favoriscono l’assorbimento di un minerale come il ferro. Ricche di fibre, tra i loro benefici spiccano l’attività diuretica e le virtù tonificanti e depurative.

 

Le ciliegie

 

Iniziano ad apparire a fine mese, e anche se andrebbero consumate con moderazione (sono infatti molto ricche di zuccheri), delle ciliegie non riusciamo mai a fare a meno. Contengono acqua e fibre, perciò favoriscono la salute dell’ intestino e combattono la stipsi; hanno proprietà antinfiammatorie e antiossidanti; sono energizzanti, poichè abbondano di manganese, calcio e zinco. La vitamina B3, di cui sono ricche, stimola la produzione di serotonina anche detta “l’ormone del buonumore”. Le fibre solubili contrastano le patologie cardiovascolari e abbassano i livelli di colesterolo LDL, mentre il potassio e il magnesio presenti nel frutto ottimizzano la pressione arteriosa.

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Sole di Mezzanotte: nel Grande Nord, in estate, il giorno non finisce mai

 

Pensate a un Sole che non tramonta mai: una visione affascinante, ma tutto fuorchè un miraggio. Il Sole di Mezzanotte è un fenomeno astronomico che si verifica d’estate nelle zone a nord del Circolo Polare Artico e a sud del Circolo Polare Antartico. Più ci si avvicina al Polo, più il Sole rimane fisso sopra l’orizzonte. Ciò è determinato dall’ inclinazione dell’asse terrestre a latitudini superiori o equivalenti a 66°33′49.5“: in tali aree, il Sole “galleggia” sull’orizzonte per una serie di giorni o per mesi interi. La durata del fenomeno dipende dalla latitudine. Ad esempio, il Circolo Polare Artico (collocato sul parallelo 66°33′ 49″ di latitudine nord), rappresenta l’area più meridionale in cui il Sole di Mezzanotte appaia. In questa zona, il fenomeno coincide con il Solstizio d’Estate e non oltrepassa le 24 ore. I paesi in cui è possibile assistere allo spettacolo del Sole di Mezzanotte sono le regioni settentrionali del Canada, dell’ Alaska, della Russia, della Groenlandia, e poi ancora l’Islanda (dove è visibile per rifrazione) e la Lapponia norvegese, svedese e finlandese. Come vi ho già accennato, più ci si sposta a nord del Circolo Polare Artico, più la notte è destinata a indietreggiare: basti pensare che nelle Isole Svalbard, situate all’estremo nord della Norvegia, il Sole di Mezzanotte splende ininterrottamente dal 20 Aprile al 22 Agosto.

 

 

Al Polo Nord, invece, dura addirittura da fine Marzo a fine Settembre. Ma cosa rappresenta il Sole di Mezzanotte, al di là delle latitudini e dei paralleli? Innanzitutto, ore di luce ininterrotta in un cielo che si tinge di volta in volta dei colori dell’alba, del giorno o del tramonto. Ciò comporta un totale stravolgimento nelle regole che scandiscono il tempo: la notte non esiste, i ritmi si ribaltano a nostro piacimento. A fare da denominatore comune è la prorompente euforia che travolge le persone. L’energia straordinaria, la gioia di vivere irrefrenabile che si impossessa dei popoli del Grande Nord. E’ come se la luce del Sole irradiasse potenza e spazzasse via ogni traccia di sonno e di stanchezza. Si vive a contatto con la natura, si fanno gite in bici, si pagaia tra i fiordi, si va a pesca, si organizzano safari di Whale Watching, si fanno bagni di mezzanotte…I musei, le attività e le attrazioni turistiche sono sempre aperti. Molti piantano una tenda nel bel mezzo di paesaggi incantevoli per godersi l’aria pura e la luce dai colori incredibili di queste giornate senza fine.

 

 

Alle isole Svalbard, nel Mare Glaciale Artico, si esplorano i ghiacciai e si fanno escursioni in slitta per ammirare la sorprendente natura delle zone polari. L’iperattività è il leitmotiv di ogni giornata, il cui principio e la cui fine sono regolati soltanto dagli orari di lavoro: i momenti dedicati al tempo libero risultano perfettamente personalizzabili.

 

 

Il popolo dei Sami, altrimenti detti lapponi, chiamava “Beaivi” sia il Sole che la dea del Sole. I Sami erano soliti sacrificare una renna bianca ad ogni Solstizio d’Inverno per favorire il ritorno di Beaivi dopo i lunghi mesi freddi e privi di luce. Quando il Sole cominciava a fare capolino, la tradizione voleva che i Sami appendessero panetti di burro sulle porte affinchè Beaivi salisse sempre più in alto senza difficoltà. Durante il Solstizio d’Estate, si intrecciavano collane di foglie e fiori in omaggio a Beaivi. Sempre in Estate, inoltre, i Sami dedicavano preghiere a chi soffriva di depressione, una patologia a loro dire provocata dalla mancanza di luce patita durante l’Inverno. In Scandinavia, non a caso, la Festa di Mezza Estate (Midsommar, cade il venerdì tra il 19 e il 25 Giugno) viene celebrata con grande entusiasmo. I festeggiamenti e i rituali ricordano molto quelli tipici di San Giovanni Battista. Un esempio? L’ aspetto della divinazione: se una giovane donna, la notte di Midsommar, dorme con sette fiori sotto il cuscino, le apparira’ in sogno il suo futuro sposo. Quando arrivava il Sole di Mezzanotte, in Groenlandia, ai bambini si raccomandava di non girovagare troppo: avrebbe potuto rapirli il qivittoq, un esiliato che il clima gelido del paese aveva tramutato in un’anima errante.

