Sulle tracce del Principe Maurice – “Il tempo di Casanova” e la Callas del futuro

(Photo courtesy of Maurizio Agosti)

Il Carnevale di Venezia ha aperto ufficialmente i battenti, e lo ha fatto il 14 Febbraio, in concomitanza con la festa di San Valentino: lo sfarzoso evento di inaugurazione tenutosi in Piazza San Marco, “Cuore a cuore”, ha voluto omaggiare l’amore incarnandolo nel grande seduttore a cui è dedicata l’edizione 2025 della kermesse, Giacomo Casanova, nato nella Serenissima 300 anni orsono. “Il tempo di Casanova” sarà un Carnevale assolutamente speciale, ricco di spettacoli e iniziative che celebreranno l’affascinante avventuriero. E ad impersonarlo non poteva essere che il Principe Maurice, ormai da anni suo sommo interprete sia nella perla lagunare che in numerose “trasferte” in Italia e all’estero. La serata d’apertura del Carnevale, “Cuore a cuore”, naturalmente lo ha visto brillare sul palco. Il suo Casanova, sofisticato e carismatico, ha ammaliato il folto pubblico che affollava Piazza San Marco. Ed è solo l’inizio: nei panni del poliedrico libertino, il Principe si prepara ad esibirsi in una lunga lista di eventi carnascialeschi. Volevo saperne di più, e ho deciso di farmi raccontare tutto da Maurice in persona nell’intervista che posto qui di seguito. Che non è, badate bene, esclusivamente incentrata sul Carnevale…Vi invito a leggerla fino in fondo!

 

Credits: Andrea Rizzo

Non ci sentiamo, auguri di Natale a parte, dall’estate scorsa: un periodo lunghissimo, considerando che la tua vita viaggia alla velocità della luce! Ripercorriamo insieme questi ultimi mesi. Intanto, il 15 Novembre è stato il tuo compleanno, e so che l’hai festeggiato in modo a dir poco spettacolare…

In realtà, essendo un “+1”, è stato meno eclatante di quello dell’anno scorso, però ugualmente bello ed emozionante. L’ho vissuto con il mio pubblico, ma anche in famiglia: ultimamente sento il bisogno di rendere la mia vita più intima, anche se poi tutto ciò che faccio diventa spettacolo immancabilmente. Ho festeggiato la mezzanotte del mio compleanno al Plastic di Milano per assistere alla presentazione del nuovo brano del mio stilosissimo amico Thomas Costantin; il giorno dopo l’ho trascorso a casa di mia sorella, per la quale ho un attaccamento quasi morboso dato che è l’ultimo membro della mia famiglia: abbiamo preparato una torta in casa con i miei nipoti e pronipoti. La sera del 15 Novembre mi sono spostato in un locale di Mantova, il Mascara, che proprio quel giorno spegneva 28 candeline! Sabato 16, infine, si è tenuta questa straordinaria, meravigliosa, incredibile festa all’Area City di Mestre, “Satanika”, che è uno dei primi format a cui ho partecipato. Con me c’erano Dj Ralph, Massimino, Ricci Jr. e Nicola Parente, patron dell’Area City quando ero agli inizi della mia carriera. È stato bellissimo, uno spettacolo eccezionale! Il pubblico era composto dallo zoccolo duro dei miei aficionados, un gruppo di cari amici è arrivato apposta da Venezia per festeggiarmi. Però l’attenzione l’ho rivolta più al prodotto artistico che alla mia persona, forse perché non voglio sentirmi più vecchio di quello che sono già…(ride, ndr.). L’età è uno stato d’animo e l’anagrafe non mi tange più di tanto.

 

Maurice con Thomas Costantin al Plastic di Milano, dove ha festeggiato una “tranche”del suo compleanno

La festa “Satanika” all’Area City di Mestre

Quali sono gli eventi di cui vuoi parlarci, tra quelli che ti hanno visto protagonista nel tuo periodo di latitanza da MyVALIUM?

