Le Frasi

 

“Cessate o mortali, dal contaminare con vivande nefaste i vostri corpi! Vi son messi, vi son frutti, che curvano con il loro peso i rami e, sulle viti, turgide uve. Vi son dolci verdure ed altri prodotti che la fiamma può far graditi e teneri. Né il liquido latte manca a voi, né il miele odoroso di fior di timo. A voi offre ricchezze la provvida Terra, ed alimenti miti, offre vivande senza stragi e senza sangue.”

(Ovidio)

 

Buon Equinozio d’Autunno

 

C’è un’armonia in autunno, e una luce nel suo cielo, che durante l’estate non si sente né si vede, come se non potesse esistere, come se non ci fosse mai stata.
(Percy Bysshe Shelley)

 

Oggi, esattamente alle 14.42, cade l’Equinozio di Autunno. Si volta pagina, entra ufficialmente una nuova stagione. Il termine Equinozio, dal latino aequa nox ovvero “notte uguale”, indica che le ore di notte e quelle del giorno si equivalgono, hanno la stessa durata: avremo 12 ore di buio e 12 ore di luce; ciò avviene quando il Sole si posiziona allo zenit dell’equatore celeste. Con l’Equinozio di Autunno, anticamente, prendeva il via il cosiddetto “semestre oscuro”. La fine dei principali lavori agricoli coincide con la conclusione del ciclo produttivo e riproduttivo. Si effettua il secondo raccolto, mentre le chiome degli alberi cominciano a tingersi di straordinari colori. Nel bosco, gli animali danno il via a una frenetica ricerca di cibo per preparare le provviste per l’Inverno. Intanto, gli uccelli migratori si accingono a compiere il loro lungo volo in direzione Sud. L’Equinozio è simbolo di equilibrio: non è un caso che cada esattamente a metà tra il Solstizio d’Estate e il Solstizio d’Inverno. Ma è anche il momento dei bilanci, di constatare qual è il nostro metaforico raccolto. I rituali che in passato accompagnavano l’aratura esprimevano gratitudine per i doni ricevuti dalla Terra e, al tempo stesso, fungevano da richiesta al divino affinchè l’Inverno non fosse troppo aspro. In Autunno la natura comincia ad assopirsi, inaugurando una fase dell’anno che favorisce la meditazione e i viaggi nell’ interiorità. Questo periodo di riflessione coincide con un lavoro costante su noi stessi, dove al resoconto dei risultati ottenuti fino a quel momento vanno ad aggiungersi una nuova consapevolezza e un’esplorazione introspettiva a tutto campo. Diversi elementi simbolici contraddistinguono l’Equinozio d’Autunno. Tra le erbe troviamo la foglia della vite, quella della quercia, l’erba di grano, i cardi, i petali di rosa essiccati. A base di petali di rosa, così come di ibisco, pino, mirra e salvia sono anche gli incensi che andrebbero bruciati in questo giorno. E poi c’è il simbolo supremo, la cornucopia (rileggi qui l’articolo che VALIUM le ha dedicato), un’ode all’abbondanza dei frutti che la natura ci ha donato.

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Buon Ferragosto

 

