Giovedì Grasso con i dolci tipici del Carnevale di Venezia

 

Quando arriva Giovedì Grasso, parlare di dolci è quasi tassativo. Il giovedì e il martedì  di Carnevale, infatti, vengono detti “grassi” perchè ci si poteva abbandonare ad eccessi culinari (oltre che dolciari) di ogni tipo prima della frugalità della Quaresima. Non è un caso che la tradizione dei dolci carnevaleschi sia massicciamente diffusa in tutte le regioni italiane: ognuna ha il suo dolce tipico, o ha donato un nome e connotati ben precisi a dolci preparati nell’intera penisola. In questo articolo, però, dati gli ultimi approfondimenti di MyVALIUM, ci occuperemo esclusivamente dei dolci veneziani. Iniziamo subito a conoscere le delizie del Carnevale più famoso al mondo.

 

Le fritole

 

Sono il dolce più tipico: le fritole sono dei piccoli e deliziosi bomboloni fritti. Possono essere farcite con svariati ingredienti; esistono fritole ripiene di crema, cioccolata, uvetta e pinoli, pistacchio, gianduja, ricotta, zabaione, crema chantilly…in un crescendo di golosità davvero irresistibile. Le origini delle fritole affondano nientemeno che nella Serenissima Repubblica Veneta, della quale furono decretate il dolce ufficiale. Anticamente le vendevano gli ambulanti, i “fritoleri”, stazionati nei campi e lungo le calli. La ricetta delle fritole veniva tramandata di generazione in generazione, in quanto era considerata arte pasticcera a tutto tondo. Sebbene a partire dal XX secolo i fritoleri siano scomparsi, le fritole rimangono il dolce tradizionale più noto del Carnevale veneziano.

 

I mameluchi

 

Sono un dolce poco noto, ma non per questo meno squisito: i mameluchi si possono acquistare nella pasticceria Targa di Ruga Rialto e in pochissime altre pasticcerie selezionate. Il loro luogo di nascita, però, è Murano, e ad inventarli è stato il pasticciere Sergio Lotto. Lotto stava preparando un dolce tipico dell’Egitto, ma si accorse di aver confuso le dosi degli ingredienti. Ha quindi ripetuto l’impasto, arricchendolo di scorze d’arancia e uva passa. Poi gli ha dato la forma di un cannolo e ha pensato di cuocerlo fritto. Il suo esperimento ha avuto un incredibile successo: il dolce ottenuto era soffice, golosissimo e dava l’idea di essere farcito con la crema anche se di fatto non la conteneva. Sergio Lotto lo ha chiamato “mameluco”, “mammalucco”, in onore dello “strampalato” impasto con cui lo ha realizzato.

 

I galani

 

Sono la versione veneziana delle frappe, chiacchiere, bugie, dei crostoli o qualsivoglia nome li definisca nel resto d’Italia. Non hanno origini venete, ma nella città lagunare hanno assunto caratteristiche del tutto proprie: mentre le frappe esibiscono una forma rettangolare dai bordi seghettati, i galani vantano le sembianze di un nastro. Che, guarda caso, in veneto di traduce con “galan”.

 

Le castagnole

 

Il dolce carnevalesco italiano per eccellenza, a Venezia si impreziosisce di un gusto unico e prelibato: le castagnole, qui, sono piccoli dolcetti sferici cotti nell’olio bollente e cosparsi di zucchero. Ma il particolare più squisito è senz’altro la farcitura; può essere a base di crema, cioccolata, panna o rum. I veneziani le chiamano altresì “favette”. Anche in questo caso, dunque, Venezia è riuscita ad omaggiare un dolce tipico della tradizione italiana con una variante più golosa che mai.

Foto delle fritole: Massimo Telò, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, da Wikimedia Commons

 

Il Carnevale di Venezia: 6 aneddoti storici

 

Del Carnevale di Venezia, MyVALIUM ha parlato moltissime volte. L’ultima in ordine di tempo, in occasione dell’intervista con il Principe Maurice (rileggi qui l’articolo), storico Gran Cerimoniere e “Casanova” per eccellenza della kermesse. In questo post, invece, vorrei approfondire un aspetto poco conosciuto del Carnevale lagunare, o perlomeno sconosciuto ai più: gli aneddoti storici e tradizionali relativi alla più celebre festa veneziana. Andiamoli subito a scoprire.

 

Il 1700, l’epoca del massimo splendore

 

Il XVIII secolo, per il Carnevale di Venezia, può essere considerata un’epoca d’oro: la festa è ormai famosa in tutta Europa e attira migliaia di turisti. Le botteghe dei “mascareri” (i fabbricanti di maschere), così come quelle di costumi, diventano sempre più numerose. I luoghi del Carnevale sono Piazza San Marco, la Riva degli Schiavoni, i campi veneziani. E’ qui che si concentra la miriade di artisti di stradasaltimbanchi, giocolieri, danzatori e musici – che anima la manifestazione, a cui prendono parte anche svariate compagnie teatrali e le maschere della Commedia dell’Arte. Gli spettacoli si susseguono ovunque, all’aperto ma anche nei teatri e nelle antiche dimore, dove, non di rado, raggiungono un alto tasso di licenziosità.

 

Il codice di condotta delle maschere

 

Sapevate che le maschere hanno delle norme da seguire? E’ una tradizione antica che prevede regole ben precise. Eccone alcune. Se una maschera viene interpellata da qualcuno che indossa abiti civili, potrà rispondere soltanto a gesti o in impercettibili sussurri. Secoli orsono, infatti, le maschere non potevano comunicare tra loro se non bisbigliando. Questa regola ha anche a che fare con il rispetto che si doveva, e si deve, ad ogni persona in costume: è assolutamente proibito cercare di scoprire chi si cela dietro alla maschera e, di conseguenza, farla parlare. Se le maschere si incontrano, devono salutarsi con un inchino. Chiunque incontrasse una maschera ai tempi d’oro del Carnevale (che dal 1979 è ritornato ai suoi antichi fasti), era tenuto a salutarla con un “Buongiorno, siora maschera!”.

