Il luogo: Lisbona, un fascino potente in bilico tra passato e contemporaneità

 

Per me non esistono fiori in grado di reggere il confronto con la varietà dei colori che assume Lisbona alla luce del sole.
(Fernando Pessoa)

 

A raccontarcela, oltre che le guide turistiche cartacee, gli opuscoli di viaggio e i siti web, è stato Fernando Pessoa: il grande poeta e scrittore portoghese era letteralmente innamorato di Lisbona, la sua città natale, e nel 1925 le dedicò uno scritto poi pubblicato postumo, nel 1988, con il titolo di “Lisbona. Quello che il turista deve vedere.” La capitale del Portogallo, in effetti, emana un fascino incomparabile. E’ tutto fuorchè una metropoli, potremo definirla la più “a misura d’uomo” tra le grandi città europee (si estende per circa 100 km quadrati), ma uno dei suoi punti di forza è proprio questo. Affacciata sull’ Oceano Atlantico e situata sulla foce del fiume Tago, Lisboa (così si chiama in portoghese) si adagia su sette colli da cui si gode di uno straordinario panorama: i loro nomi sono São Jorge, São Vicente, Sant’Ana, Santo André, Das Chagas, Santa Catarina e São Roque. “Per il viaggiatore che arriva dal mare, Lisbona, anche da lontano, si erge come un’affascinante visione di sogno, contro l’azzurro vivo del cielo che il sole colora del suo oro.”, scrive Fernando Pessoa nel libro che ho citato poc’anzi. Il mare è una costante nell’ iconografia della città, tant’è che compare anche nel suo stemma (sette onde solcate da un vascello sormontato da due corvi laterali), ma il fiume lo è altrettanto: il 25 Aprile, uno dei due ponti che collega le sponde del Tago (l’altro è il Vasco da Gama), è pressochè identico al Golden Gate Bridge di San Francisco. Sui sette colli si erge una moltitudine di case colorate, e poi “cupole, monumenti, vecchi castelli”, riprendendo sempre le parole di Pessoa. Le vie della città sono strette e lastricate di ciottoli; i tetti, dall’alto, appaiono come una smisurata distesa di tegole rosse.

 

 

Ma una delle caratteristiche della città lusitana è la sua atmosfera: multiculturale, cosmopolita, intrisa di tracce che ha assorbito dai popoli che nel corso dei secoli l’hanno dominata. Nella penisola iberica si sono succeduti gli antichi romani, gli arabi, gli spagnoli. Durante la sua epoca d’oro, tra il XV e il XVI secolo, Lisbona divenne il centro nevralgico del commercio via mare e, di conseguenza, un crocevia di culture. Il Portogallo intratteneva scambi commerciali con l’Africa, l’ India, l’ Estremo Oriente e il Brasile, che nel 1500 aveva colonizzato. Attraverso il porto della capitale portoghese, cruciale trait d’union tra Oriente e Occidente, passavano merci come tessuti pregiati, una grande varietà di spezie (la celebre “rotta delle spezie”, grazie a Vasco da Gama che fu il primo europeo a raggiungere l’India, partiva proprio da Lisbona), e poi ancora lo zucchero, il sale, il corallo (detto significativamente “oro rosso”), la carta e i drappi provenienti dalla Toscana. Nel 1755, tuttavia, un terribile terremoto interruppe bruscamente il periodo di floridezza e di continua crescita sperimentato da Lisbona. Alla distruzione sopravvissero pochi monumenti edificati in stile manuelino e il quartiere dell’ Alfama; il centro storico medievale, completamente devastato, fu ricostruito secondo i dettami urbanistici dell’ epoca. Al mix di culture, dunque, andarono ad aggiungersi contaminazioni architettoniche che ancora oggi fanno di Lisbona una città costantemente in bilico tra il passato e la contemporaneità.