Senz’altro l’evento in cui è stata svelata in anteprima mondiale la nuova Vanquish della Aston Martin (il brand preferito da James Bond): si è tenuto durante l’81esima edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia ed era affollato di star. La serata è stata organizzata dalla mia cara amica londinese Meredith O’Shaughnessy, responsabile degli eventi dell’Aston Martin a livello internazionale, insieme alla potente agenzia di Bianca di Savoia Arrivabene; inutile dire che eravamo veramente al top. L’incontro più emozionante, per quanto mi riguarda, è stato quello con Michael Douglas, perché ha una villa a Palma di Maiorca e c’eravamo già incrociati da qualche parte. Pur non conoscendoci così bene, il nostro legame con la più grande isola delle Baleari ha fatto sì che quella sera facessimo comunella! Le star del cinema erano presenti proprio tutte, è stata una festa pazzesca. All’evento ho contribuito come consulente, ma la serata me la sono goduta da ospite! C’erano degli allestimenti pazzeschi, il ricevimento era eccellente…È stata un’esperienza stupenda, veramente emozionante. Ma la cosa più bella è che mi sono sentito a casa, una gran soddisfazione dato il calibro degli invitati. Alla fine di Settembre, invece, abbiamo celebrato il decimo anniversario del  “Grand Bal des Princes et des Princesses” all’Hotel de Paris di Montecarlo. Anche in quell’occasione ero Maestro di Cerimonie. L’evento, patrocinato dal Principe Alberto II di Monaco, è stato meraviglioso, molto elegante…ricco di abiti, costumi e ospiti eccezionali. L’asta di beneficenza per la Fondazione Princesse Grace è andata benissimo. Passando al mese di Ottobre, arriviamo direttamente alla notte di Halloween: al Memorabilia  che si è tenuto al Cocoricò, mi sono esibito sotto la Piramide insieme a Talla 2XLC, Cirillo, Saccoman e Ricci Jr. E’ stato bello, bello come sempre. Quello del Memorabilia è un format che ho nel cuore: è la testimonianza che abbiamo fatto, sì, la storia, ma siamo sempre un work in progress. Con noi ogni volta c’è l’emozione della sorpresa, non ci ripetiamo mai…è un po’ la mia filosofia. E’ intrigante inventare sempre nuove cose per stupire il pubblico, che è il pubblico più bello che si possa desiderare perché dimostra un’empatia, una passione che ti riportano indietro nel tempo.

 

Nella foto sopra e nei due scatti qui sotto, il Principe al Memorabilia di Halloween che si è tenuto al Cocoricò

 

Qualche giorno prima della “notte delle streghe” sono volato in Germania, precisamente a Mannheim, per il 60esimo compleanno di Sven Väth: lo ha festeggiato il 25 e 26 Ottobre al Time Warp, uno dei festival itineranti di musica techno più importanti del mondo. Al compleanno di Sven ho fatto da presentatore ed entertainer; nella sala grande c’erano oltre 15.000 persone e un parterre di dj pazzeschi! La festa era ispirata al film “Barbarella” di Roger Vadim: io, che indossavo un outfit originale di Paco Rabanne (costumista del film ndr.), ho fatto anche la mia bella figura “fashion”. La techno berlinese è diventata Patrimonio Immateriale dell’Unesco un anno fa e ho voluto celebrare anche questo splendido traguardo!

 

Con Sven Väth (a sinistra nella foto). Il leggendario dj e producer tedesco ha festeggiato il suo 60esimo compleanno al Time Warp Festival di Mannheim, in Germania

Il Principe in puro stile Space Age nell’oufit griffato Paco Rabanne

Poi, a Novembre, la Contessa Pinina Garavaglia mi ha invitato al suo ricevimento a tema “Pink”. Ho ripristinato il mio storico completo di Valentino e mi sono divertito moltissimo, ho ritrovato vecchi amici e ne ho conosciuti di nuovi. Pinina è una padrona di casa straordinaria, brillante e ironica. Ha la capacità di amalgamare persone di ogni genere, di farle empatizzare e comunicare. Le differenze non emergono sotto nessun punto di vista: si è accomunati da un tema, da un gioco e dalla voglia di far festa.  Essere ricevuti in maniera elegante, ma anche leggiadra e leggera, è il segreto per far star bene tutti. E Pinina in questo è maestra.

 

Momenti magici al Pink Party della Contessa Pinina Garavaglia

 

Raccontaci del tuo grande progetto su Maria Callas, a cui ci hai già accennato. Hai qualche aggiornamento da darci?