 

L’usanza degli ovi

 

Lanciarsi “ovi odoriferi”, durante il Carnevale settecentesco, è di gran moda. Gli ovi non sono altro che gusci ricolmi di profumo, riempiti appositamente dai veneziani. Viene quasi sempre utilizzata l’acqua di rose: la tradizione vuole che i giovani uomini lancino ovi odoriferi alle donne da cui sono attratti, ma ben presto questo “gioco” degenera. Gli ovi cominciano ad essere riempiti di sostanze inaspettate, dall’inchiostro a quelle più repellenti, e tutto volge in burla.

 

Il medico della peste

 

E’ la maschera più inquietante e spaventosa del Carnevale di Venezia. Non è un caso che sia rimasta celebre: il lungo becco,  il mantello e il copricapo neri, in realtà, sono la divisa storica del medico della peste. Il medico, cioè, che nella Venezia cinquecentesca si recava di casa in casa per curare coloro che avevano contratto il morbo della peste. Il becco, interminabile e voluminoso, veniva riempito di erbe officinali, medicinali e aromatiche allo scopo di proteggere il dottore dall’olezzo dei cadaveri e dal contagio. L’epidemia di peste che si verificò a Venezia tra il 1575 e il 1577 fu terrificante: uccise 50.000 persone, che a quell’epoca rappresentavano un terzo della popolazione lagunare.

 

La maschera preferita di Giacomo Casanova

 

Il grande seduttore, ebbene sì, ha una sua maschera (rileggi qui l’articolo in cui parlo delle maschere veneziane) preferita: la bautta. Non c’è da meravigliarsi, dato che si tratta della maschera che più di ogni altra assicura l’anonimato. Il travestimento include un mantello, il cosiddetto tabarro, un cappuccio nero e un cappello tricorno (a tre punte). La maschera che cela il volto, detta larva (dal latino “spettro”), è solitamente bianca o color oro e forma una sorta di triangolo sporgente nella parte inferiore. Ciò permette di bere e di mangiare, ma, in primis, di camuffare la propria voce. E per Casanova, di certo, tutto ciò ha un valore aggiunto: indossa la bautta quando vuole rendersi irriconoscibile, o ammantarsi di mistero in occasione delle sue avventure galanti. Non disdegnando tutti quei vantaggi che il tabarro può offrire…

 

Chi lavora non festeggia

 

Nel 1700, durante il Carnevale di Venezia, lavorare è proibito. Si, avete capito bene: a Carnevale, a Venezia, è vietato lavorare. Far baldoria, divertirsi e festeggiare sono invece tassativi. I veneziani credono talmente in questa festa che arrivano perfino ad arrestare chi prosegue la sua attività lavorativa nel periodo carnascialesco. Costui può essere trascinato in chiesa a mò di penitenza o, più spesso, viene obbligato e bere litri e litri di vino prima di essere eletto Re del Carnevale nel giubilo generale.

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Carnevale 2025: qualche spunto per il make up

 

Il countdown a Carnevale sta per terminare: la festa più sfrenata dell’anno avrà inizio domenica 16 Febbraio (a Venezia il 14, in concomitanza di San Valentino, e vedremo in seguito il perchè). In attesa di approfondimenti dal punto di vista storico e delle tradizioni, ci soffermiamo sul make up; che è un dettaglio importante, perchè rimanda a un cardine delle cerimonie “carnascialesche”: il travestimento. Travestirsi, diventare altro da sè, a Carnevale è fondamentale. Perchè è un periodo in cui il caos, il sovvertimento delle regole, gli eccessi e le trasgressioni diventano catartici e favoriscono la rigenerazione della società. Carnevale, con i suoi travestimenti, cancella qualsiasi distinzione tra le classi sociali: si esce da sè stessi per abbracciare una nuova identità, quella che più si desidera. Questo livellamento sociale, seppur provvisorio, era guardato con diffidenza dai potenti. Basti pensare che a Venezia, tra il XVIII e il XIX secolo, i festeggiamenti carnevaleschi vennero proibiti sia da Napoleone che dagli Austriaci. Si temevano disordini, cospirazioni. Ma le maschere, nella Serenissima, erano state vietate molte altre volte: venivano indossate pressochè tutto l’anno incrementando il malcostume, i raggiri e il libertinaggio. Tornando all’epoca contemporanea, travestirsi è tornato ad essere un momento liberatorio e rigenerante: anche il make up, oltre alla maschera (di cui parleremo nei prossimi giorni), permette di forgiarsi un’identità a propria scelta. E se siete a corto di idee, guardate la gallery dove vi dò qualche spunto.