 

Il ponte 25 Aprile

Conoscere Lisbona vuol dire, innanzitutto, assaporare la sua irresistibile atmosfera. Il clima è mite, la vastità del Tago e dell’ Oceano Atlantico donano un alito di infinito; il sole invade i sette colli con una luminosità sfolgorante e crea innumerevoli giochi di luce. L’eco degli antichi esploratori e avventurieri risuona ad ogni passo: Lisbona regala la sensazione di poter salpare, da un momento all’altro, alla scoperta del mondo intero. Godetevi i suoi splendidi monumenti, inoltratevi nel labirinto dei suoi vicoli e nelle sue viuzze tortuose, inerpicatevi sulle sue alture. Innamoratevi della sua squisita cucina di pesce, dei golosissimi pastéis de nata (pasticcini di pasta sfoglia farciti di crema cotta), della cordialità dei suoi abitanti. Lasciatevi stupire dal suo patrimonio storico, artistico e culturale, respirate la suggestività delle sue locande. Rimanete senza fiato davanti ai panorami che ammirate dal Tram 28, il caratteristico tram giallo che si snoda tra i quartieri della capitale, e non mancate di emozionarvi ascoltando le melodie struggenti del fado, la tradizionale musica portoghese che l’UNESCO ha decretato, nel 2011, Patrimonio intangibile dell’ umanità.

 

 

Percorrendo le vie di Lisbona, vi colpiranno le facciate delle case ricoperte di azulejos: sono piastrelle di ceramica smaltata che, a metà dell’ 800, iniziarono a decorare gli edifici cittadini. Ogni quartiere è un piccolo gioiello, ricco di una storia propria e di proprie tradizioni. Esplorateli a piedi se volete penetrarne l’anima, ammiratene i dettagli e non scoraggiatevi per i continui “sali e scendi” a cui vi obbligheranno le salite e le discese. Il più antico, e senza dubbio il più famoso, è Alfama. Le sue case coloratissime, o interamente rivestite di azulejos, sono celebri; le viuzze lastricate di ciottoli sfociano in sorprendenti piazzette e sono fiancheggiate da locali e pasticcerie. Alfama è un quartiere che sprigiona magia, in molti lo definiscono il “cuore” di Lisbona. Se volete ascoltare il fado dal vivo, non c’è che l’imbarazzo della scelta: sono tantissime le locande che offrono l’opzione “cena abbinata a un live”. Ad Alfama potete visitare il Castello di São Jorge, una fortezza risalente al I secolo a.C. che nel 1255  si tramutò nella sede del Palazzo Reale. Il Castello domina tutto il quartiere, regala una vista mozzafiato sulla città. Non perdetevi, poi, la Cattedrale patriarcale di Santa Maria Maggiore (iniziata nel 1150 e terminata nel 1755) , dalla facciata in stile romanico impreziosita da due torri campanarie gemelle; l’interno, a croce latina, presenta residui di decorazioni barocche risalenti al XVIII secolo.  Tornando tra le viuzze, approfittate dei miradouro (angoli panoramici) per godere di uno scorcio dall’alto della capitale. Ad Alfama trovate il Miradouro de Santa Luzia e il Miradouro Portas do Sol: di pomeriggio sono affollati da musicisti e artisti di strada.

 

 

E’ sempre ad Alfama che sono situati, inoltre, il Museu de Artes Decorativas Portugueses, un’ antico palazzo gentilizio che ospita una collezione di arredi e decori datati dal XVI al XVIII secolo, e la settecentesca Chiesa di Sant’Antonio: il Santo, infatti, morì a Padova ma nacque a Lisbona. Parlando di quartieri, una visita a Baixa non può mancare. Se Alfama rappresenta la città vecchia, Baixa è quella nuova: fortissimamente voluto dal marchese di Pombal, il quartiere fu costruito dopo il tremendo terremoto del 1755. Baixa vanta un’ampia piazza quadrata in stile neoclassico, Praça do Comércio. La circondano palazzi signorili e una grande quantità di ristoranti, hotel, boutique e bed & breakfast, il che rende la zona tipicamente turistica. Al centro della piazza campeggia una statua raffigurante re José I, mentre a nord spicca l’ Arco della Rua Augusta, un arco di trionfo completato nel 1873. Situato in prossimità del Tago, Baixa offre la possibilità di raggiungere facilmente il lungofiume. Il centro pulsante del quartiere è Praça Rossio, dove potete ammirare anche la bellissima stazione ferroviaria di Lisbona, in stile manuelino, e l’ Elevador de Santa Justa, un ascensore Art Nouveau che collega Baixa con Alfama e permette di godersi la città dall’ alto. Se poi cercate una location iconica che vi porti sulle tracce di Pessoa, tornate in Praça do Comércio ed entrate nel Caffè Martinho da Arcada, storico punto di ritrovo degli intellettuali lisbonesi di cui lo scrittore era un habitué.