 

 

Se avete in programma un viaggio per ammirare il Sole di Mezzanotte, questo è il periodo ideale. Nella maggior parte dei paesi a nord del Circolo Polare Artico, infatti, appare in un periodo compreso tra la fine della Primavera e l’Estate inoltrata. Nella Lapponia finlandese il fenomeno è visibile dal 26 Giugno al 7 Agosto, nelle Isole Lofoten (Norvegia Settentrionale)  dal 20 Maggio al 22 Luglio: un lasso di tempo che più o meno coincide con quello dell’ Isola di Grimsey, in Islanda. In Norvegia, nella mitica Capo Nord, il sole non tramonta dal 14 Maggio al 29 Luglio. Nella suggestiva Kiruna, la città più a nord di tutta la Svezia, il Sole di Mezzanotte è visibile da fine Maggio a metà Luglio, mentre a Helsinki il sole tramonta, ma solo per un paio d’ore al giorno: un evento che dona un fascino incommensurabile alla capitale della Finlandia.

 

 

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21 Giugno, Solstizio d’Estate

 

Solstizio d’estate.
Giornate che non finiscono mai,
interrotte per poche ore dalla notte,
e gli occhi spalancati per lo stupore di tanta luce.
(Fabrizio Caramagna)

 

Buon Solstizio d’Estate! Oggi, alle 16.58, la bella stagione entrerà ufficialmente. In quegli istanti il Sole raggiungerà il punto più alto del suo moto apparente lungo l’eclittica. E’ il giorno più lungo dell’ anno, le ore di luce prevalgono e il buio arretra. Nel Circolo Polare Artico il Sole non tramonta mai. Ma da domani in poi, le giornate cominceranno ad accorciarsi impercettibilmente: un ciclo perenne che va avanti dagli albori del Mondo, direttamente connesso con il ciclo della natura. Derivante dal latino “Solstitium”, un connubio tra “sol” (sole) e “sistere” (fermarsi), il Solstizio d’Estate inneggia al trionfo della potenza solare. I riti che lo celebrano sono affascinanti e remotissimi. I falò rappresentano uno dei più famosi: secondo la tradizione, simboleggiano ed esaltano il vigore del Sole. E poi purificano, allontanano le entità malvagie, scongiurano i malanni; tutte doti non casuali, se pensiamo che la notte del Solstizio il velo che separa il mondo visibile da quello invisibile si squarcia e viene attraversato anche da spiriti malefici. Le erbe acquisiscono virtù portentose, quelle aromatiche si bruciano nei falò ed altre piante, come il vischio, il sambuco, il seme di felce, la verbena, l’artemisia, regalano poteri soprannaturali o auspicano prosperità e fortuna. Fiori quali la calendula e l’iperico (detta anche “erba di San Giovanni”), invece, hanno il privilegio di concetrare in sè tutta l’energia solare. Ma anche la luna riveste una grande importanza, nei festeggiamenti solstiziali: collegata all’ elemento dell’acqua, è simboleggiata dalla rinomata “guazza di San Giovanni”. A questa rugiada vengono attribuiti dei poteri magici, tra cui quello di propiziare la fertilità femminile. Un antico rituale prevedeva che, nottetempo, le giovani donne si rotolassero nude tra l’ erba bagnata per favorire il concepimento. Per i popoli Pagani il Solstizio d’Estate era Litha (il nome della dea sassone del grano), la festa di Mezza Estate. Cielo e Terra si univano in un mistico connubio; al trionfo della luce del Sole, il visibile, facevano da contrappeso le invisibili potenze notturne sancendo un’armonia quasi cosmica, un decisivo equilibrio. Se volete approfondire l’argomento, cliccate qui. E non dimenticate di celebrare con gioia, e in tutti i modi possibili, il giorno più lungo dell’anno.

 

 

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Un abito bianco, il cielo di Giugno, la natura

 

“Il bianco è un mondo così alto rispetto a noi che quasi non ne avvertiamo il suono, è un nulla prima dell’origine.”
(Vassili Kandinsky)

 

Un abito bianco, le sfumature incredibili del cielo di Giugno, i colori straordinari della natura nei giorni che precedono il Solstizio d’Estate. Il bianco sprigiona luminosità, risalta in qualsiasi scenario, fa tabula rasa del passato e simbolizza la rinascita associata alla bella stagione. E’ questo il tema della photostory che oggi vi propongo. Il bianco come un foglio tutto da riempire, per voltar pagina ed iniziare a scrivere un nuovo capitolo.

 

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Giugno

Zara

Il mese di giugno si distese all’improvviso nel tempo, come un campo di papaveri.
(Pablo Neruda)