“EONIA Callas”, questo il nome del progetto, sta andando avanti…Alla famiglia della divina, che attraverso il ”Maria Callas Estate” gestisce e tutela il suo patrimonio personale e artistico, è piaciuto molto: lo trova assolutamente rispettoso nei confronti della voce inconfondibile, che è addirittura stata estrapolata per cantare a cappella con un accompagnamento orchestrale. Con la tecnologia, oggi, si riesce a fare anche questo. Si tratta proprio della sua voce, vibrante…resa accessibile dal lavoro di squadra tra me, Andy dei Bluvertigo e Eugene Valente. Ho fatto fatica ad individuare chi potesse lavorare insieme a me, a modo mio, con i miei tempi un po’ bizzarri. Poi ho avuto l’intuizione di Andy (Andrea Fumagalli), che è un’anima sensibile, un musicista, un polistrumentista e anche un pittore straordinario, e grazie a lui ho conosciuto il compositore, produttore e cantante Eugene Valente, che collabora per colonne sonore a livello internazionale e lavora con la musica elettronica in modo eccellente. Grazie alla demo preparata insieme e da me portata ad Atene per essere esaminata, il direttivo dell’Estate ha deciso di proseguire con questo progetto. Mi sento onorato ma soprattutto emozionato! L’idea di fondo è quella di portare la voce di Maria alle nuove generazioni; opereremo una selezione delle arie più famose da lei interpretate e le proporremo in modo che possano essere ballate al ritmo della techno (o trance, progressive e via dicendo) nei club e nei festival dedicati a questo tipo di musica. Posso dire che “EONIA Callas” è senz’altro uno dei progetti più importanti della mia vita. Sono sempre stato un grande amante di Maria Callas, e lo porto avanti con tanto di quell’amore che la forza la trovo lì! Maria è la Divina assoluta, mi emoziono ogni volta che ascolto la sua voce…Riuscire a diffondere le vibrazioni di una voce così, umana e sovrumana al tempo stesso, tra i giovani, mi fa compiere il mio dovere su questa terra, la mia missione. Sono felicissimo!

 

Il Principe e il suo amore sempiterno per Maria Callas, la Divina

Insieme a Andy (Andrea Fumagalli) dei Bluvertigo, con cui Maurice porta avanti il progetto “EONIA Callas”

Arriviamo all’anno nuovo e soprattutto al clou di quest’intervista: il Carnevale di Venezia, di cui ci parlerai più approfonditamente in seguito…

All’inizio del 2025, la nostra Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia è volata in Colombia: terminato l’afflato per la Cina, terminato per modo di dire dal momento che la Cina è legata a doppio filo alla vita di Marco Polo, c’è stato un nuovo scambio con Barranquilla, dove il Carnevale è addirittura Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Questa missione, realizzata dall’Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia in collaborazione con l’UniNorte nel contesto di “Catedra Europa”, l’Istituto Italiano di Cultura di Bogotà e l’Ambasciata Italiana, è stata come sempre molto interessante. Il Carnevale di Venezia, invece, quest’anno avrà come titolo “Il tempo di Casanova” e celebrerà i 300 anni del grande seduttore. Non è un caso che inizi il 14 Febbraio. San Valentino è la Festa degli Innamorati e Casanova (interpretato dal sottoscritto) farà da anfitrione in Piazza San Marco e con un grande gala darà lezioni ai giovani: lezioni di bacio e di tante altre cose che pare abbiano un po’ dimenticato! Tra gli eventi da me diretti per l’Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia ce n’è uno (inserito nel programma ufficiale culturale del Carnevale) che racconta della passione per la musica di Giacomo che fu violinista in gioventù e coautore del libretto del “Don Giovanni” di W. A. Mozart su liriche di Lorenzo da Ponte: “Là ci darei la mano…. Casanova versus Don Giovanni” presso e in collaborazione con il Conservatorio Musicale “B. Marcello” di Venezia con protagonisti musicali gli allievi dei corsi avanzati e due cantanti straordinari: il soprano Violeta Botezatu e il baritono Raffaello Bellavista che con me eseguiranno arie dalla celeberrima opera. Post Scriptum: la sede del conservatorio di Venezia è in uno dei più bei palazzi della città.