 

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Un Natale d’amore: gli auguri del Principe Maurice per il Natale 2024 – Speciale “Sulle tracce del Principe Maurice”

 

Un Natale dai mille volti e dalle mille sfaccettature: ecco come sarà il 25 Dicembre del Principe Maurice. La definizione, data la poliedricità dell’icona del Teatro Notturno, calza a pennello! Oggi Maurice torna su VALIUM per non mancare all’appuntamento con gli auguri rivolti ai suoi fan ed estimatori, ma lo ritroveremo a breve per una lunga chiacchierata dove ci racconterà tutte le news che lo vedono protagonista, compreso un progetto molto, molto speciale a cui ci ha accennato tempo fa. Torniamo, però, al Natale: quello del Principe si preannuncia in movimento, e tuttavia non sarà privo di momenti all’insegna del calore familiare. La foto di copertina di questo articolo è indicativa: un bel camino acceso attorno al quale riunirsi, chiacchierare, condividere la magia delle feste. Perchè Maurice, come ormai sapete bene, ha un animo profondo e una spiccata sensibilità; non è un caso che ami alternare i bagliori dei lustrini dei club al luccichio delle scintille del focolare. E’ il momento di lasciar spazio al nostro dialogo.  Vi invito a leggere l’intervista fino in fondo: gli auguri di Buon Natale del Principe, quest’anno, contengono un messaggio davvero toccante. E non si può che condividerlo appieno.

Le feste natalizie sono ormai imminenti. Le tue come saranno?

Purtroppo non riuscirò a stare in tranquillità con tutti i miei cari, anche perché la mia vita si dirama ormai tra Milano, Venezia e Palma di Maiorca. Passerò la notte di Vigilia a Palma, per il pranzo di Natale sarò a Milano con mia sorella mentre la sera stessa prenderò parte al Memorabilia in programma al Donoma Club di Civitanova Marche. Infine, tornerò a Milano per trascorrere Santo Stefano insieme a Flavia. Girerò come una trottola…e con tutte le difficoltà che oggi comporta il viaggiare in aereo, in treno e in macchina ho cominciato a camminare tantissimo, sono tornato alle origini dell’umanità! Camminare mi ha permesso di rimettermi in forma, mi ha ridato energia, anche perché camminando rifletti, pensi, fai, osservi…Il mio sarà un Natale in “pellegrinaggio” da una casa all’altra, un cammino di riflessione anche nei confronti della ricorrenza della nascita della straordinaria figura che è Gesù. Si può credere o non credere che sia il figlio di Dio, ma è innegabile che sia stato un profeta, una persona speciale, un portatore di bontà assoluta. Il Natale è una festa tenerissima. Io raccomando sempre di fare il presepe, perché il presepe appartiene alla nostra tradizione; l’albero di Natale lo inventò la Regina Vittoria per dare un’aria di festa al suo palazzo! Il mio Capodanno, poi, sarà pazzesco. Avrò l’onore di esibirmi in un evento al PalaRossini di Ancona, “The Sound of Glories”, patrocinato dal Comune del capoluogo marchigiano. E’ prevista anche una cena spettacolo dedicata a chi vuole aspettare la mezzanotte con noi: il menu gourmet e il mio dinner show, un format che tanto amo, saranno gli ingredienti base della serata.

 

 

Hai allestito anche quest’anno il tuo suggestivo e inconfondibile presepe “veneziano”?

No, purtroppo non ne ho avuto il tempo! In questo momento la mia vita è un vortice e voglio abbandonarmi completamente al suo impeto. A casa di mia sorella il presepe e le decorazioni non mancheranno, Flavia realizzerà i suoi ornamenti di design e a Palma di Maiorca il mio caro amico e assistente storico Sasha ha preparato un albero di Natale molto divertente, con addobbi “felini”, insieme a sua moglie Maryel: l’atmosfera natalizia, insomma, mi avvolgerà, seppure non nei panni di scenografo. Quest’anno sarò passivo, ammirerò le creazioni degli altri. Magari aggiungendo un tocco finale!

 

Casa Agosti vestita a festa con degli splendidi e preziosi addobbi

 

L’albero di Natale “felino” di Sasha e Maryel a Palma di Maiorca

Come ogni anno, i lettori di VALIUM attendono con gioia i tuoi auguri di Buone Feste. Quale messaggio dedichi loro per il Natale 2024?

Li invito a concentrarsi sulla riscoperta dell’amore. La nascita di Cristo è un atto d’amore di Dio nei confronti dell’umanità: Dio manda suo figlio tra noi per redimerci dai peccati. Ma al di là di questo risvolto religioso, dovremmo riscoprire il valore di volerci bene e di regalare (senza aspettarci nulla in cambio) amore il più possibile. Perché le cose vanno, vengono, si deteriorano, non piacciono più…mentre l’amore no, l’amore rimane. Quindi abbracciatevi, abbracciate i vostri cari, abbracciatevi tra voi, abbracciate voi stessi, se siete da soli: basta incrociare le braccia e stringerle attorno alle spalle perché il regalo di questo Natale sia anche e soprattutto l’amore. Con l’amore si sopportano tutte le intemperie della vita. Normalmente si augura salute, prosperità e via dicendo, ma se non c’è l’amore non c’è nulla. Che sia un Natale d’amore, quindi. Non occorrono regali che servono solo per esibire voi stessi. Il regalo più bello è un piccolo gesto, anche per strada: una persona che ti sorride…Una sera, per esempio, a Milano, ho incontrato una coppia di anziani che si tenevano per mano. Li ho fermati e gli ho detto: “Scusate, io non sono nessuno, ma devo dirvi che siete bellissimi! Posso abbracciarvi?” E loro, sorridendomi, mi hanno stretto forte. Un abbraccio è il regalo più bello, è aiutare chi ha bisogno davvero. Basta rinunciare a qualche leccornia o a qualche regalo inutile in più. Questo è un periodo difficile per l’umanità, dobbiamo riscoprire la potenza dell’amore. E nel “pacchetto amore” includo anche la pace: la pace interiore e la pace geopolitica; il mio augurio è che questa bella energia dell’amore possa circondare tutti e dare dei bei segnali anche ai potenti!