Dopo una Primavera pressochè inesistente, ecco che arriva il “Mese del Sole”. E speriamo che lo sia, nonostante le previsioni meteo di questi giorni! Nell’ emisfero boreale, a Giugno l’ Estate fa il suo ingresso trionfale. Per il calendario giuliano e gregoriano, è il sesto mese dell’anno. Giugno (che dura solo 30 giorni) deve il suo nome a Giunone, moglie di Giove e regina di tutti gli dei. Giunone era la protettrice della fecondità, del parto, della forza vitale associata alla natura. Non è un caso che i frutti, così come il grano, maturino proprio nel mese di Giugno. E’ il tempo del primo raccolto, della mietitura. Il Sole splende in tutta la sua potenza e trionfa definitivamente sul buio il 21 Giugno, con il Solstizio d’Estate. Gli antichi popoli celebravano questa “festa della luce” tramite fuochi e falò che inneggiavano al vigore solare; i rituali proseguivano anche la notte del 24 Giugno, data in cui ricorre la festività di San Giovanni Battista. I cosiddetti “fuochi di San Giovanni”, infatti, sono un retaggio di remotissimi riti pagani. Ma la notte di San Giovanni merita un articolo a parte, ricca com’è di elementi simbolici che coniugano religione, esoterismo e magia. Il mese di Giugno, di primaria importanza per l’agricoltura, sancisce anche l’inizio della spensieratezza estiva: le scuole chiudono, il buio arriva sempre più tardi, i primi caldi invitano a uscire e a trascorrere il maggior tempo possibile all’aria aperta. Le ferie si avvicinano, così come un gran numero di eventi, festival, concerti, rassegne, rievocazioni storiche a cui poter assistere liberamente (un esempio su tutti? Il 50mo anniversario di Umbria Jazz, imperdibile, in programma a Perugia dal 7 al 16 Luglio). Astrologicamente, Giugno è dominato dal segno dei Gemelli e del Cancro; le pietre associate al sesto mese dell’anno sono la Perla, l’Alessandrite e la Pietra di Luna. Il colore che identifica questo periodo è il verde (una scelta che non mi trova d’accordo!). Le date più importanti, invece, sono rappresentate dal 2 Giugno (festa della Repubblica), il 21 Giugno (Solstizio d’Estate) e il 24 Giugno (festa di San Giovanni Battista, patrono di svariati Comuni italiani).

Il look del mese

Giugno viene anche chiamato “Mese della Libertà”: ho scelto quindi un abito dal sapore boho firmato Zara (vedi foto di copertina). E’ in maglia, svasato ma piuttosto aderente al corpo. Ha uno scollo tondeggiante, corte maniche a sbuffo e viene vivacizzato da miriadi di righe colorate. Comodo, pratico e confortevole, si rivela perfetto per affrontare il primo mese dell’ Estate.

L’accessorio del mese

 

Jacquemus

Ricordate l’iconicissmo Bomba hat di Jacquemus, il cappello in rafia dalla falda smisurata? Bene: sta per fare un grande ritorno. Jacquemus, infatti, lo ha incluso nella capsule Eté 2023, e sarà disponibile a breve nello shop on line. Prendete nota: donerà una allure da diva a qualsiasi look voi indossiate.

 

 

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Solstizio d’Estate, il trionfo del Sole

 

Nullo sensibile in tutto lo mondo è più degno di farsi essemplo di Dio che ‘l sole.
(Dante Alighieri)

 

Mancano solo 13 minuti all’ arrivo dell’ Estate. Il Sole, oggi, sancisce il suo trionfo: è il giorno più lungo dell’ anno, le ore di luce prevalgono nettamente su quelle di buio. In Italia, considerando le differenze tra le varie latitudini, il Sole splenderà per circa 15 ore di fila. Ritorna la magia del Solstizio, da “Solstat”, in latino “il sole si ferma”. La potenza dell’ “astro infuocato” raggiunge l’apice, connettendo cielo e terra attraverso una straordinaria energia cosmica. Le piante acquisiscono virtù portentose, quelle aromatiche si bruciano nei tipici falò serali. I Druidi solevano raccogliere i ramoscelli di vischio (sempreverde sacro ai Celti) con una piccola falce dorata, simbolizzando l’unione tra la luna (la forma del falcetto) e il sole (lo splendore del metallo); la verbena era foriera di future ricchezze, la felce possedeva una valenza duplice: rivelava tesori occulti tramite i suoi semi e donava l’invisibilità a chiunque si impadronisse del suo fiore (un fiore che in realtà non è mai esistito). L’ artemisia proteggeva dalla negatività, mentre l’ iperico e la calendula racchiudevano l’ energia dei raggi solari. Poste sotto il cuscino, inoltre, le erbe del Solstizio permettevano di divinare il futuro per mezzo dei sogni. Il 21 Giugno, l’ anno arriva alla sua esatta metà. Il Cosmo inaugura un nuovo corso in cui predominano il Fuoco e l’ Acqua, il Sole e la Luna, il Maschile e il Femminile, elementi e principi opposti ma complementari. L’acqua, non a caso, rimane uno degli emblemi della notte di San Giovanni (il 24 Giugno), quando assume proprietà miracolose sotto forma di guazza: propizia la fertilità e conferisce benefici immensi alla pelle e ai capelli delle giovani donne. Il fuoco, la notte del Solstizio, ricorre nella tradizione dei falò: ognuno di essi simboleggia il vigore solare, lo celebra e sostiene a un tempo. Non dimentichiamo, infatti, che il progressivo declino dell’ astro inizia già a partire dal 22 Giugno. Gli antichi popoli europei erano soliti accendere i falò, ma non solo: nel buio risplendevano le fiaccole delle processioni, ruote di legno infuocate venivano fatte rotolare lungo le colline…Il fuoco possedeva anche una valenza purificatrice; teneva lontani i malanni così come gli spiriti maligni, che la notte del Solstizio accedevano liberamente al varco tra mondo visibile e invisibile. Le danze rituali attorno al fuoco e i salti sulle fiamme – se non ci si inceneriva gli abiti, la fortuna era garantita tutto l’ anno – proliferavano. Per sigillare il loro amore, gli amanti intrecciavano le mani su un falò. Il rimando all’ amore non era casuale: durante il Solstizio d’Estate, quando la natura è all’ apice della sua abbondanza, temi quali l’ accoppiamento e la fecondità diventavano pregnanti.