Cosa vi viene in mente quando pensate a Ferragosto? Pranzi all’aperto, picnic fuori porta o in spiaggia, vacanze, gite al mare, barbecue, fuochi d’artificio, gavettoni come se non ci fosse un domani…La scelta è molto ampia. Ma come nascono i festeggiamenti del 15 Agosto? Andiamo subito a scoprirlo insieme. Iniziamo col dire che Ferragosto affonda le sue radici nell’antica Roma: fu l’imperatore Augusto, nel 18 a.C., a istituire il Feriae Augusti (ovvero il “riposo di Augusto”), che cadeva ogni 1 Agosto ed era collegato a tutte le feste che ricorrevano in questo mese. I romani infatti celebravano i Vinalia rustica (un tributo a Giove e Venere), i Nemoralia (che onoravano la dea Diana) e i Consualia, dedicati a Conso che era il dio della fecondità della terra. I Consualia concidevano con il termine delle principali pratiche agricole, e ciò si incastrava alla perfezione con il significato delle celebrazioni agostane: il Feriae Augusti inaugurava una fase di riposo che connetteva le varie ricorrenze, ed era essenziale per il ripristino dell’energia dopo il pesante lavoro nei campi dei mesi precedenti. In questo periodo, i festeggiamenti erano costanti e coinvolgevano l’Impero Romano in toto. Gli asini, i muli e i buoi avevano diritto alla stessa pausa di relax di cui beneficiava l’uomo, e nell’antico Ferragosto non potevano essere utilizzati come animali da tiro; venivano, invece, adornati di ghirlande e  fiori. Diversa sorte toccava ai cavalli, utilizzati per le numerose gare organizzate a partire dal Feriae Augusti. Secondo la tradizione, poi, a Ferragosto i padroni dovevano ricevere gli auguri dai propri lavoratori: per ringraziarli, li avrebbero ricompensati con una lauta mancia. Tale usanza andò consolidandosi con il passar del tempo, tant’è che nel Rinascimento divenne inderogabile in tutto il territorio dello Stato Pontificio. Con l’avvento del Cristianesimo, la Chiesa Cattolica posticipò il Feriae Augusti al 15 Agosto; l’intento era quello di sovrapporre la solennità dell’ Assunzione di Maria alle celebrazioni pagane della Roma antica. A tutt’oggi, Ferragosto mantiene felicemente la valenza di festa religiosa e laica al tempo stesso.

 

Foto: KoolShooters via Pexels

 

Midsommar, la festa svedese di Mezza Estate

 

In Svezia, come ho già accennato nell’articolo dedicato al Solstizio d’Estate, la Midsommar, o festa di Mezza Estate, è la più celebrata dopo il Natale. Si svolge nel weekend che segue il Solstizio ed è salutata da un’euforia generale: solitamente viene festeggiata in campagna, in mezzo alla natura, per sancire il ritrovato connubio tra l’uomo e il creato dopo i rigori invernali. Nelle città, le location sono invece rappresentate dai grandi parchi svedesi; a Stoccolma, per esempio, la Midsommar si celebra al parco Skansen, il museo all’aperto più antico al mondo. Imprescindibile è la presenza del midsommarstång, il nostro “albero del Maggio”, che viene ornato di fiori, foglie, piante rampicanti, ghirlande floreali e decorazioni simboliche. Attorno al palo si danza, si canta: sono riti ancestrali che propiziano la fertilità della terra e un copioso raccolto autunnale. Gli svedesi si riuniscono con le loro famiglie, i parenti e gli amici per organizzare gioiose tavolate all’aria aperta. Eh già, perchè la Midsommar è una festa conviviale; si mangia e si beve insieme in abbondanza, approfittando del ritorno della luce per assaporare le più tipiche delizie svedesi.

 

 

I cibi tradizionali includono le aringhe in salamoia cucinate in svariati modi (buonissime quelle con panna ed erba cipollina), il salmone marinato, le patate novelle e fragole svedesi in quantità, particolarmente dolci. Bere è un must, in quanto sottolinea l’atmosfera di giubilo per l’arrivo dell’estate: i brindisi di grappa speziata si susseguono accompagnati dagli snapsvisor, caratteristici ritornelli scandinavi che inneggiano alla bontà della bevanda. Potremmo definirli dei versi messi in musica, quasi degli stornelli, che precedono ogni shot di grappa.

 

 

I fiori di campo la fanno da padrone sia sul midsommarstång che come elementi ornamentali della festa. Uno su tutti? Le coroncine di fiori che le giovani donne sfoggiano, intrecciate rigorosamente a mano. Una tradizione prevede che le ragazze raccolgano fiori di campo e che ne posizionino, quella stessa notte, sette diverse specie sotto il cuscino: potranno vedere in sogno il loro futuro marito. La Mezza Estate, in Svezia, è una festa nazionale. Le città si svuotano, molte attività chiudono i battenti e chi può, come ho già detto, si riversa nelle località agresti. All’aperto si organizzano giochi, ci si bagna nei fiumi, si accendono gli immancabili falò in prossimità delle acque se non sull’acqua addirittura. Ma soprattutto ci si corteggia, si imbastiscono flirt, ci si innamora: pare che in Svezia, intorno a Marzo e Aprile, si verifichi un picco delle nascite. Non è un caso che questi neonati siano stati ribattezzati “Midsommar barn”, ovvero “bambini di Mezza Estate”.