 

Il Natale milanese di Maurice

 

La colazione di oggi: l’uovo sbattuto, per un inizio di giornata che sa d’infanzia

 

Chi appartiene alla mia generazione lo ricorderà come una delle colazioni (o merende) cardine della propria infanzia: l’uovo sbattuto, oltre che essere buonissimo, era il ricostituente lampo che ci restituiva energia dopo un’influenza o ci rinvigoriva nel pieno dell’Inverno. Chi non adorava la sua consistenza cremosa, il suo sapore zuccherato, il colore giallo oro del tuorlo che in fondo al bicchiere si faceva più intenso? Naturalmente, l’uovo sbattuto non è una delizia riservata ai bambini: vale la pena di riscoprirlo, magari arricchendolo con qualche biscotto, del cioccolato in polvere, un goccio di caffè o di liquore. Anche perchè vanta una lunga serie di proprietà e benefici. In primis, è estremamente nutriente; contiene un gran numero di proteine essenziali per l’organismo. E’ ricco inoltre di vitamina A, D, E e molte vitamine del gruppo B, così come di minerali quali il ferro, il selenio e lo zinco. La vitamina E e la luteina, di cui abbonda, sono antiossidanti che preservano le cellule dalla nociva azione dei radicali liberi. In più, l’uovo sbattuto è l’alimento ideale per una colazione veloce: si prepara in pochi minuti e, grazie alla presenza delle proteine e dei grassi buoni, regala un’immediata sensazione di sazietà.

 

 

Per prepararlo sono necessari solo due ingredienti, un uovo rigorosamente fresco e un cucchiaio di zucchero (da aggiungere in base alla cremosità desiderata). Il primo step consiste nel rompere l’uovo. Successivamente, il tuorlo e l’albume si separano. Il tuorlo va versato in un bicchiere insieme allo zucchero prima di essere sbattuto con l’aiuto di un cucchiaio o di una forchetta. Se preferite un uovo sbattuto denso e soffice, abbondate con lo zucchero; viceversa, la consistenza risulterà più liquida. Per una cremosità extra, provate a sbatterlo anche con la frusta. Volete accentuare la sua dolcezza? Aromatizzatelo con la vaniglia o la cannella. E’ importante dire che l’uovo sbattuto dev’essere consumato subito per preservare la freschezza del tuorlo.

 

 

Non bisogna confondere l’uovo sbattuto con lo zabaione, una bevanda a base di tuorlo d’uovo, zucchero e vino o liquori come il marsala e il rum. Sulle origini dell’uovo sbattuto le teorie sono controverse. Pare innanzitutto che la sua ricetta fu ispirata da quella dello zabaione; alcuni ritengono che a idearla fu un capitano di ventura, Giovan Paolo Baglioni, nel 1471, mentre per altri affonderebbe le radici nella Torino del 1500. Certo è che con il nome zabaja si indicava una bevanda veneziana “importata” dall’Illiria, la parte occidentale dell’odierna penisola balcanica.

 

La stagion del Carnevale

 

La stagion del Carnevale
tutto il mondo fa cambiar.
Chi sta bene e chi sta male
Carneval fa rallegrar.

Chi ha denari se li spende;
chi non ne ha ne vuol trovar;
e s’impegna, e poi si vende,
per andarsi a sollazzar.

Qua la moglie e là il marito,
ognun va dove gli par;
ognun corre a qualche invito,
chi a giocare e chi a ballar.

Par che ognun di Carnevale
a suo modo possa far;
par che ora non sia male
anche pazzo diventar.

Viva dunque il Carnevale,
che diletti ci suol dar.
Carneval che tanto vale,
che fa i cuori giubilar.

(Carlo Goldoni, dal poemetto “La Mascherata”, Venezia, 1751)

 

La Luna e la scoperta di Galileo

 

“In cima al campanile di San Marco, nell’agosto 1609 Galileo Galilei mostrò ai consiglieri del doge un nuovo strumento all’avanguardia. Si trattava di un tubo portatile: bastava guardarci dentro e sembrava che gli oggetti ti venissero incontro. Ciò che si trovava lontano diventava apparentemente a portata di mano.  (…) Il campanile di San Marco, ornato dalla statua dorata dell’arcangelo Gabriele, gli sembrò il luogo ideale per mostrare ai notabili veneziani il funzionamento di questo “cannocchiale olandese”. Sotto la cella campanaria si trova una loggia dove lo sguardo spazia a 360 gradi. (…) Proprio sotto la cella campanaria (“è proibito suonare le campane”) è collocata una targa commemorativa: GALILEO GALILEI CON IL SUO CANNOCCHIALE DA QUI IL 21 AGOSTO 1609 ALLARGAVA GLI ORIZZONTI DELL’UOMO. E’ proprio così, ma non perchè il suo tubo con le due lenti una dietro l’altra lo puntò verso il mare! L’importante è che abbia puntato il cannocchiale verso l’alto. Di notte. Sulla Luna, tanto per cominciare. Galileo l’avvicina a sè di venti volte. Cosa vede? Pieghe. Nervature. Margini rialzati dei crateri. Montagne. La faccia della Luna non è uniforme e liscia, ma crepata e ammaccata. Si riconoscono le sagome delle catene montuose delle ombre, che hanno un profilo frastagliato, non diverso da quello degli Appennini o delle Dolomiti al calar del sole. Galileo fa le sue osservazioni per la metà di un ciclo lunare (mezzo mese). I suoi disegni a penna della ruvida superficie della Luna mettono la parola fine all’idea ecclesiastica del cosmo. Secondo la dottrina dominante, l’universo è diviso in un regno divino e uno diabolico. La crosta terrestre è un’area grigia brulicante di bipedi, che dopo la loro morte hanno due possibilità: sprofondare nelle viscere dell’inferno o ascendere al paradiso celeste. I due poli hanno lo stesso scopo, guidare gli esseri umani attraverso la vita. La cima dell’ Olimpo e le nuvole appartengono ancora al peccaminoso mondo “sublunare”; dalle vette della Luna hanno inizio le pure “sfere celesti” cantate all’inizio del 1300 da Dante Alighieri nel Paradiso. Tre secoli dopo Dante, Galileo vede che ben poco di questa rappresentazione delle cose corrisponde a verità. Il dogma del (magnifico) cielo perfetto e la (grinzosa) Terra imperfetta va in frantumi. E’ come se Galileo con il suo cannocchiale avesse mandato in pezzi la cristallina cupola celeste. “