 

 

Per le popolazioni celtiche, il Solstizio era Litha: questo nome, ispirato alla dea sassone del grano, designa anche il sabbat della Ruota dell’ Anno celebrato tra il 19 e il 23 Giugno. Litha era l’equivalente di Demetra, la dea greca del raccolto e delle messi, e della divinità romana Cerere, che presiedeva alla fertilità. Con Litha, l’accento veniva posto sul ciclo perenne di morte e rinascita dei cereali. Una ballata quattrocentesca diffusa in Scozia e in Inghilterra, “John Barleycorn” (“Giovanni Chicco d’Orzo”), racconta proprio la storia dello “spirito dell’ orzo” che muore e poi rinasce come il dio Sole. Tornando ai Celti, un altro nome che diedero al Solstizio è Alban Heruin (“luce della spiaggia” o “della riva”). Collocato a metà dell’ anno, l’arrivo dell’ Estate era equiparato alla “terra di mezzo” generata dall’ incontro tra mare e terraferma: la spiaggia, appunto. E in ambito italiano, quali sono le figure più rappresentative del 21 Giugno? A San Giovanni Battista, la cui festa fu sovrapposta dalla Chiesa Cattolica alle celebrazioni pagane per il Solstizio, potremmo affiancare Giano, il dio Bifronte della tradizione romana. Giano è il simbolo per eccellenza delle Porte Solstiziali; significa “passaggio” il suo nome stesso e regna sui periodi di transizione, sui nuovi inizi esistenziali. I due volti del dio Bifronte sono rivolti uno al passato e uno al futuro. Nell’ antica Roma era veneratissimo, ma si suppone che il suo culto risalga a un’ età arcaica dove veniva inglobato a quello dei cicli naturali. Con il passar del tempo, Giano assunse una valenza sempre più importante: basti pensare che per i romani non aveva nè padre nè madre, era l’origine del tutto.

 

 

In questi tempi incerti, festeggiare il Solstizio d’Estate può rappresentare un punto fermo: un’ occasione per riconnettersi con la natura, per omaggiare il culmine della sua rigogliosità. Potremmo accendere un falò in giardino, o laddove ci è concesso (pare che i falò sulla spiaggia siano vietati in molte zone d’Italia), e arricchirlo di erbe aromatiche, rigorosamente nove, come la lavanda, l’artemisia, il timo, la ruta, il vischio, il finocchio, la verbena, la piantaggine e l’ iperico, la pianta che – secondo la leggenda – concentra in sè l’energia del sole. A proposito di iperico, le sue virtù fitoterapiche non vanno trascurate: rinforza il sistema immunitario, possiede spiccate proprietà antinfiammatorie e antidepressive. Ma se volete rimanere in ambito magico, raccoglietene in abbondanza per attirare la fortuna e per proteggervi dalle entità malvagie. Il giorno del Solstizio d’Estate, anticamente, veniva appeso sui portoni proprio per mantenerle a distanza.

 

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Sulle tracce del Principe Maurice – Il Principe e la Luna

 

 

In questa intervista, si parlerà moltissimo della Luna. La Luna in quanto astro, protagonista dei molteplici eventi cosmici che dall’ inizio dell’ anno ci fanno tenere lo sguardo incollato al cielo, e la Luna evocata, come quella che dà il nome alla pittoresca Terrazza Blue Moon del Lido di Venezia. Ma anche la Luna che regna, regina assoluta, sul cielo della notte, e fa da sfondo alla nightlife già brulicante della stagione estiva. E poi la Luna onirica delle atmosfere interiori, il cui bagliore rischiara, etereo, gli angoli più reconditi dell’ anima. Naturalmente, oltre a quello dell’ astro d’ argento, affronteremo molti altri argomenti ancora. Ma se considerate che il Principe Maurice è una creatura notturna, e che da sempre ama definirsi “lunare”, il fil rouge di questa puntata della rubrica costantemente sulle sue tracce è assai pregnante. Basti pensare che, stasera, il Principe lunare dedicherà alla Luna di Fragola l’ inaugurazione della Terrazza Blue Moon al Lido di Venezia. Vi sembra un gioco di parole? Non lo è: tornato nella location che l’ ha visto mattatore assoluto per tutta l’ estate 2020, Maurice ha in programma una “soirée” intrisa di magia. Gli sbalorditivi ospiti e la consueta atmosfera surreale esalteranno al massimo il suo “One Man Cabaret Lunaire”, la Luna di Fragola farà il resto. Sono sicura che l’ ultima superluna dell’ anno, primo plenilunio estivo al tempo stesso, impregnerà l’ evento dei suoi positivi influssi. L’ estate del Principe non potrebbe iniziare in modo migliore…

 

 

Raccontaci qualcosa della tua rutilante apparizione fatta il 1 Maggio in occasione dell’evento “Il suono del silenzio”, allestito dal team Metempsicosi al Teatro delle Rocce di Gavorrano: un live streaming davvero magico…  

