Tramonto incendiato d’Ottobre

 

“Il tramonto bruciava come uno di quegli incendi festosi e misteriosi nei quali le cose più comuni evocano, con i loro colori, oggetti preziosi o strani. L’ardesia del tetto splendeva come le penne di un enorme pavone, in ogni misteriosa tonalità di blu e di verde, e i mattoni rossastri del muro ardevano con la stessa forza con cui ottobre tinge di rubino e di bronzo i vini. Il sole sembrava accendere ogni oggetto con una fiamma di colore diversa, come se un uomo accendesse dei fuochi artificiali.”

(Gilbert Keith Chesterton, da “Uomovivo”, Morganti Editori)

Foglie morte

 

E’ mite il ghirigoro
d’aria e di luce
che accompagna
al suolo
la resa delle foglie
sui viali lungo il fiume.
(Mario Luzi)

 

Le foglie morte: un tratto distintivo dell’Autunno. Hanno molteplici colori, rappresentano una meraviglia stagionale sia prima che dopo essere cadute dai rami. Prima, perchè tingono i boschi e i parchi di tonalità mozzafiato, dopo, perchè danno vita ad autentici tappeti naturali fondamentali per la fertilità del suolo e per offrire riparo alla fauna selvatica. Ma le foglie morte ci ricordano anche l’inesorabile ciclo dell’esistenza: si muore per rinascere. Ecco perchè, a pochi giorni dall’Equinozio d’Autunno, ho deciso di regalarvi una photostory che inneggia alla bellezza e al tripudio cromatico delle falling leaves.

 

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Tendenze labbra Autunno Inverno 2024 2025: colori intensi, audaci e decisi

Iceberg

Labbra scure, scurissime: è il nuovo trend dell’Autunno Inverno 2024 2025. I lipstick di tendenza riproducono i colori di frutti di bosco come le more, il ribes, i mirtilli neri, oppure si tingono di un ammaliante rosso mosto. Li abbiamo visti in passerella, intensi e audaci, e ci hanno colpito con le loro tonalità decise. Si accompagnano a un make up pressochè al naturale, anche perchè lo sguardo viene incorniciato dalle sopracciglia: la stagione fredda le vuole folte, ben evidenti ma perfettamente curate.

 

Sara Wong

Bally

Dries Van Noten

Marco Rambaldi

 

La colazione di oggi: il miele di Tarassaco, quando “precocità” fa rima con “pregiatezza”

 

Il miele di Tarassaco è un miele pregiatissimo, molto particolare. Innanzitutto è un miele precoce, perchè il Tarassaco, un fiore più noto come “dente di leone”, inizia a sbocciare tra Marzo e Aprile, quando le api non hanno ancora energia sufficiente per volare in massa a succhiare il nettare. Rispetto al miele di ciliegio, precoce anch’esso, sfoggia una tonalità giallo oro e un profumo inconfondibile, molto intenso, speziato e un po’ pungente. A questo mix si aggiungono accenti di camomilla che per contrasto esaltano la dolcezza del suo sapore. Ma torniamo al fiore da cui si ottiene: il Tarassaco (nome botanico Taraxacum Officinale) è una pianta erbacea selvatica appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Diffuso in ogni parte del globo, è riconoscibilissimo grazie all’ infiorescenza color giallo brillante che lo contraddistingue. La sua fioritura, che comincia al principio della Primavera, prosegue fino all’Autunno inoltrato. Quando raggiunge il picco, tra Maggio e Giugno, si espande in ampie distese della stessa gradazione del sole. Una curiosità: il ciclo vitale del Tarassaco ha la durata di un giorno, però per ogni fiore che muore altri ne nascono a decine.

 

 

Le api vengono immediatamente attirate dalla vibrante tonalità del Taraxacum Officinale, e raccolgono il suo nettare in dosi massicce. Quali sono, quindi, le caratteristiche del miele di Tarassaco? Bisogna premettere che è un miele raro e non è semplice reperirlo in commercio. Detto questo, di primo acchito colpiscono senza dubbio la sua nuance giallo vivo, molto luminosa, e la sua consistenza soffice e vellutata: il miele di Tarassaco è facilmente spalmabile, oltremodo denso. Altri mieli, tipo quello di corbezzolo o di castagno, ostentano una colorazione dai toni più scuri. Una particolarità del miele di Tarassico è costituita, poi, dal fatto che cristallizza molto velocemente. Inoltre, presenta un’elevata concentrazione di acqua: l’apicoltore provvede a correggerla durante la produzione per evitare che il miele fermenti. Veniamo ora a sensi quali l’olfatto e il gusto. A livello olfattivo, il miele di Tarassaco risulta aspro, molto forte, intriso di accenti che rievocano l’ammoniaca. Se vi sembra una descrizione poco invitante, quando lo assaggerete cambierete idea: il sapore di questo miele è dolcissimo, ricco di note speziate e vagamente agrumate a cui si aggiunge un delicato gusto di camomilla.