 

L’Arco della Rua Augusta

Praça Rossio

La stazione di Lisbona Rossio

Nei paraggi della Praça Rossio, proprio di fronte al Castello di São Jorge, si erge il Convento do Carmo, anche se dopo il terremoto del 1755 ne rimase semplicemente il suo scheletro: la catastrofe lasciò intatte solo le altissime arcate, qualche finestra e le navate imponenti, tutte rigorosamente in stile gotico. Eppure, l’edificio emana un fascino potente; non è un caso che, dopo alcuni tentativi di restauro, nell’ ‘800 fu deciso che sarebbe rimasto così com’era. Secondo i principi del Romanticismo, il Convento risultava altamente suggestivo proprio grazie al suo aspetto devastato.

 

Il Convento do Carmo

Situata sulla riva del fiume Tago, la Torre di Belém è il monumento più iconico ed emblematico di Lisbona. Il re Giovanni II la fece edificare a scopo difensivo; fu ultimata intorno al 1521, quando già regnava Manuele d’Aviz. Il suo stile architettonico è straordinario: un connubio di manuelino, bizantino e gotico. La costruzione, Patrimonio dell’ Umanità UNESCO, comprende un bastione e una torre alta circa 30 metri suddivisa in quattro piani. All’ inizio fu dedicata a San Vincenzo, santo patrono della capitale portoghese, tant’è che il suo nome originario è Torre di São Vicente. Ormai viene però comunemente chiamata Torre di Belém, “Betlemme” in portoghese. Per visitare la Torre si oltrepassa un ponte levatoio, accedendo poi a una passerella collocata sul fiume. All’interno dell’edificio sono presenti le sale del re, del governatore e delle udienze, mentre all’esterno è possibile esplorare le mura difensive e ammirare il panorama dalla spaziosa terrazza sul tetto.

 

La Torre di Belém

A poca distanza dalla Torre di Belém si trova il Monastero dos Jerònimos, da visitare assolutamente. Re Manuele I, nel 1502, lo fece costruire in omaggio a Vasco da Gama, l’esploratore portoghese che scoprì la rotta marittima verso l’ India. Il Monastero, donato dal re all’ ordine di San Gerolamo, è un edificio emblematico dell’età delle scoperte, compresa tra il XV e il XVI secolo: l’epoca in cui il Portogallo primeggiava nell’esplorazione dell’Oceano Atlantico e l’Oceano Indiano. Maestoso e opulento, il Monastero dos Jerònimos combina lo stile manuelino con elementi rinascimentali e del tardo gotico. Al suo interno sono ospitati i sepolcri commemorativi di Vasco da Gama, del poeta  Luís Vaz de Camões e le spoglie di Fernando Pessoa. Nelle cappelle della chiesa sono invece collocate le tombe di diversi sovrani portoghesi. Il monumento funebre del re Manuele I, di suo figlio Giovanni III e delle loro rispettive famiglie si trovano nella cappella maggiore. Il Monastero dos Jerònimos è stato decretato Patrimonio dell’ Umanità UNESCO nel 1983.

 

Il Monastero dos Jerònimos

Rimanendo nel quartiere di Belèm è impossibile non rimanere senza fiato davanti all’imponente Monumento alle Scoperte, che i portoghesi chiamano Padrão dos Descobrimentos. E’ una celebrazione dell’ età delle scoperte e venne costruito nel 1940 in occasione dell’ Expo, ma venti anni dopo, nel 1960, fu edificato ex novo per commemorare il 500mo anniversario dalla scomparsa di Dom Henrique, ovvero Enrico Il Navigatore. L’opera è situata in una posizione strategica sulle rive del Tago: pare che da qui salpò un gran numero di esploratori. Per raggiungere il Monumento si percorre un ampio piazzale che riproduce una rosa dei venti dal diametro di 50 metri sul suo pavimento. Al centro, la rosa riporta le principali rotte dell’ età delle scoperte. Il Padrão dos Descobrimentos consta in una caravella in pietra bianca che sfiora un’altezza di 56 metri; sulla prua è scolpita la figura di Enrico Il Navigatore, mentre i due gruppi scultorei laterali discendenti rappresentano gli eroi che determinarono la grandezza dell’ Impero Portoghese: esploratori, sovrani, cartografi, navigatori, scrittori, colonizzatori e via dicendo. Tra i personaggi omaggiati figurano Vasco da Gama, Ferdinando Magellano, il re Alfonso V, Bartolomeu Dias e Diogo Cão. E’ possibile raggiungere la sommità del monumento tramite un ascensore interno; da lì, si gode di una meravigliosa visuale che sconfina nell’immensità dell’ Oceano.