L’evento al Teatro delle Rocce a Gavorrano ha ribadito che realtà come quella della Metempsicosi, storica agenzia toscana riferita al mondo della notte, sono ancora vive e che sono più che pronte a ricominciare alla grande. Con il SILB, inoltre, il 31 Maggio ho avuto il compito di aprire un dibattito a Milano, alla presenza del consigliere comunale Filippo Barberis in rappresentanza del Sindaco Sala, che riguardava i giovani dell’associazione COGEU e il codice etico da essi promulgato. Milano è un centro importante in quanto è sempre stata la città della ripartenza, della rinascita – sia economica e culturale – per l’Italia tutta nei momenti difficili. Ma devo dire che anche Venezia è molto attiva, e vorrei organizzare un evento un po’ più spettacolare incentrato sulla funzione di attrazione turistica che esercitano i locali da ballo nelle zone costiere: la Riviera Romagnola, Veneta, Toscana, per non parlare di aree ancora più quotate tipo il Salento o la Sardegna. Puntiamo a catalizzare l’attenzione sul nostro settore perché non abbiamo ancora spiragli concreti per ricominciare ad operare: una situazione assurda e scandalosa. La cronaca recente evidenzia un disagio generazionale che sta sfociando in violenza perché lasciato a se stesso. Il mio obiettivo è operare a sostegno delle esigenze dei giovani soprattutto ora, in vista dell’estate.

 

Il Principe in un look rutilante durante la sua performance all’ evento “Il suono del silenzio” con il team Metempsicosi

Quell’ evento si è svolto sulla scia del magnetico influsso della Superluna rosa, ma il 26 Maggio scorso siamo rimasti senza fiato davanti ad un altro spettacolare show cosmico: la Superluna di Sangue. Hai avuto modo di ammirarla? La luna piena, al perigeo, è stata definita la più grande di tutto il 2021…     

Sì, ho avuto modo di ammirarla: nella camera dell’Hotel che mi ospitava, ho aperto la finestra e ho lasciato che venisse a trovarmi nel mio letto. Ho passato una notte insonne facendo l’amore con la luna piena, meravigliosa, che avevo proprio di fronte. La luna è la mia amante vera, mi accompagna sempre…Così come influisce sulle maree, anch’io la percepisco nel mio animo. Mi fa ribollire, mi fa sognare!

A proposito di Luna, vorrei porti una domanda leggermente impregnata di magia. Tu credi nei suoi poteri, nell’ influenza delle fasi lunari sulla natura e sugli esseri umani? Che rapporto hai con l’“astro d’argento”?

Assolutamente sì. Ci credo tantissimo sin da piccolo: quando finivano le scuole, i miei non mi obbligavano ad andare a letto presto. Ho avuto la fortuna di vivere in case con dei bei giardini, dove di notte, d’estate, vagavano le lucciole…e la luna era già a quei tempi una mia compagna fedele. Ringrazierò sempre i miei genitori per avermi lasciato libero di vivere le mie fantasie, le mie illusioni, che poi sono diventate certezze! Sono convinto al 100 per cento che gli astri ci influenzino tantissimo: se condizionano persino le maree, immagina la potenza e l’energia che riescono a sprigionare! Credo abbastanza anche nell’ astrologia. Per quanto riguarda la luna, su di me ha un potere diretto e potentissimo. E poi, è amica e complice del nostro divertimento, del nostro essere deliziosamente trasgressivi (sempre nei limiti del rispetto di sé e degli altri)…Subisco moltissimo il suo influsso dal punto di vista dell’umore, delle energie, anche a livello, direi, quasi estetico. Io quando la luna è piena, oppure ha un colore, un alone particolare, mi incanto a guardarla. Ecco perché la notte in cui splendeva la Superluna di Sangue, dopo essermi sdraiato a letto, ho lasciato che la sua luce surreale, magica, suggestiva, entrasse dalla finestra aperta e ho fatto l’amore con lei tutta la notte.

 

Maurice durante una performance sulla Terrazza Blue Moon nell’estate 2020. Sullo sfondo, il magico tramonto del Lido di Venezia

L’Estate si avvicina a grandi passi. E qui riappare di nuovo la Luna, perché ho intenzione di chiederti se tornerai a regnare sulla Terrazza Blue Moon: una delle location più suggestive del Lido di Venezia.

Effettivamente si, tornerò alla Terrazza proprio il 25 Giugno inaugurandola con un suggestivo evento dedicato alla Luna piena di San Giovanni in collaborazione con la società Vela, il Comune di Venezia e la gestione del Bistrot del Mar di Fabiano Ruffini. Avremo ospiti a sorpresa a dir poco meravigliosi, sarà la serata che coinciderà con l’apertura stagionale della Terrazza. La Performing Artist Veronica Mariani si esibirà in evoluzioni di danza acrobatica e lo storico dj Otto Casagrande, alla consolle, supporterà il mio “One Man Cabaret Lunaire”. Dopo quello di Giugno sono in programma due eventi ad Agosto e stiamo studiando qualcosa di speciale per Settembre in occasione della Mostra del Cinema. Non si tratterà di feste a tema, la visione d’insieme sarà più eterogenea, ma di sicuro dedicherò una serata a Gabriele D’Annunzio: per celebrare i 1600 anni di Venezia ho scelto il Vate in quanto, agli inizi del ‘900, ribattezzò il Lido “l’Isola d’Oro” contribuendo a decretarlo meta di un turismo internazionale tra i più prestigiosi al mondo. Del Lido sono innamoratissimo, così come di Venezia. E sono molto dannunziano, come ben sapete. Dannunziano fuori e pirandelliano (uno, nessuno, centomila) dentro!

 

Ancora due belle immagini dell’ estate “in Terrazza” del 2020

So che per la stagione calda hai in programma (e in parte hai già realizzato) un’autentica miriade di progetti. Giochiamo al “botta e risposta”? Io ti cito la location e tu ci racconti l’evento corrispondente. Parto subito con Riccione.