 

 

Il dolce più noto della Midsommar è senza dubbio la Jordgubbstårta: si tratta di una golosissima torta di pan di spagna guarnita con deliziosa crema pasticcera, panna, meringhe, fragole e granella. La torta, molto soffice, può essere stratificata e farcita con le fragole a pezzetti affiancate dalla chantilly e dalla panna montata; le fragole intere, le meringhe e dosi massicce di panna montata abbonderanno, poi, sulla superficie della Jordgubbstårta. Inutile dire che un dolce del genere fa salire alle stelle l’entusiasmo che impregna la festa di Mezza Estate

 

Foto via Pxhere, Pixabay e Unsplash

 

L’estate cala sulla Sicilia

 

” L’estate cala sulla Sicilia come un falco giallo sulla gialla distesa del feudo coperta di stoppe. La luce si moltiplica in una continua esplosione e pare riveli e apra le forme bizzarre dei monti e renda compatti e durissimi il cielo, la terra e il mare, un solo muro ininterrotto di metallo colorato. Sotto il peso infinito di quella luce gli uomini e gli animali si muovono in silenzio, attori forse di un dramma remoto, di cui non giungono alle orecchie le parole: ma i gesti stanno nell’aria luminosa come voci mutevoli e pietrificate, come tronchi di fichi d’India, fronde contorte di ulivo, rocce mostruose, nere grotte senza fondo. “

Carlo Levi, da “Le parole sono pietre” (Giulio Einaudi Editore)

 

 

Solstizio d’Estate: rituali e tradizioni in giro per il mondo

 

Solstizio. Il tempo sembra fare una sosta e guardarsi intorno in una sospensione di luce.
(Fabrizio Caramagna)

 

L’estate arriva oggi, un giorno prima rispetto al 21 Giugno, esattamente alle 22.51. E pare che dal lontano 1796 il Solstizio non fosse mai caduto così in anticipo: stiamo parlando di ben 228 anni fa! Nell’emisfero boreale inizia l’estate astronomica, i raggi del sole sono posizionati perpendicolarmente al Tropico del Cancro e l’astro infuocato risplende alla massima altitudine. E’ il giorno più lungo dell’ anno: in Italia avremo dalle 14 e mezzo alle 16 ore di luce consecutive. Il Solstizio d’Estate rappresenta, fin da tempi remotissimi, una delle date più importanti e festeggiate dell’anno. Non è difficile immaginare il perchè: la potenza solare è al suo apice, emana un’energia che ha a che fare con la vita stessa. La natura esplode rigogliosa, è tempo di raccolto, che per gli antichi popoli costituiva il sostentamento quotidiano. Ho parlato con dovizia di particolari, negli anni scorsi, del Solstizio d’Estate e delle sue caratteristiche: per rileggere l’articolo del 2023, cliccate qui. Oggi, invece, andremo alla scoperta di come Litha (così i pagani chiamavano il sabbat che celebravano il 21 Giugno) viene celebrato in alcuni paesi del mondo.

 

 

In tutte le culture, il Solstizio d’Estate è una data fortemente connessa con il Sole, la vita e la natura (che sono infatti un tutt’uno). I festeggiamenti più comuni riguardano l’accensione dei falò, simboli solari che esaltano il vigore dell’astro e hanno una funzione beneaugurante e purificatoria. L’energia del Sole, per gli antichi popoli, si concentrava nelle “ley lines”, le linee temporanee che congiungono luoghi ed elementi dall’importante valenza mistica. Ciò valeva anche per i dolmen, i mehir e i cerchi di pietre, monumenti in cui rientrano i megaliti di Stonehenge: il giorno del Solstizio i cristalli di caricano di energia solare, e le pietre di Stonehenge, ricche di quarzo, sono direttamente coinvolte in questo fenomeno. Ecco perchè miriadi di moderni druidi e persone comuni si ritrovano ogni anno nel sito neolitico dello Weltshire, in Inghilterra, per ammirare l’alba del Solstizio.