Frank Westerman, da “La Commedia Cosmica” (Iperborea Edizioni)

 

 

Sulle tracce del Principe Maurice – Sogni che diventano realtà

 

Cosa ci fa, in questa foto, il Principe Maurice vestito da Doge? Non era il sommo interprete di Casanova, il leggendario seduttore veneziano? In realtà, la sua metamorfosi ha un senso. Anzi, più di uno: come vedremo, la figura del Doge ricorrerà spesso nella conversazione che riporto qui di seguito. Lungi da me lo spoilerare, lascio a voi la scoperta dell’arcano. Intanto, posso anticiparvi che il Principe ha trascorso una favolosa estate, piena di progetti e a dir poco magica. In questa puntata di “Sulle tracce del Principe Maurice” ci parla di vacanze, eventi mozzafiato a cui ha preso e prenderà parte, prestigiosi riconoscimenti, rivelazioni di stampo esoterico…Una serie di argomenti che ruota attorno ad un unico perno: il coraggio di credere nei propri sogni. Perchè se ci si crede davvero, se per essi si combatte, i sogni poi diventano realtà. E  Maurice ne è l’esempio vivente. A tal proposito, vuole lasciare un messaggio a tutti voi. Quale? Lo scoprirete più avanti, leggendo questa intervista che parla di propositività, amore per la vita e meraviglia…

 

La presentazione di “Cocoricò Tapes” al Pesaro Film Festival

Come definiresti la tua estate?

La definirei stupenda, emozionante. Al di là del disagio climatico, per me è stata veramente un’estate come non mai sia dal punto di vista professionale che delle vacanze che sono riuscito a fare tra un impegno e l’altro! Un’estate da ricordare: mi ha regalato moltissime emozioni ed esperienze bellissime.

Hai partecipato a un’iniziativa straordinaria inclusa nel programma del Pesaro Film Festival: la proiezione di “Cocoricò Tapes” di Francesco Tavella, un documentario dedicato al Cocoricò anni ’90 ed ai suoi protagonisti. Raccontaci tutto, please…vorremmo saperne di più!

La presentazione, un’anteprima mondiale, è stata magnifica. Eravamo nella piazza principale di Pesaro e forse neppure la direzione del Festival si era resa conto di cosa avrebbe comportato la proiezione di questo film: la piazza era stracolma, e di gente che non aveva mai avuto a che fare con il Cocoricò, e di gente che invece aveva vissuto quegli anni in prima persona, perché Pesaro per la Piramide è sempre stato un bacino d’utenza importante. Nell’aria c’era un’energia incredibile. Il documentario è composto al 90 % di materiale storico: vecchie cassette, vecchie interviste digitalizzate ad hoc che costituiscono un memorabilia vero, visivo e importantissimo. Un materiale del quale nemmeno io ero a conoscenza, perché non sapevo che qualcun altro – Renzo Palmieri in primis, direttore generale del Cocoricò durante gli anni d’oro – lo aveva raccolto. Alle interviste storiche sul locale se ne alternano altre, realizzate appositamente per il documentario, a Renzo Palmieri, Giuseppe Moratti e soprattutto a Loris Riccardi, geniale direttore artistico della Piramide negli anni ‘90. La più emozionante è senza dubbio quella di Loris Riccardi, perché la sua avventura con il club è stata (purtroppo) interrotta da una brutta malattia e nessun altro se non lui avrebbe potuto portare avanti il progetto che aveva intrapreso. E’ stato commovente sapere che Riccardi era a Pesaro in occasione della proiezione di “Cocoricò Tapes”, anche se in modo misterioso e clandestino. L’ho ritrovato forse perché anche lui ha voluto farsi ritrovare…Non l’avevo più visto da quando ha avuto quei problemi di salute. Il film, straordinario, è piaciuto molto anche alla critica e adesso  è approdato due giorni fa a Venezia in occasione del terzo anniversario di Rete Cinema In Laguna. Ovviamente ero presente alla proiezione!

 

Con il regista Francesco Tavella

La piazza di Pesaro stracolma in occasione della proiezione di “Cocoricò Tapes”

“Cocoricò Tapes” verrà distribuito nelle sale cinematografiche?

Penso di sì, ma non lo so con certezza perché sono aspetti che riguardano di più la produzione. Quel che è certo è ci sono svariate piattaforme interessate al film. “Cocoricò Tapes” rievoca in modo significativo la storia e il valore del Cocoricò negli anni ‘90, abbinando il lato documentaristico alla cronaca: tutto andava di pari passo, noi eravamo un amplificatore subliminale di quello che succedeva nel mondo.

La locandina del docufilm

A proposito di Cocoricò, è in programma qualche Memorabilia o evento speciale che prevede la tua collaborazione?