 

 

Giacomo Casanova, oggi, avrebbe 300 anni. Come lo vedresti proiettato nel nostro tempo?

Giacomo Casanova è stato un testimone importante del suo tempo e la poliedricità del suo carattere lo ha reso un protagonista dell’Illuminismo. Senz’altro un avventuriero e libertino ma soprattutto un intellettuale di primo livello che ha potuto “giocare” con la sua vita perché curioso, intelligente, coraggioso e vivace: qualità necessarie in ogni tempo per evolvere la società.

 

Con Marco Maccarini, co-conduttore dell’evento “Cuore a cuore” che ha inaugurato il Carnevale di Venezia 2025

Il palco di Piazza San Marco, pronto per l’inaugurazione de “Il tempo di Casanova”

All photos courtesy of Maurizio Agosti

 

“Dumbo” da oggi nelle sale: Tim Burton fa rivivere la fiaba dell’ elefantino volante Disney

 

Torna l’elefantino più amato del mondo: l’uscita nelle sale di “Dumbo”, remake del celebre classico Disney del 1941, è prevista proprio per oggi 28 Marzo. A farlo rivivere sul grande schermo sarà un regista d’eccezione, il visionario Tim Burton, che ha diretto una pellicola interamente in “live action” valorizzata da un cast di prima grandezza. Tra i protagonisti appaiono star del calibro di Colin Farrell, Danny De Vito, Eva Green, Michael Keaton, e possiamo esser certi che apporteranno un vortice di emozioni aggiuntive ad un film già di per sè commovente: chi non conosce la storia di Dumbo, l’ elefantino volante? Tim Burton la impregna di magia, raccontandola con il suo stile fiabesco e fortemente onirico. E’ così che ritroviamo personaggi come Holt Farrier (Colin Farrell), che dopo la guerra torna al suo ruolo di artista circense. Il direttore del circo di cui fa parte, Max Medici (Danny De Vito), lo incarica di accudire un baby elefante nato con una strana particolarità: ha delle orecchie smisurate. A causa di ciò, Dumbo (questo il nome del piccolo) viene continuamente schernito; almeno fino a quando Joe e Milly, i figli di Holt, scoprono che è in grado di volare grazie ad una piuma incantata. Da quel momento il circo, allora in crisi, vede risollevate le sue sorti. Il numero del volo di Dumbo riscuote un successo tale che lo scaltro imprenditore V.A.Vandevere (Michael Keaton) porta l’elefantino con sé a Dreamland, il parco di divertimenti che ha appena inaugurato, dove lo fa esibire insieme alla trapezista Colette Marchant (Eva Green). Ma non è tutto oro quel che luccica, e Holt ben presto scopre che il mondo scintillante di Dreamland nasconde un lato oscuro. Quando viene allontanata la mamma di Dumbo se ne ha un esempio eloquente: il cucciolo è devastato, le sue abilità sembrano svanire. Senza fare spoiler, posso solo dirvi che sopraggiungerà un lieto fine e che il nostro eroe ritroverà la felicità. Tim Burton tramuta il cartoon Disney in una fiaba perfettamente incastonata nella sua poetica, dove il valore della diversità viene affiancato a quelli della famiglia e dei sogni. Con le sue enormi orecchie, Dumbo rientra nella “gallery” dei freak che fanno da leitmotiv alla filmografia del regista, ma è in buona compagnia: quasi tutto lo staff di Max Medici, in fondo, dà vita a una sorta di Circo Barnum. Quel che conta sono complicità, la solidarietà,  il senso di “l’unione fa la forza” che si instaurano tra questi fenomeni, la capacità di saper essere famiglia. La purezza del sogno viene distrutta dal marciume che si cela dietro una facciata fuorviante, però alla fine trionferà e sancirà la vittoria dell’ amore autentico, incondizionato, che va al di là di ogni “mostruosità”: quell’ essere “diversi” che in realtà ci rende unici e speciali, come le immense orecchie che permettono a Dumbo di volare…Fisicamente, certo, ma soprattutto metaforicamente. Trasformando un presunto difetto nel suo punto di forza. Per ricreare la storia dell’ elefantino, Burton si avvale di un team sfavillante e premiatissimo che include, tra gli altri, lo scenografo Rick Heinrichs, il direttore della fotografia Ben Davis, lo sceneggiatore Ehren Kruger, la costumista Colleen Atwood, il make up artist Paul Gooch e l’ editor Chris Lebenzon (i terzultimi collaborarono con Burton anche in “Alice in Wonderland”). La produzione del film porta invece la firma di Katterli Frauenfelder, Ehren Kruger, Derek Frey e Justin Springer.