 

 

Il Sole sorge sempre sulla Heel Stone, il megalito più massiccio che dista circa 75 metri dal complesso di pietre, e in inverno tramonta nello stesso punto. Nei paesi del Nord Europa si celebra la Mezza Estate (Midsommar), e i festeggiamenti vanno dal 21 al 25 Giugno: un periodo che include sia il Solstizio d’Estate che la ricorrenza di San Giovanni Battista. In Svezia, nelle zone rurali, le celebrazioni raggiungono l’apice tra tavolate all’aperto, bevande e cibo a volontà; tra le pietanze tradizionali troviamo le aringhe, le uova sode, le patate novelle bollite, il knäckebröd (un tipico pane croccante) spalmato di formaggio e fragole in abbondanza come dessert. Il clou della festa sono però i balli intorno al palo adornato di ghirlande floreali, il Midsommarstång , un rito antichissimo (pare che risalga al 1500) finalizzato a propiziare la fertilità della terra.

 

 

Un altro rituale immancabile nei paesi scandinavi è rappresentato dagli enormi falò che vengono accesi alla vigilia dei festeggiamenti. Come in molte altre località, i fuochi tengono a debita distanza le entità malvagie e sono di buon auspicio per il raccolto. La particolarità dei falò scandinavi è quella di ardere in prossimità dei laghi, dei fiumi o del mare, creando un effetto di immensa suggestività. In Finlandia, la Mezza Estate è la festa nazionale di maggior rilevanza. Viene considerata la “notte bianca” per eccellenza e si celebra in campagna: il sole di mezzanotte la dota di un scenario straordinario. Un tempo era comune sposarsi in queste date o compiere incantesimi inneggianti all’amore e alla fecondità. Molto importante era anche (e lo è tuttora) bere e gozzovigliare, poichè si pensava che il rumore spaventasse gli spiriti maligni e aprisse le porte alla fortuna. Oggi, all’ antico rito dei falò si alternano la sauna, le danze, le grigliate all’aria aperta e le gite in barca.

 

 

In Spagna le celebrazioni del Solstizio coincidono con la festa di San Giovanni Battista, e come in Italia le tradizioni della vigilia sono numerosissime: la principale riguarda l’accensione dei falò, che hanno una funzione purificatoria per l’esteriorità e l’interiorità di ognuno. Saltare sopra le fiamme è altamente beneaugurante. Più volte si salta, meglio è; farlo tre volte di seguito garantisce buona sorte fino alla fine dell’anno. Un altro rituale vede invece protagonista l’acqua, nello specifico quella dell’oceano: l’usanza del bagno di mezzanotte mira a scacciare le entità malvagie “annegandole” tra le onde.

 

 

A proposito di oceano, un’interessante cerimonia tradizionale si tiene al di là dell’Atlantico, precisamente in Bolivia: sulla Isla del Sol, collocata nel lago Titicaca, il popolo Quechua organizza festeggiamenti a base di danze e musiche tradizionali. Risuonano i tamburi, si espande l’ipnotica melodia del siku (un tipico strumento a fiato andino simile al “flauto di Pan”), si eseguono riti che omaggiano la Pachamama – in quecha “Madre Terra”,  venerata da tutti gli indigeni delle Ande – e inneggiano alla sua fertilità.

 

 

Ritorniamo dall’altra parte dell’oceano, dove in paesi dell’Est come la Polonia, la Bielorussia, la Russia, la Lituania e l’Ucraina il Solstizio si celebra la notte di Ivan Kupala, San Giovanni Battista, ovvero tra il 23 e il 24 Giugno per chi segue il calendario gregoriano. E’una festa molto sentita che include diversi rituali: tutte le donne indossano una corona di fiori, si accendono falò e ci si approvvigiona di erbe magiche, proprio come da noi. Anche in questo caso, il fuoco e l’acqua rivestono dei ruoli fondamentali. Il primo ha soprattutto una funzione divinatoria: secondo la tradizione, le coppie di fidanzati devono saltare sulle fiamme tenendosi per mano; se dopo il salto le loro mani rimangono unite, sono fatti l’uno per l’altra. Nell’acqua, invece, si gettano le corone di fiori delle donne, che a conclusione della festa vengono lasciate galleggiare lungo il fiume. Ma la notte di Ivan Kupala l’acqua la fa davvero da padrone: molti giovani la utilizzano per fare scherzi o bagnare le persone che passano per strada.