Il 9 settembre lascerò per la prima volta nella mia vita la Biennale del Cinema prima della chiusura e della premiazione finale per un Memorabilia che sarà l’apoteosi di tutti i Memorabilia: verrà allestito sul palco speciale del Moto Grand Prix di Misano Adriatico. Sarà un evento molto importante e mi mette anche un po’ d’ansia, perché il palcoscenico è mondiale (come il Gran Premio) e quindi lo spettacolo che abbiamo in mente sia io che Flavia, che preparerà dei costumi ad hoc, si preannuncia maestoso a dir poco. Il fatto che il Memorabilia sia associato alla corsa delle moto è metaforico della nostra corsa alla tensione, al divertimento, al vivere intensamente quel luogo, perciò la location è perfettamente a tema. E’ una metafora meravigliosa, e non dimentichiamo che Valentino Rossi è un fan sfegatato del Cocoricò e dei suoi protagonisti. Questo progetto rientra tra i più importanti della mia fine estate. Per me sarà un grande onore, una grande gioia poter partecipare. Ho il supporto ideale da parte di Flavia per quanto riguarda i costumi e ho convocato i miei artisti migliori. Farò arrivare degli effetti speciali dall’ estero, ma non voglio spoilerare…Posso solo dirvi che la mia performance avrà un imprinting onirico.

Intanto, passando dalla costa romagnola a quella toscana, so che ti sei esibito più volte, anche on the beach, ai grandi eventi dell’ Insomnia Discoacropoli d’Italia…

Sia in collaborazione con Antonio Velasquez dell’Insomnia che con il gruppo della Metempsicosi, sul fronte toscano ho realizzato svariati eventi. Le location erano ambienti pubblici: piazze, borghi toscani di una bellezza incredibile che non conoscevo ancora…E’ stato una sorta di Grand Tour! All’ ultimo degli eventi targato Insomnia, organizzato tra Forte dei Marmi e Marina di Pietrasanta al prestigioso Beach Club Versilia, nonostante la data un po’ “difficile” (lunedì 21 agosto) è accorso in massa uno zoccolo duro di fan di quell’eccezionale fenomeno che è stato l’Insomnia, e per me è stato  emozionante potermi esibire. La Toscana è stata molto presente nella mia estate, devo dire che quest’ anno è un po’ successo quello che succedeva nei mitici anni ‘90: mi sono suddiviso tra la riviera del Tirreno e quella romagnola con grande entusiasmo.

 

Insieme a Antonio Velasquez, ideatore e direttore artistico dell’Insomnia Discoacropoli. Nelle foto sopra, alcuni scatti della tournée in Toscana che il Principe ha effettuato con Insomnia e Metempsicosi

Adesso darò una notizia bomba ai nostri lettori. Mi è giunta voce che stai per ricevere un prestigioso premio, il Premio Internazionale AEREC per le Arti e la Cultura. Si tratta di un riconoscimento ai tuoi meriti professionali: superfluo dire che sia guadagnatissimo. Quali emozioni provi e a quando è fissata la data dell’evento?

E’ previsto per fine anno. E’ stato un fulmine a ciel sereno, non me l’aspettavo! L’ Accademia Europea per le Relazioni Economiche e Culturali presenta il suo programma annuale al Parlamento, è una delle Accademie più prestigiose d’Europa. Tutto ciò è molto in sintonia con il mio progetto di scambio delle culture di vari paesi, soprattutto per quanto riguarda la club culture e il teatro notturno. Naturalmente, ha giocato un ruolo importante anche il fatto che io sia ambasciatore del Carnevale e delle eccellenze veneziane nel mondo. La premiazione, probabilmente, coinciderà con la chiusura annuale dei lavori dell’Accademia. Verrà organizzato un grande gala a Roma, ma sono in attesa di maggiori dettagli. Questo riconoscimento mi ha commosso…Innanzitutto, ritengo che sia stato recepito il mio messaggio. Perché è a questo che servono i premi: più che il prestigio, servono a dare all’artista la sensazione che ha fatto qualcosa che è stato capito e che rimarrà nel tempo. Per me è una soddisfazione enorme. Io non so cosa merito, so solo che tutto ciò che ho fatto l’ho fatto sempre col cuore e per trasmettere benessere, riflessioni, valori…Questo lo so con certezza e credo pienamente in quello che ho fatto.

 

Con Leonardo, patron di Metempsicosi

Rimaniamo – ma ancora per poco – nell’ ambito professionale. All’ Odissea Fun City di Spresiano stai portando avanti, ogni fine settimana, un Variété d’ Eté insieme a Simon the Prince, al secolo Simone Fucci. Il varietà (a modo tuo, naturalmente) è una delle colonne portanti della tua carriera performativa. Cosa senti di avere più nelle tue corde, di quel genere?

Senz’altro la conduzione un po’ cabarettistica. Io mi rifaccio molto al varietà tra le due guerre, quello post-bellico di Nino Taranto, Totò, Macario…Questi personaggi, raffinati ma comici, presentando numeri di varietà in realtà facevano cabaret. Quindi amo la parte improvvisata di empatia col pubblico quasi completamente improvvisata, e poi cantare. Al varietà posso cantare e lo faccio molto di più di quanto non lo faccia in discoteca. Durante lo spettacolo sono supportato da Simon che a volte si esibisce, è un trasformista straordinario…E’ molto bello, qualcosa che è entrato a far parte del mio curriculum ma scorre anche nelle mie vene. Il dinner show dell’Odissea, con la sua continuità, ci dà la possibilità di attirare un pubblico affezionato di tutte le età. E poi, il supporto tecnico offerto dal titolare (Giannino Venerandi) è totale.

 

La locandina di “Variété d’Eté”

Canzone e cabaret: per il Principe, le carte vincenti del varietà

Simon The Prince

Parlaci delle tue vacanze, in fondo l’estate è anche questo. Hai concretizzato il tuo proposito di effettuare un tour delle isole del Mediterraneo? Quali spiagge hai avuto l’occasione di esplorare, per ritrovare il contatto con la natura che da sempre ricerchi?