A livello di discoteche, la riapertura non è ancora chiara e precisa al 100%. Molti locali hanno deciso di rimandarla a dopo l’estate, in previsione di una risoluzione definitiva del problema Covid. Nella mia estate, sicuramente, Riccione ci sarà: dopo il corto di Numero00 a cui ho preso parte e la mia esibizione al Primadonna Lounge Restaurant, la “perla verde dell’ Adriatico” è tornata ad intrigarmi e ho riattivato i canali giusti per fare una rentrée in grande stile. Anche se il Cocoricò ha stabilito di riaprire non prima del prossimo autunno. Riguardo i miei programmi, dato che la pandemia ci ha abituato ad attendere le varie conferme fino all’ ultimo minuto, non vi dò anticipazioni…Però a Riccione, con cadenza mensile, potete star certi che ci sarò! Un solo indizio: mi troverete sulla spiaggia. (ride, ndr) Vi assicuro, comunque, che sarete i primi a sapere dove con esattezza!

 

Uno scatto riccionese. A fare da sfondo, stavolta, è il celebratissimo mare della “Perla Verde dell’ Adriatico”

Riccione ha una gran voglia di rinascere, si sta reinventando in tanti modi. L’ iniziativa di Valerio Farina (fondatore del fashion brand Numero00), che ha ambientato proprio lì il suo corto presentato a Milano Moda Uomo, significa che c’è un grande desiderio di tornare ad esprimere la creatività, di ricominciare alla grande puntando sulla qualità. La moda, a Riccione, è evoluta in uno street style raffinato, elegante: un mix di tagli informali e tessuti pregiati che ha intrigato persino il sottoscritto, grande amante ultimamente dello stile classico. Questo nuovo street style riccionese lo trovo molto in linea con la filosofia del divertimento, in particolare romagnolo, basata su un connubio di sciccheria e tendenza. C’è sempre, a livello empatico, un rapporto tra la vita notturna e ciò che si indossa anche di giorno. E’ straordinaria questa armonia che continua ad esserci e a rinnovarsi, Riccione è proprio il top! La cosa spettacolare degli abiti di Numero00, poi, è che sono musicali! Nel senso che su alcune parti dei capi sono stati stampati dei QR Code che, se vengono inquadrati da un cellulare, consentono di scaricare una favolosa playlist di musica house rinnovata ogni mese. E’ veramente fantastico come il brand di Valerio Farina sia riuscito a rendere vivi e musicali anche gli abiti, che grazie ai QR Code diventano delle playlist ambulanti! “Listen to your wardrobe”! Nel corto di presentazione della collezione, a cui ho preso parte insieme a Maurizio Monti, Giuseppe Moratti e Miller Sgargi, l’ideatore e dj di Villarzilla (il privè della Villa delle Rose), noi quattro segnaliamo ai modelli che sugli abiti c’è il QR Code da inquadrare con lo smartphone. E lo facciamo tramite dei manifesti, dei flyers e delle locandine come si trattasse di dover partecipare ad un disco party…Il fatto di poter scaricare della buona musica, selezionata dai più importanti dj per Numero00, è un’opportunità eccezionale. Mi ha fatto molto piacere condividere le riprese del corto con Monti, Moratti e Miller, tre autentiche icone del mondo della notte: la nostra reunion accentua ulteriormente il fascino di un video rappresentativo di tante tendenze della Riviera. La sera precedente alle riprese, invece, invitato da Mauro Bianchi, ho fatto un dj set in un elegantissimo lounge restaurant inaugurato negli spazi dell’ex Green Bar di viale Ceccarini, il Primadonna. E’ un locale straordinario, c’è una fusion di altissima qualità. “Primadonna”, peraltro, è anche il nome di un noto brand di calzature che ha una boutique proprio lì accanto. Ho colto l’occasione e dopo tanti anni mi sono comprato un paio di scarpe con tacco che ho indossato anche nel video! E’ stato davvero fantastico, emozionante e molto divertente cimentarmi nel ruolo di dj in un locale di viale Ceccarini: un meraviglioso flashback.

 

Lo straordinario corto della collezione PE 2022 di Numero00, ambientato a Riccione. Il Principe appare nel video come guest star insieme a Maurizio Monti, Giuseppe Moratti e Miller Sgargi

 

Il nostro eroe al Primadonna di viale Ceccarini e…

….mentre ci presenta i sandali gioiello che si è appena comprato nella boutique omonima del nuovo locale. Li indossa, peraltro, anche nel corto di Numero00

Monte Carlo.

In questo periodo, Monte Carlo è stato il regalo più bello che abbia ricevuto. Mi riferisco a un evento prestigiosissimo che si è tenuto all’ Hotel de Paris, Le Grand Bal des Princes et des Princesses: c’era molta aristocrazia europea, soprattutto residente nel Principato di Monaco, c’era…non potrei dire se c’era o se non c’era, perché hanno voluto che questa cosa rimanesse segreta… “Monseigneur”, ovvero S.A.S. Alberto II. Il fatto che fosse presente la Banda dei Carabinieri di Monaco però è indicativo, perché significa che la rappresentanza ufficiale dei Principi era lì. Il ballo è stato veramente da sogno, 150 super Ospiti. Gli allestimenti erano incredibili, l’organizzatrice Delia Grace Noble (cantante lirica e ambasciatrice Unicef) ha pianificato in modo impeccabile questo primo evento mondano mondiale in presenza…Non si è ballato, si è trattato di una Cena di Gala – rigorosamente rispettosa delle norme anticovid – impreziosita dalle esibizioni di alcuni artisti, cantanti lirici, danzatori classici, musicisti di fama e provenienza internazionale. L’ evento di beneficenza, organizzato a favore della Fondazione intitolata alla Principessa Grace, è stato ricco di bellissimi interventi.