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Ode alla Natura e ai Quattro Elementi

 

Ristabilire un contatto con la natura, il nostro habitat primigenio. Riscoprire la sua meraviglia, la sua infinita perfezione. Ripristinare un contatto fisico con il suolo, camminando a piedi nudi: che si tratti di sabbia, terra, erba o un campo di papaveri non importa, ciò che conta è sentirsi un tutt’uno con la Madre Terra. Rimanere senza fiato davanti alla rigogliosità dei boschi, l’immensa distesa del mare, la suggestività di un lago. Estasiarsi di fronte a un’alba, un tramonto, il crepuscolo e le sue luci soffuse. Riconnettersi con la natura è riconnettersi con i quattro elementi, trait d’union per eccellenza tra il microcosmo dell’uomo e il macrocosmo naturale: in tutte le cosmogonie, il loro equilibrio garantiva la sopravvivenza umana e cosmica. Riconnettersi con la natura è avvalersi dei cinque i sensi per riallacciare un legame con il nostro pianeta e le sue bellezze. Ho voluto dedicare la nuova photostory di VALIUM proprio a questo concetto.

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Giugno

 

Com’è gradevole il tiglio nelle sere di Giugno!
L’aria è si dolce che a palpebre chiuse
annusi il vento che risuona – la città è vicina –
e porta aromi di birra e di vino…
(Arthur Rimbaud)

 

Ecco che arriva Giugno, il primo mese dell’Estate, anche detto Mese del Sole. Al Solstizio manca una ventina di giorni, ma l’aria è già calda e le giornate sono sempre più lunghe. Il 20 Giugno (il Solstizio d’Estate cadrà in questa data) le ore di luce trionferanno e inizierà l’incantato periodo che con la notte di San Giovanni raggiunge il suo culmine. Nell’ antica Roma, Giugno era il mese dedicato a Giunone: la divinità latina, moglie di Giove e dea del parto e del matrimonio, era anche il simbolo della fecondità della terra e ispirò il nome, Iunius, che i romani diedero a questo mese. A Giugno la natura esplode in tutto il suo splendore, maturano i frutti più succosi e l’orto ci regala prelibate primizie. Ma Giugno è anche e soprattutto il mese della raccolta del grano, da sempre elemento base del nostro nutrimento. La mietitura è un’autentica festa: mesi e mesi di lavoro ininterrotto vengono coronati dall’abbondanza e ci si prepara a inaugurare la nuova annata agricola.

 

 

Giugno ha trenta giorni ed è il sesto mese del Calendario Gregoriano. Astrologicamente predominano i segni zodiacali dei Gemelli e del Cancro, mentre dal punto di vista cromatico il Mese del Sole si associa sia al giallo che al verde. Anche le pietre preziose che lo contraddistinguono sono più d’una: l’ Alessandrite, la Perla e la Pietra di Luna. Questa molteplicità, forse, deriva dal fatto che Giugno è un’esplosione di vita, ed è difficile puntare su un unico emblema che lo caratterizzi. Tornando alle pietre, osserviamone per un momento le particolarità. L’ Alessandrite è una gemma rara declinata in sfumature che vanno dal verde al rosso lampone; la Perla, che tutti conosciamo, era il gioiello preferito da Elisabetta I d’Inghilterra (non a caso ribattezzata la “regina perla”); la Pietra di Luna è una pietra straordinaria, color bianco ghiaccio e attraversata da bagliori iridescenti. Le ricorrenze celebrate in Italia questo mese sono la Festa della Repubblica (il 2 Giugno) e San Giovanni Battista (il 24 Giugno), una solennità che segue al Solstizio d’Estate ed è associata a un tripudio di suggestive tradizioni. E’ importante sapere, peraltro, che a livello astronomico San Giovanni si colloca in esatta contrapposizione al Natale.