Intanto mi sono ritagliato dei momenti per godermi le spiagge dei luoghi in cui mi trovavo, a partire dalla Romagna dove ho riscontrato un forte spirito di rinascita dopo l’alluvione, la consueta qualità dei servizi, un’accoglienza turistica di prim’ordine. La Toscana poi è meravigliosa, e il Salento – che pure conoscevo, ma non frequentavo da un po’ di tempo – lo è altrettanto. Però la vacanza che, a sorpresa, mi ha fatto scoprire qualcosa di fondamentale sulla mia vita è stata il viaggio che ho fatto in Grecia. Per raggiungere Porto Heli, il luogo dove ho trascorso le vacanze, bisogna attraversare tutto il Peloponneso in macchina, passando da Corinto ma soprattutto da Epidauro. A Epidauro si trova il teatro più grande e meglio conservato dell’antica Grecia. Ha posti a sedere per ben 14.000 spettatori. Al centro dell’orchestra c’è una pietra di circa un metro di diametro dove il più flebile respiro emesso dall’oratore veniva udito persino dalle ultime gradinate. Calcola che 14.000 spettatori potevano ascoltare assolutamente tutto senza il supporto di alcuna tecnologia. Già questo, di per sè, è strabiliante! Ma visitando il sito archeologico (Patrimonio dell’Umanità Unesco), mi sono reso conto che il teatro di Epidauro è una parte del santuario di Esculapio. Esculapio è il dio greco della medicina, e il suo santuario comprende vari templi; il teatro veniva utilizzato per la “terapia di gruppo”, uno scambio energetico finalizzato a guarire l’anima e di conseguenza anche il corpo. Così mi sono reso conto di essere una sorta di terapeuta anche di me stesso, nel lavoro che faccio…perciò, grazie al cielo, la mia salute è ottima nonostante la vita a volte stressante che conduco! E proprio lì, nel teatro di Epidauro, ne ho capito il motivo: io sono uno strumento che dà energia e riceve energia dagli altri. E’ una cosa stupenda! Quando ho fatto la prova voce sulla pietra al centro dell’orchestra, l’ho sentita vibrare sotto i miei piedi…Ho provato un senso di benessere straordinario. Questa è stata l’esperienza più importante che abbia mai fatto, sia dal punto di vista culturale che del Grand Tour! Scendendo verso la costa ho poi raggiunto Porto Heli dove ho avuto modo di visitare e vivere l’unicità di uno dei resort più belli del mondo appartenente alla catena Aman (la stessa dell’Aman Venice): il suo nome è Amanzoe. “Zoe” in greco vuol dire vita, quindi “la vita dell’Aman”. Accolto dal general manager Christos Triantafyllopoulos, una persona preparatissima e squisita, ho goduto della magia di questa struttura situata su una collina che domina il mare. Il beach club si raggiunge percorrendo una stradina tra gli ulivi. Che dire? Hanno ricreato l’Olimpo degli dei! E’ semplicemente pazzesca la bellezza di quel luogo, la serenità che ti infonde, la capacità che ha di estraniarti da tutto il bailamme che c’è in giro. Lì puoi ristorare l’anima e il corpo al 100 %! E non ti importa nulla di quello che succede altrove, sei coccolato in qualsiasi modo…Ma soprattutto ti godi una struttura completamente creata con materiali naturali: marmo, pietra, legno…

 

L’antico teatro di Epidauro

La “magica” pietra al centro dell’ orchestra del teatro

L’hotel, un 7 stelle progettato 10 anni fa dall’ architetto Ed Tuttle, è super esclusivo. Può accogliere parecchie persone ma le incontri a malapena, da quanto è ampio. Ci sono giochi d’acqua, oliveti, una natura rigogliosissima…Ogni suite ha la sua piscina privata e il suo giardino! Ti ripeto, l’Amanzoe è l’Olimpo degli dei! Un hotel di lusso, certo, ma non un lusso ostentato: un lusso vero, profondo. Il lusso di non avere lo stress del tempo, un’oasi unica al mondo. Vorrei concludere la mia estate tornandoci per qualche giorno e visitando  la splendida isola di Spetses proprio di fronte a Porto Heli…La Grecia del Peloponneso è stupefacente. Devo dire che il Grand Tour ha effetti molto benefici su di me. Consiglio a tutti di fare viaggi di questo tipo, dei viaggi di scoperta. Ne vale davvero la pena!

 

L’Hotel Amanzoe di Porto Heli, in Grecia: per il Principe, l'”Olimpo degli dei”. La struttura vanta persino un anfiteatro dove vengono organizzati spettacoli in greco antico

Un paio di settimane fa ai avuto la splendida opportunità di esibirti al Panorama Festival, la kermesse salentina dedicata ai più noti dj internazionali…Com’è andata?