 

Momenti da sogno al Grand Bal des Princes et des Princesses di Monte Carlo

Il Principe “on stage”

Il protocollo principesco, sapete, è estremamente particolare: lo spettacolo non si svolge mai durante la cena, bensì prima e dopo. Mentre si cena non vola una mosca, il protocollo prevede che i commensali possano conversare tra loro. Le bevande vengono tutte servite, non ci sono bottiglie in tavola, perché c’è un controllo rigoroso del tasso alcolico e quando la cena è terminata non si può più bere alcol. Naturalmente, essendo presenti altezze reali e addirittura imperiali, bisogna assolutamente evitare il rischio che qualcuno possa alterarsi in loro presenza! Quando poi tutta la corte monegasca se ne è andata, io ho dedicato a Delia Grace Noble e a George Axente, il Direttore Artistico, nonché agli artisti, una canzone solo per loro. Partecipare al Gran Ballo sia nelle vesti di performer che di Maestro delle Cerimonie per me è stata una grande soddisfazione, ha risollevato tantissimo il mio stato d’animo. Ma vi racconto anche altro: così come a Monte Carlo mi sono esibito nel mio primo evento privato al chiuso in presenza, al Salone Nautico di Venezia si è svolto il mio primo evento pubblico all’ aperto. Alla festa di chiusura del Salone, che si è tenuta all’ Arsenale, ero con la dj Gloria Fregonese. Ho partecipato nel ruolo di dj, cantante e vocalist davanti a un pubblico che includeva il Sindaco Luigi Brugnaro, molto soddisfatto della riuscita di questa iniziativa che ha voluto fortemente.

 

Delia Grace Noble (a sinistra), soprano, ambasciatrice Unicef oltre che organizzatrice di Le Gran Bal des Princes et des Princesses, insieme alla giovanissima (16 anni) e virtuosa pianista Stella Almondo, che si è esibita nel corso dell’ evento

La canzone che il Principe ha dedicato a Delia Grace Noble, al direttore artistico George Axente e a tutti gli artisti presenti al Grand Bal: un’ autentica perla

Il Lido di Venezia.

Come ti dicevo, il mio legame col Lido è consolidato. Punto sull’evento dedicato a D’ Annunzio che ho in programma per i 1600 anni di Venezia e che sarà collegato alla performance in Terrazza del prossimo Agosto. Spero di riuscire a organizzare anche qualcosa in giro per il Lido, che parta cioè nei dintorni della Terrazza e poi si concluda lì, ma bisognerà decidere in base a eventuali restrizioni perché si potrebbero creare assembramenti…Molto probabilmente, l’evento si concentrerà tutto sulla Terrazza Blue Moon.

 

Un’ immagine molto lunare della Terrazza Blue Moon

Treviso e dintorni.

Così come esiste la Serenissima Signora dei Mari, esiste anche la Venezia di terra. Lo splendore di Venezia si è esteso ai luoghi sottoposti al dominio della Serenissima. Tra questi, la marca trevigiana è senza dubbio è uno dei più importanti e interessanti. Qui, oltre a contare su un rapporto ormai consolidato con la famiglia Venerandi (titolare dell’Odissea Fun City), ho instaurato un bellissimo gemellaggio con il Teatro Accademico di Castelfranco Veneto dove recentemente mi sono esibito in una rievocazione storica nei panni del Doge Pasqual Cicogna, il costruttore del Ponte di Rialto. Fu lui a nominare il primo Podestà veneziano su terraferma, il nobile Giorgio Semitecolo, che fu accettato con grandi onori e grande entusiasmo. Il Teatro Accademico è un unicum mondiale perché ha due grandi finestre che consentono di utilizzarlo anche di giorno. Quindi di giorno ospitava simposi, studi e seminari, mentre di sera (sto parlando del ‘700) era uno spazio adibito all’ intrattenimento musicale con ballo. Ribadisco quello che vi ho già detto in svariate occasioni: il Teatro di Castelfranco Veneto è l’esempio mirabile di ciò che dovrebbero diventare le discoteche, sfruttabili di giorno come centri di cultura giovanile e di sera come luoghi votati al ballo e al divertimento. A Spresiano di Treviso, invece, inaugurerò una versione estiva del dinner show. Piace e lo portiamo avanti! La location sarà l’Odissea Fun City, dove mi esibirò in una cena spettacolo “leggera e simpatica” in previsione di una futura variante più sontuosa, unica nel territorio, un po’ in stile Lido di Parigi. L’Odissea è diventata la mia seconda casa madre. Lì mi trovo benissimo, si è instaurato un tale rapporto di fiducia e di empatia con il titolare, Giannino Venerandi, per cui riesco a esprimermi al meglio. La famiglia Venerandi per me rappresenta il lato virtuoso della notte, un mondo che continua ad essere sacrificato e vituperato. E’ importante che si sappia che il settore del clubbing è fatto anche di grande professionalità, di imprenditori che danno lavoro a migliaia di persone che hanno famiglia. Questo aspetto positivo e pregevole andrebbe enfatizzato, presentato all’ opinione pubblica, che considera il mondo della notte solo fatto di cose brutte.