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Le Frasi

 

“Ti sveglierai sull’indaco del mattino | quando la luce ha un piede in terra e l’altro in mar, | ti guarderai allo specchio di un tegamino, | il cielo si guarderà allo specchio della rugiada.”

(Fabrizio De André, da “‘A çimma”)

 

Profumo di Primavera

 

Gli Dei creano gli odori, gli uomini fabbricano i profumi
(Jean Giono)

 

Con la Primavera arriva una folata di odori e aromi all’insegna di una briosa leggerezza. I profumi caldi, molto dolci, sono svaniti insieme all’Inverno; adesso è tempo di freschezza, di un nuovo vigore associato al risveglio. E la bella stagione ci offre un tripudio di note olfattive per calarci appieno nelle sue atmosfere: sono note inebrianti, gioiose, eteree, un vero e proprio iter sensoriale. Ma quali possono essere considerati i profumi tipici della Primavera? Innanzitutto, il profumo dei fiori. In questo periodo le rose, le violette, i gelsomini, le fresie, le gardenie, la magnolia, la lavanda, le peonie e i lillà ci rapiscono con i loro colori e i loro aromi. Ognuno di quei fiori emana una fragranza irresistibile, potentemente raffinata, che è un emblema di rinascita e un’ode all’eleganza a un tempo.

 

 

Alcuni, come la lavanda e il gelsomino, hanno la dote di incrementare il buonumore; altri, la rosa per citarne solo uno, possiedono virtù rilassanti e fungono da sedativi naturali.

 

 

Un altro odore tipicamente primaverile è quello dell’erba bagnata, della terra umida che segue a un acquazzone. Profumi più intensi provengono dalle piante aromatiche di stagione: la maggiorana, la salvia, la menta, il timo, il rosmarino, l’origano…solitamente le utilizziamo in cucina, ma sono ricche di proprietà salutari di cui possiamo beneficiare anche grazie agli oli essenziali che da esse si estraggono. La salvia, ad esempio, facilita la digestione ed è un efficace balsamo espettorante. Secoli orsono, inoltre, veniva utilizzata per sbiancare i denti e purificare l’alito. Il timo, oltre ad essere un balsamo, svolge un’azione depurativa e favorisce il processo digestivo. Il rosmarino disintossica, purifica, e disinfetta le vie respiratorie. Olfattivamente parlando, le piante aromatiche sprigionano un’intensa freschezza. Più calde e avvolgenti risultano, invece, la vaniglia e la cannella, due spezie evergreen che sarebbe un peccato relegare al Natale.

 

 

In Primavera, non mancano i profumi della frutta di stagione: gli agrumi risaltano per le loro note frizzanti, per il mood travolgente, per la luminosità che irradiano. Il bergamotto, l’arancia, il limone e il mandarino ci permettono di sperimentare esperienze sensoriali affini, all’insegna della vitalità e del rinnovamento. Il fico, al contrario, ha un imprinting più “introspettivo”: rievoca aree verdi e segrete, giardini delle meraviglie nascosti dietro alte siepi; ha accenti vagamente legnosi, è un connubio di aria e terra che combina la freschezza con una profonda dolcezza. Risulta inebriante, ma sempre con una punta di mistero.

 

 

A proposito di agrumi, il fiore d’arancio è proverbiale per la sua fragranza da secoli utilizzata in profumeria. Si tratta del fiore dell’arancio amaro, una pianta molto diffusa nei paesi del Mediterraneo: il suo aroma è dolce, vagamente agrumato. Nei profumi viene incluso sotto forma di estratto, il Neroli e l’assoluta di fiori d’arancio. Il Neroli è un olio essenziale dai sentori eleganti e freschi, l’assoluta di fiori d’arancio una fragranza più persistente, voluttuosa e sensuale. Una curiosità? Il fiore d’arancio veniva usato sin dai tempi dell’ antico Egitto: era considerato l’optimum per rigenerare il corpo dopo i rigori invernali.

 

Foto di Cottonbro via Pexels