 

 

Molto note sono anche le proprietà salutari del miele di Tarassaco, un autentico toccasana per l’organismo. Tra i suoi benefici va segnalata un’efficace azione diuretica, drenante e depurativa: contrasta la ritenzione idrica ed elimina le tossine. In più purifica i reni, il fegato, e le vitamine che contiene lo dotano di straordinarie proprietà energetiche e ricostituenti. Durante la prima colazione, potrete aggiungere il miele di Tarassaco al porridge o utilizzarlo per dolcificare il , lo yogurt o il caffè; spalmandolo su una fetta di pane godrete appieno della sua consistenza setosa, che apprezzerete anche abbinandolo ad alcuni formaggi per dar vita a degli inediti connubi di sapori.

 

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La veletta di Undercover: come un fiore in boccio

 

Vedere rosa…ma anche giallo, azzurro, rosso, nude, viola. I look della Primavera Estate 2024 di Undercover hanno sfilato accompagnati a una veletta di chiffon declinato in diversi colori. Una veletta singolare, che ricopriva il capo, gli occhi e gli zigomi: l’effetto era quello di un fiore in boccio, etereo e dalle nuance delicate. Metà veletta e metà copricapo, l’accessorio che abbiamo visto sulla passerella di Undercover sfoggia un mood vagamente onirico, decisamente primaverile. E si presta ad essere esibito in tutte le sue tonalità, abbinandole sia al look che allo stato d’animo del momento.

 

 

Equinozio di Primavera

 

Vieni; usciamo. Tempo è di rifiorire.”
(Gabriele D’Annunzio)

 

La Primavera è entrata ufficialmente alle 4.06, un’ora a metà tra notte e alba: il cielo è ancora buio, ma il silenzio viene invaso dal cinguettio degli uccellini che annunciano l’imminente nascita di un nuovo giorno. Oggi inizia la stagione del risveglio, la natura si desta dal lungo torpore invernale. I fiori sbocciano, il paesaggio si tinge un tripudio di colori. La terra inaugura il suo periodo di fertilità, l’aria si impregna di frizzante leggerezza. C’è voglia di ricominciare a vivere, di godere appieno delle giornate sempre più lunghe, di trascorrere più tempo all’aperto. La Primavera irrompe come una folata di energia, porta con sè la gioia della rinascita. Ci si riapre al mondo, ai desideri del cuore, alla magia del nuovo inizio. E i fiori diventano l’emblema di questo stato d’animo, di questa atmosfera inebriante: i loro profumi e le loro tonalità ci invitano ad addentrarci nei sentieri della bella stagione e a riscoprirla in tutta la sua meraviglia.

 

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Vino rosé: ed è subito Primavera

 

Il suo colore va dal rosa delicato al rosa carico, il suo gusto è assai versatile: accenti speziati, fruttati e floreali si alternano, dando origine a sapori che li esaltano a dovere. Per le sue caratteristiche, in effetti, il vino rosé potrebbe simboleggiare la Primavera. La tonalità che lo contraddistingue ricorda quella dei fiori di ciliegio, delle rose, delle azalee. Al palato si presenta dolce e vellutato, eterogeneo proprio come il meteo cangiante della nuova stagione. Ma come nasce questo vino così particolare?

 

 

La produzione, in sintesi, prevede tre diverse tecniche. La vinificazione può coinvolgere uve bianche e rosse simultaneamente, uve rosse a bassa pigmentazione vinificate in rosso e uve rosse vinificate in bianco. Determinanti per ottenere  la sfumatura rosata del vino sono i tempi di macerazione, poichè, durante la fermentazione, il mosto assume una colorazione più o meno intensa a seconda dei pigmenti e dei tannini che rilasciano le bucce. Del rosé esiste anche una versione frizzante, realizzata con un vino rosé di base o un mosto di uve rosse fermentato parzialmente: per donargli la sua tipica effervescenza, la fermentazione viene replicata in bottiglia.

 

 

Il vino rosé, proprio in virtù del suo eclettismo, vanta molti punti di forza. E’ leggero, ha un’acidità poco spiccata e una freschezza inebriante. Il profumo, il sapore, la tonalità inconfondibile, fanno sì che degustarlo si tramuti in una vera e propria esperienza sensoriale. Non è un caso che il rosé si abbini alla perfezione con menù a base di pesce, ma anche con i latticini, i funghi, le verdure grigliate e la carne bianca. Provatelo, anche solo per un aperitivo, con i crostacei o i frutti di mare: sarà un connubio vincente e difficile da dimenticare.

 

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Peach Fuzz, il Colore Pantone dell’Anno in 10 look

Balmain

Il colore Pantone dell’anno è 13-1023 Peach Fuzz, una sfumatura di pesca che esprime il desiderio di connessione innato nell’animo umano. Elegante e delicato, Peach Fuzz inneggia all’empatia, alla vicinanza, alla condivisione. E’ una tonalità spirituale che coinvolge cuore e mente al tempo stesso. In questa gallery, 10 look nel Color of the Year Pantone tratti dalle collezioni Primavera Estate 2024.

 

Alberta Ferretti

All That She Loves

Carven

Zimmermann

Stella McCartney

Ujoh

Ulla Johnson

Ermanno Scervino

Simone Rocha