 

Il Padrão dos Descobrimentos

Per concludere, una dritta che vi aiuterà a visitare la città avvalendovi del maggior comfort possibile: se non ve la sentite di affrontare le sue ripidissime salite e discese, salite a bordo del Tram 28! Non si tratta di un mezzo di trasporto turistico, bensì di un tram iconico e riconoscibilissimo. I suoi colori sono il giallo e il bianco. Le sue carrozze risalgono ai primi anni del ‘900, ma funziona a meraviglia. E’ il modo ideale per vedere Lisbona e tutti i suoi angoli nascosti senza alcuno sforzo. In più, potrete godere di scorci panoramici indimenticabili: mi raccomando, smartphone sempre a portata di mano per immortalarli. Il tragitto del Tram 28 include i quartieri di Baixa, Graça, Alfama, Campo de Ourique, Praça Martim Moniz. Durante il percorso, non perdetevi i fantastici murales che decorano la città. Una dritta aggiuntiva a prescindere dal Tram 28? Provate la Ginjinha, una bevanda tipica di Lisbona: è un liquore di amarene servito con delle ciliege e una tazza di cioccolata. Golosità pura che potrete facilmente gustare in un chiosco apposito di Praça Rossio, nel quartiere Baixa.

 

Il Tram 28

La Cattedrale

Alfama

 

 

Il luogo: la Finlandia, il Paese più felice al mondo del 2022

 

“La Finlandia vuol essere scoperta, poichè non ha bellezze sgargianti o violente che l’osservatore superficiale possa cogliere così a volo dopo una fuggevole osservazione. Chi giunge in questo paese deve gettare lontano da sé ogni sorta di inquietudine quotidiana, deve aprire ben bene gli occhi e la mente per sentire e comprendere l’anima del paesaggio e le sue nascoste armonie. Così soltanto potrà tornare felice e ricco di impressioni nuove al suo paese.”

(Börje Sandberg)

 

Dopo aver trascorso il Natale a Tallinn, in Estonia, VALIUM torna nel Grande Nord. Stavolta, ci spostiamo ancora più in direzione della Stella Polare: siamo in Finlandia, un Paese dalla superficie totale di 338.424,38 km2 di cui un decimo è occupata da laghi di origine glaciale. La terra del Sole di Mezzanotte, confinante a est con la Russia, a nord con la Norvegia, a ovest con la Svezia e a sud con il Golfo di Finlandia, è un luogo straordinariamente affascinante. Le foreste ricoprono il suo territorio a perdita d’occhio, occupando l’86% del Paese; nella parte più settentrionale, a nord del Circolo Polare Artico, è possibile ammirare fenomeni quali l’aurora boreale. Lì si estende la Lapponia, il cui capoluogo – Rovaniemi – viene considerato la patria di Babbo Natale. Morfologicamente, in terra finnica si alternano monti (basti pensare alla catena dei Monti Scandinavi a nord-est del Paese), tundra (in Lapponia, dove prevale l’allevamento delle renne), fiumi (come l’ Oulujoki e il suo sistema fluviale), laghi (nell’area sud-orientale è situata la celebre Regione dei Laghi), ghiacciai e una costa frastagliata fronteggiata a sud dalle Isole Aland. Il mare che bagna la Finlandia è il mar Baltico e da ciò si evince che il litorale, soprattutto durante l’ Inverno, sia scarsamente praticabile a causa delle acque ghiacciate.

 

 

Ma qual è, esattamente, il motivo che ci ha spinti fino in Finlandia? La risposta è molto semplice: questo Paese, per il quinto anno consecutivo, è stato eletto il più felice al mondo dal World Happiness Report (elaborato dal Sustanaible Development Solutions Network dellONU). Viene quindi spontaneo esaminare le ragioni che hanno determinato la conquista di tale titolo. Cioè: perchè la Finlandia è un Paese felice, e su quali basi si fonda la sua felicità? Lo scopriremo subito insieme.