 

Immagine: Dumbo, Public Domain via Wikimedia Commons

 

 

Emilio Cavallini AI 2017/18: 24 ore con Missé Beqiri

 

Missé Beqiri, star della serie TV di ITVBe “The Real Houseviwes of Chesire” è la splendida e sensuale interprete della campagna AI 2017/18 di Emilio Cavallini. Colori mediterranei nonostante le origini svedesi, corpo mozzafiato e neo al lato delle labbra come signature inconfondibile, Missé affianca allo status di modella e attrice quello di diva di Instagram: con 232mila follower e post che sottolineano il suo glamour seducente, non si potrebbe dire altrimenti. Per la campagna Cavallini, scattata da Raffaele Grosso e sotto la direzione creativa di Pier Fioraso (leggi qui la sua intervista con VALIUM), la statuaria svedese ci porta a Londra e trascorre con noi 24 ore all’ insegna dello stile.

Shirt Bottega Veneta, tights Emilio Cavallini

La giornata inizia con un paio di Two Toned Vertical Striped Tights, le calze a righe in black & white che incarnano uno dei tipici pattern geometrici Cavallini: mood playful e seduttività si intrecciano in un mix a dir poco iconico. Per Missé, appassionata d’arte, un’ incursione mattutina al museo è irrinunciabile, e opta per il potente gioco di chiaroscuri delle Two Toned Legs Tights al momento di definire il suo look.

Sweater Antonio Berardi, tights Emilio Cavallini

Il pranzo con gli amici si tramuta in un’ occasione per sperimentare nuovi abbinamenti cool. Missé decide di esaltare lo chic floreale dei Water Lilies Leggins affiancandoli al classico trench, dando vita a una mise sofisticata e casual al tempo stesso. Cosa indossare, invece, per un meeting dell’ ultim’ ora? La fascinosa celeb punta sulla sobrietà di un suit blu navy, ma non tralascia di donare alle sue gambe tutto il risalto che meritano inguainandole nelle Soft Diamond Tights: il prezioso pattern diamante coniuga geometrie e texture velata con un risultato d’ effetto.

Trench coat Maison Margiela, shirt Marni, pants Emilio Cavallini, bag Hermès

Dress Mugler, tights Emilio Cavallini

Jacket Saint Laurent, sweater Gods, tights Emilio Cavallini

Jacket Versace, tights Emilio Cavallini

Cala la sera, sulla metropoli londinese. E’ arrivato il momento di un tranquillo relax casalingo, che Missé Beqiri assapora senza rinunciare alla sensualità. L’ iconico Enginereed Lace Bodysuit, a tale scopo, si rivela perfetto: emblema di seduzione e di femminilità nella quintessenza, avvolge il corpo in un autentico capolavoro di ricami. Ma il richiamo della notte è potente, e Missé cede alla sua voglia di uscire. Per catapultarsi nell’ effervescente nightlife di Londra sceglie non uno, bensì due outfit a effetto “wow”, come il sexy tailleur da abbinare a un paio di eleganti Argyle Tights e il cocktail dress in total white che evidenzia le iper ricercate cuciture delle Sensual Black Seam Tights.

Bodysuit Alexander Wang, tights Emilio Cavallini

Bodysuit Emilio Cavallini

Pattern audaci, linee che caricano di sex appeal la silhouette e dettagli minuziosi sono gli ingredienti di una collezione Autunno/Inverno che racchiude il mood più intrigante dello stile Cavallini. Uno stile di cui non poteva essere che Missé Beqiri, con la sua allure radiosa e innatamente provocante, la portavoce ideale.