 

Il Teatro Accademico di Castelfranco Veneto e alcuni suoi scorci. Qui, Maurice recentemente si è esibito in una rievocazione storica nei panni del Doge Pasqual Cicogna

Che tipo di augurio hai fatto a te stesso, in occasione del Solstizio d’Estate?

Il Solstizio d’Estate è stato per me una grande fonte di ispirazione. Tutti gli eventi associati alla natura, all’ universo, al movimento degli astri e ai pleniluni, che si sono verificati di recente, mi suggestionano tantissimo. Mi sono convinto a confrontarmi definitivamente con la figura di mio fratello gemello, Massimo, morto ad appena 11 mesi. Il fatto che sia venuto a mancare così presto lo ha tramutato in una figura particolarissima: ho dovuto immaginarlo completamente, ma lo “sento”, percepisco la sua presenza continua. Di Massimo non ho ricordi fisici o materiali, bensì direi quasi genetici, esoterici. Sto creando un lavoro teatrale incentrato su di lui per chiudere il cerchio con il mio rapporto “controverso” nei suoi confronti, per raccontarvi di me e di un’entità che siamo io e mio fratello al tempo stesso. Il Principe Maurice è proprio il prodotto di questo sdoppiamento. Non posso dare troppe anticipazioni sul mio progetto, chiarirò tutto quando lo spettacolo andrà in scena: per saperne di più, dovrete venirmi a vedere! (ride, ndr)  L’augurio che ho fatto a me stesso, quindi, è quello di riuscire a raggruppare tutti gli elementi necessari per realizzare un sogno nel cassetto che voglio assolutamente concretizzare! A tutti i miei colleghi, agli operatori del settore, ai titolari dei teatri e delle discoteche, ai direttori dei festival e così via, auguro invece di ricominciare, perché ne abbiamo un bisogno ormai impellente. Non possiamo proprio aspettare oltre, è fondamentale: vogliamo lavorare ed esprimerci. Per gli artisti o per chi si occupa del nostro settore non lavorare è terrificante, significa spegnersi! Comunque devo dire che qui nel Veneto ma anche in Romagna vedo molta voglia e molta capacità di riorganizzarsi. Che siano d’esempio ed incoraggiamento per tutti.

 

Un Principe in versione esoterica in una foto scattata sulla Terrazza del Lido nel 2020

 

Photo courtesy of Maurizio Agosti

 

 

 

 

Solstizio di Estate (Alban Heruin)

 

” C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole. “

(Giovanni Pascoli)

Stamattina, alle 5.31, l’ Estate ha fatto il suo ingresso trionfale. L’ arrivo alle prime ore dell’ alba ha accentuato la suggestività e la valenza emblematica che il Solstizio di Giugno porta con sè da sempre: un nuovo inizio, un nuovo ciclo naturale che ben si associa agli istanti del sorgere del sole. In quel momento, alle 5.31 appunto, l’ astro infuocato era posizionato alla declinazione massima nel suo moto lungo l’ eclittica e al culmine dell’altezza rispetto all’ orizzonte. Nell’ emisfero boreale è il giorno più lungo dell’ anno, ore ed ore di luminosità senza pari. Potremo definire il Solstizio, non a caso, “la festa del Sole”: la potenza che emanano i suoi raggi raggiunge l’ apogeo, cielo e terra si uniscono in una danza cosmica impregnata di energia e di misticismo. I Druidi battezzarono il 21 Giugno “Alban Heruin”, traducibile come “luce della riva” o “della spiaggia”, un rimando alla concezione celtica dell’ universo; la spiaggia, la riva, erano “terre di mezzo” che univano mare e terraferma.  E il Sole, che ad Alban Heruin si trovava proprio all’ intersezione tra le terre, per i Celti situate a nord dell’ equatore celeste, e i mari, situati al suo sud, era una sorta di trait d’union di quelle due superfici. Il significato attribuito all’ accensione dei falò – rituale del Solstizio per eccellenza – ha sempre a che vedere con il Sole, del quale il fuoco simbolizza e rafforza la potenza: le fiamme prolungano l’ energia caratteristica dell’ astro, che dal primo giorno di Estate in poi andrà affievolendosi a poco a poco (portandosi via anche la luce), e  poi purificano, allontanano le entità malefiche e i malanni. Ma se il Sole è il protagonista principale del 21 Giugno, quest’anno dovrà contendersi il primato con le stelle. Perchè? Ve lo spiego qui di seguito…

 

 

Fino al 20 Luglio sarà attiva una vera e propria cascata di stelle cadenti, dette Lambda Sagittaridi in quanto pare che abbiano origine nella costellazione del Sagittario. La loro performance più spettacolare si è svolta nel weekend appena trascorso, tra sabato e domenica notte, ma è previsto che ci regalino molti altri momenti di magia nelle ore buie dei giorni prossimi. La notte del Solstizio, in questo senso, viene data per certa: prepariamoci quindi a dare il benvenuto all’ Estate celebrando il Sole, re della luce e della rinascita, ma ammirando anche il fulgore di uno sciame di stelle. Perchè se il Sole è forza, vigore, luminosità allo stato puro, anche gli astri che brillano nel cielo notturno racchiudono un simbolismo estremamente affascinante. Penso a una celebre frase di Victor Hugo: “Ciò che fa notte dentro di noi, può lasciare stelle”. Sono parole significative, decisamente profonde. Delle autentiche lezioni di vita.