 

 

Il rapporto del World Happiness Report, innanzitutto, analizza il livello di felicità – dove per “felicità” si intende un’alta qualità della vita –  di un totale di 156 Paesi relativamente al benessere degli autoctoni, e di 117 rispetto a quello degli immigrati. Vengono presi in esame criteri come il reddito, la salute, la sicurezza, l’ istruzione, il funzionamento delle istituzioni e le caratteristiche a cui si associano, ad esempio la fiducia accordata loro dai cittadini, la presenza o meno della corruzione, la libertà di cui gode il Paese. Un parametro molto importante è costituito dall’ inclusività. Tornando a bomba: quali sono le motivazioni che fanno della Finlandia il Paese più felice del globo?

 

 

L’armonia con la natura

Non è difficile immaginare che la natura giochi un ruolo primario nella decisione del World Happiness Report. I finlandesi adorano vivere in armonia con l’ambiente, la sostenibilità e l’eco-friendly sono parte integrante della vita quotidiana. L’aria è pulita, la natura è uno degli scenari più amati entro i quali muoversi. In Finlandia, passeggiare nei boschi rappresenta uno dei passatempi preferiti: le foreste coprono tre quarti del Paese e raggiungerle richiede, in genere, non più di un quarto d’ora a piedi. Nelle grandi città, inoltre, è possibile usufruire delle immense aree di verde costituite dai parchi. Ma c’è di più. Secondo il principio del “jokamiehen oikeus”, il bosco appartiene a chiunque. Chiunque, cioè, può raccogliere liberamente erbe, fiori, funghi, bacche, oppure pescare con la massima tranquillità. “Everyman’s Rights” è il diritto che tutti hanno di godere responsabilmente dei frutti della natura. L’aria tersa della Finlandia dona a ogni prodotto una marcia in più: anche cibi selvatici come il camemoro, il tipico lampone artico, risultano prelibati, e preparare una cena che inneggia all’ “into the wild” è un’attività incredibilmente emozionante.

 

 

Ripristinare il contatto con la natura, come vi dicevo, in Finlandia è un must. Sono più di 40 i parchi nazionali disseminati nel Paese, tutti raggiungibili in meno di mezz’ora. In ogni parco sono presenti innumerevoli sentieri escursionistici e naturali, esistono aree adibite al campeggio dove è possibile dormire sotto le stelle e pasteggiare piacevolmente attorno a un falò. La varietà dei paesaggi rende ancora più sorprendenti questi istanti in completa armonia con l’ambiente: a sud le foreste sono fitte e rigogliose, a nord lo scenario assume tratti artici in puro stile “winter wonderland”. Non dimentichiamo, poi, che un soprannome della Finlandia è “terra dei mille laghi”. I laghi inclusi nei suoi confini sono ben 188.000 e fanno del Paese il più ricco di acque interne al mondo. A proposito di acqua, va notato che è immancabilmente cristallina: sia quella di laghi e fiumi che quella del rubinetto. A Helsinki è possibile berla senza problemi, viene considerata la più limpida del mondo.

 

 

Relax e detox con la sauna

La sauna fa parte della cultura e delle tradizioni finlandesi, ma non solo: è una vera e propria filosofia di vita. La dice lunga il fatto che, nel Paese, siano presenti ben tre milioni di saune su una popolazione complessiva di cinque milioni di abitanti. In termini di benessere, questo rito tipicamente finnico è senza dubbio il top. Ma non solo: nella sauna ci si ritrova con gli amici, con i colleghi di lavoro e via dicendo, per scambiare quattro chiacchiere mentre ci si rilassa e si usufruisce dei benefici del detox. Durante la sauna, inoltre, l’organismo rilascia un’alta quantità di endorfine, i neurotrasmettitori del buonumore. Lo step finale, che prevede il bagno in un lago ghiacciato, permette di godere appieno della bellezza degli specchi d’acqua del Paese. Non è un caso che l’ UNESCO abbia deciso di includere il più famoso rituale finlandese nell’ elenco del Patrimonio Culturale Immateriale: è una tradizione antichissima (la prima sauna risale al XII secolo) ed estremamente salutare.