Jacket Alexander McQueen, tights Emilio Cavallini, bag Hermès

Dress Valentino, tights Emilio Cavallini

CREDITS

Photographer: Raffaele Grosso
Stylist and Direction: Pier Fioraso
Assistant: Lisa Mobilio
Hair and Make Up: Anja Joy Bont
Video: Ira Giorgetti
Model/Actress: Missé Beqiri

Per esplorare l’ universo di Emilio Cavallini e saperne di più sulle disavventure di Missé Beqiri: www.emiliocavallini.com

A colloquio con Greta La Medica, poliedrica icona

Photo by Oskar Cecere

Dai giorni dell’ ultima Fashion Week milanese, non si fa che parlare di lei: passare inosservata non si addice a Greta La Medica, icona glamour che ha stregato il parterre della sfilata Primavera/Estate 2017 di Fausto Puglisi. VOGUE Italia la definirebbe #untaggable, impossibile da incasellare in catalogazioni standard o in categorie ben precise. Stylist, dj, esteta, musa di designer quali Fausto Puglisi e Riccardo Tisci, Greta è una creatura ammaliante e poliedrica, colta e sofisticata ma al tempo stesso profondamente estrosa, notturna, trasgressiva. Persino i suoi “colori” rivelano un mix di contrasti: bionda come una scandinava benchè sia nata nel profondo Sud, emana una allure che coniuga al fascino una buona dose di mistero dark. Non è un caso che, sulla passerella di Puglisi, abbia calamitato tutti gli sguardi mentre incendeva tra statue di Madonne barocche e croci al neon con l’ aplomb di una modella consumata. Per Greta è stato subito boom: richiestissima, la femme fatale milanese d’adozione ha moltiplicato il numero dei suoi fan in modo esponenziale. Ed è una vera e propria star  – a Milano, i suoi dj set del venerdì sera al Blanco sono un must – di un universo che costantemente intreccia lo sfavillio della nightlife a quello del fashion world.

Com’è stato sfilare per un designer del calibro di Fausto Puglisi?

Io e Fausto ci conosciamo da tanto tempo, entrambi abbiamo le nostre radici in Sicilia. Poche settimane fa, mi ha chiesto di incontrarlo per parlare di un “progetto speciale”. Facendo la stylist, ed essendo sempre stata dall’altra parte della passerella,  non mi sarei mai aspettata che volesse propormi di fare da modella per il suo show, mi ha letteralmente spiazzata. I giorni prima dell’evento mi sono sembrati quasi irreali e carichi di forti emozioni in cui una grande eccitazione si alternava a momenti di forte insicurezza: io con il  mio  metro e 67 e diciamo non esattamente giovanissima, fra tante ragazze appena maggiorenni e bellissime. Ero molto emozionata, quasi terrorizzata. Il giorno dello show l’ho vissuto come un sogno bellissimo,  avevo l’adrenalina a mille e non mi sono quasi accorta di quanto la giornata fosse stata lunga ed intensa; l’appuntamento per le prove era di primo mattino e durante il giorno ho sfilato 2 volte, anzi 3 se penso anche alla presentazione privata fatta nel backstage per Anna Wintour! E’ stato davvero un sogno oltre che un grande onore, e ora che rotto il ghiaccio lo rifarei altre mille volte.

Che rapporto hai con la moda?

Simbiotico: per me non è semplicemente un sostantivo bisillabico, spesso anche connotato in senso negativo per via della sua caducità. E’  l’insieme di fascinazioni che arrivano da un quadro, da un film, da un viaggio, un volto, da cui si cerca di estrarre l’essenza per renderla “eterna”, per non dimenticare. La moda è pura magia e se non incanta non si può definirla tale.

Greta sulla passerella di Fausto Puglisi

Nasci come truccatrice e stylist. Come ha avuto inizio la tua avventura da dj nei più celebri “templi della notte”?

Ho studiato Lettere Antiche a Milano, è stata una scelta meravigliosa, mi ha reso poliedrica, elastica… Qualsiasi  suggestione mi sia arrivata l’ho trasformata in lavoro. Nel mio DNA scorre sangue da vampiro, amo la notte, mi ispira molto più del giorno. Qualsiasi studio o lavoro io abbia intrapreso, ho sempre avuto un rapporto parallelo con i club come fossero “amanti”. Non potrei vivere senza musica e forse non ci sarebbe vita senza di essa. Persino le stelle pare la producano nel cosmo.