 

 

Il paradiso dello sci

Un’ altra attività molto amata in Finlandia è lo sci: complici le basse temperature, si scia praticamente fino a Maggio. Le piste sono numerosissime e in Primavera inoltrata, quando il sole splende quasi tutto il giorno, si scivola lungo le discese sotto la sua luce magica. Anche chi adora lo sci di fondo può godere di vantaggi incomparabili. I percorsi, a miriadi, esplorano scenari da meraviglia che includono laghi, boschi rigogliosi e tutti gli angoli d’incanto del Paese.

 

 

L’ aurora boreale e il sole di mezzanotte: due fenomeni che lasciano senza fiato

La natura regala spettacoli di una magia ineguagliabile. In Lapponia, l’aurora boreale si verifica a partire dall’ Autunno fino alla Primavera per un totale di circa 200 giorni. Ma con il buio dell’ Inverno (i primi di Gennaio c’è una sola ora di luce), quando la neve ammanta il paesaggio di candore, assistere al fenomeno è ancora più emozionante: si tratta di un effetto ottico originato dall’ interazione tra il vento solare e la ionosfera terrestre. Dal loro incontro scaturiscono bande luminose declinate in un’infinità di forme e di colori che mutano continuamente. I cosiddetti “archi aurorali” esplorano nuance che vanno dal verde all’ azzurro passando (sebbene più raramente) per il rosso. Avere la possibilità di ammirarli è un evento che lascia senza fiato per lo stupore.

 

 

L’Estate, in Finlandia, è un periodo elettrizzante. A nord del Circolo Polare Artico, da Maggio ad Agosto il sole non tramonta mai; se ci si spinge più a sud tramonta solo per un istante e poi splende più smagliante di prima. Il cosiddetto “Sole di Mezzanotte” è contraddistinto da una luce straordinaria, praticamente una sorta di alba o tramonto che dura tutta la notte. I colori che prevalgono sono il giallo, l’arancio, il rosa. Questa fase temporale, che segue all’oscurità imperante dell’ Inverno, stimola un’ energia incontenibile nella popolazione: l’attività notturna è frenetica, le saune e i bagni di mezzanotte sono frequentissimi, facilitati anche dalle temperature più alte del mare e dei laghi.

 

 

Sicurezza, ospitalità, inclusività e parità di genere sono la norma

Finora abbiamo parlato di natura e di attività nella natura, ma come vanno le cose in città? Decisamente bene. Le metropoli finlandesi sono sicure, c’è un bassissimo tasso di criminalità. Se perdete il portafoglio è quasi automatico che vi venga riconsegnato, e che ve lo rubino è altamente improbabile. Qui è possibile girare da soli ovunque, sia di giorno che di notte. I servizi pubblici funzionano a meraviglia, la corruzione è pressochè assente e i cittadini guardano al Governo con fiducia. All’ asilo, dove si può accedere a due anni, si insegna ai bambini il concetto di parità di genere: uomini e donne hanno gli stessi diritti e doveri. Proprio nel Settembre scorso, a tal proposito, è entrata in vigore una nuova legge che assegna 160 giorni di congedo parentale a entrambi i genitori; è possibile che un membro della coppia ne ceda 63 al partner o a chi accudisce il bimbo. Le giovani donne hanno anche diritto a 40 giorni di indennità di gravidanza. Per concludere, l’inclusività  è molto importante: in Finlandia, gli stranieri si trovano a operare in un contesto altamente meritocratico che esalta i valori dell’ equità e dell’ accoglienza.

 

 

I finlandesi, un popolo entusiasta ed ospitale

Esistono molti stereotipi sulla presunta introversione dei finlandesi. In realtà si tratta di un popolo che ama aprirsi al prossimo, accogliente e generoso. Sicuramente, i finlandesi hanno molta voglia di raccontarsi e sono a dir poco entusiasti di far conoscere il loro Paese a chiunque lo visiti. A proposito di visite: saprete senz’altro che a Rovaniemi, nella Lapponia finlandese, si trova il celebre Villaggio di Babbo Natale.  E’ qui che Santa Klaus ha fissato la propria dimora, e potete fargli visita ogni giorno dell’ anno. Il Villaggio, inoltre, è attraversato dalla linea del Circolo Polare Artico: oltrepassatela ed otterrete un certificato che testimonierà la vostra impresa!