Rock e moda hanno sancito, ultimamente, un connubio del tutto speciale. Da dove sorge questo feeling, a tuo parere?

Non vorrei essere troppo oscura in questa risposta, ma credo che arrivi dalle tenebre: parliamoci chiaro, le rockstar raccontano poemi di anime tormentate, che non hanno pace. E’ un’eredità lontana che arriva dallo “Sturm und drang”, da Baudelaire. Quale designer non è stato ispirato dal rock? Oggi più che mai, forse perchè siamo in una fase dissacratoria e tormentata culturalmente. E’ un periodo di buio e la moda lo deve narrare.

Photo by Giampaolo Sgura

Il tuo è un look d’impatto, inconfondibile, lo definirei da “femme fatale pensante”. Qual è la playlist che meglio ti esprime?

In questa risposta vorrei mescolare insieme musica e cinema, sintetizzo una top five: 1) “Sinnerman” di Nina Simone. 2) “The Tenant” di Roman Polansky. 3) “Janitor of Lunacy” di Nico. 4) “Lo Zoo di Venere” di Peter Greenaway. 5) “Per una Bambola” di Patty Pravo. Ma il mio sogno sarebbe ascoltare Grace Jones che canta al piano con Michael Nyman.

La musica, lo stile, e…? Quali sono le tue altre passioni?

Ultimamente sto maturando una passione pericolosa per le pietre preziose, sto studiando il loro linguaggio energetico, mi rapisce il loro colore, la luce che emanano: come se avessero un’anima. Sono una grande appassionata di cinema, da come si è intuito, e in questo periodo sono letteralmente drogata di serie TV di cui sono in grado di divorarne un’intera stagione in una sola notte. E coltivo un amore immutato nel tempo per “La Recherche” di Marcel Proust: la porterei nell’Arca insieme a tutti gli animali, se dovessimo estinguerci…Ma non porterei l’uomo!

Con la moda hai intrecciato una liason fissa. A quali designer ti senti maggiormente affine?

Discorso complicato per non dire periglioso. Non sono vittima di un marchio preciso, non voglio banalizzare rispondendo con la classica frase “dipende dalle occasioni”, ma in una situazione tipo mi piacerebbe: bere un caffè in una collezione 2010/11 di Stefano Pilati per YSL ispirata alle Suore Nere, sposarmi in un abito bianco che Riccardo Tisci disegnò nella couture del 2007 per poi uccidere lo sposo in un abito tailleur di Thierry Mugler ispirato alle formiche e andare a ballare infine in un  look gladiatrice bondage, completamente ricamato di strass e firmato Fausto Puglisi, ovviamente!

Greta alla consolle

Cosa pensi del trend no gender?

Penso che se gli alieni invadessero la Terra un giorno non starebbero a guardare cosa conservi sotto le mutandine, per essere spiccioli… in questa prospettiva cerco di interpretare la mia esistenza: sono nata in un modo, mi sono evoluta in altra forma, cerco di stare bene con me stessa. La chiave sta nell’accettazione di ciò che si è in senso ontologico; dialogare con se stessi e trovarsi. Se poi la moda negli ultimi anni sta riuscendo a scardinare gli idola tribus ereditati dal cattolicesimo, credo sia un messaggio catartico rivolto alla Libertà, che è il valore più alto dell”uomo!

Una domanda che sembra rubata ad un colloquio di lavoro: come ti vedi tra 10 anni?

Mi vedo identica ad oggi, non so se farmi i capelli con riga al centro o laterale forse accorciarli, ma sicuramente sarò bionda!

Che ci racconti, invece, del tuo immediato futuro?

Ci sono diversi progetti molto allettanti artisticamente di cui non parlo per scaramanzia. Un giornale ha scritto: dj, stylist, trendsetter e musa. Ecco, direi che il ventaglio è abbastanza ampio. Continuerò a produrre ed  ispirare con quella consapevolezza ereditata dal classicismo che le sole Muse nacquero da Zeus e Mnemosine e quindi starò con i piedi per terra!

Greta con Fausto Puglisi

Greta La Medica profilo Instagram: greta_lamedica

Photo courtesy of Greta la Medica