Per la prima volta nella mia vita, perché di solito sono io a ricevere le offerte, ho dato la mia disponibilità a partecipare a questo festival, pazzesco, di caratura internazionale, che tra il 12 e il 16 agosto ha totalizzato ben 100.000 presenze. E’ organizzato da Vincent DiFrancesco, il patron del Guendalina Club di Santa Cesarea Terme. Al Festival approdano i migliori dj di tutto il mondo: i più bravi emergenti, i nomi storici che continuano a fare storia… Al Panorama ho intercettato un’energia incredibile, ho incontrato dj che non conoscevo ancora di persona. Amo moltissimo Peggy Gou, tra gli ospiti speciali del Festival… la trovo meravigliosa sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista della cura del look…Combina il fashion con la musica, la musica con la teatralità, perché la consolle è un palcoscenico e ormai l’hanno capito tutti i dj. Tantevvero che mentre si esibiscono si lasciano coinvolgere anche fisicamente, ballano insieme al pubblico che hanno di fronte. Per cui devo dire grazie a Vincent, che ha accettato la mia proposta approdare  al Panorama Festival come virtuale “maestro di cerimonie” della serata finale del 16 agosto:  l’ho introdotta e poi ho lasciato spazio a tutte le star internazionali. ho ricevuto l’entusiastica accoglienza di quell’immenso pubblico, che mi considerava un po’ la ciliegina sulla torta. La torta, deliziosa, l’aveva gustata fino a quel momento e adesso aveva anche la ciliegina! In questi festival non è prevista la figura del vocalist o del maestro di cerimonie, però Vincent mi conosceva e si è detto felice e onorato di avermi lì. Quando seguo il mio istinto sbaglio raramente!

 

Il Principe al Panorama Festival, nel Salento

Hai qualcos’altro da aggiungere al racconto della tua magica estate?

Certo! Ho vissuto due momenti epici in Liguria, il primo nello storico locale Le Vele Alassio. Mi sono esibito insieme a Roberto Molinaro, un dj che non frequentavo da tempo ma con cui ho instaurato una grande sintonia, e al rampante dj Cassimm. Sostanzialmente si è trattato di un one man show perché le dimensioni del club, per renderlo ancora più esclusivo, sono a misura d’uomo, ma ho potuto esprimermi benissimo soprattutto grazie al senso di vicinanza che mi ispirava quello spazio. Poi il titolo del format, ideato dal proprietario e gestore del locale, il dinamico Niccolò Fiori, era “StylHertz”: l’ho trovato fantastico, perché abbina techno e stile in linea con quello che è sempre stato il mio input. Non ho mai voluto coinvolgermi in eventi che non avessero un tocco di stile, di classe, che non facessero riferimento a quel grande teatro che è la moda stessa. Per cui questo nuovo format lo abbiamo inaugurato con un successo strepitoso. Alassio è molto vicino a San Bartolomeo al Mare, la località di villeggiatura della mia infanzia, e ad appena un chilometro di distanza si trova il borgo di Cervo, dove da 60 anni si tiene un Festival Internazionale di Musica da Camera. Lì mi esibii per la prima e ultima volta in quanto concertista in fieri…prima che la vita mi portasse altrove. Quando sono arrivato a Cervo mi sono commosso. Il Festival di Musica da Camera si svolge sul sagrato della chiesa barocca e in altre suggestive location di questo borgo medievale. A Cervo si può circolare soltanto a piedi, si arriva alle mura del castello e poi c’è un saliscendi di caruggi liguri. Ti racconto un aneddoto: appena ho oltrepassato l’arco del paese, ho visto un cartello con su scritto “Memorabilia”!  Era il titolo della mostra dei momenti clou del Festival…Un’ altra curiosa coincidenza è che nel 2023 ricorre il 60simo della manifestazione e io compio esattamente 60 anni! Devo dire che questa estate ho pianto molto, ma di gioia! Ringrazio il cielo per non aver mai perso la mia emotività, e quando mi emoziono non mi vergogno di versare qualche lacrima. Guai a perdere la capacità di emozionarsi, soprattutto per un artista.

 

Nel backstage della performance StylHertz a Le Vele Alassio e a Cervo, l’incantevole borgo ligure dove si tiene un noto Festival di Musica da Camera

Quali sono gli appuntamenti che ti vedranno protagonista in questa fine estate?

Innanzitutto devo annunciarvi una news eccezionale! Ho ricevuto la nomina a rappresentare il Doge nel corteo di imbarcazioni antiche che apre sontuosamente la Regata Storica di Venezia (3 settembre sul Canal Grande in diretta su Rai2 dalle ore 16.00) Questa particolare investitura è arrivata da Ca’ Farsetti nella persona del Consigliere Delegato alla Tutela delle Tradizioni, Giovanni Giusto. Si tratta per me di un sogno che si realizza, perché fin da ragazzino subivo il fascino di quella sontuosa rievocazione dell’arrivo a Venezia della Regina di Cipro Caterina Cornaro (che sarà al mio fianco interpretata dalla Maria del Carnevale 2023). Davvero emozionante… non ho parole per ringraziare di questo onore la mia amata Venezia. Voglio lanciare un messaggio ai lettori di VALIUM: se credete fermamente nei vostri sogni, diventeranno realtà. A me stanno succedendo delle cose che ho sempre sognato. Vorrei che tutti conservassero dei sogni nel cassetto e facessero il possibile per realizzarli! Oltre alla nomina veneziana, ho altre due notizie. La prima è che riuscirò a dare alle stampe il libro sui 50 anni di attività del patriarca della famiglia Venerandi, Renzo, grande imprenditore del mondo delle discoteche. L’uscita di questo volume è per me fonte di grande soddisfazione. L’ho scritto a quattro mani insieme a Luca Colferai, letterato ed editore veneziano. La seconda notizia riguarda la celebrazione dei 30 anni di vita dell’Odissea Fun City, un locale storico, mastodontico, la “città del divertimento”, che è sopravvissuto grazie alla tenacia, al sacrificio e alla genialità di Giannino Venerandi, il figlio di Renzo. I festeggiamenti si svolgeranno in 3 giorni, il 14, 15 e 16 di Settembre. Ci stiamo preparando, perché la discoteca si chiama Odissea e siccome io la Grecia me la porterò nel cuore per sempre, ci riferiremo al poema omerico. L’ antichissimo e meraviglioso viaggio di Ulisse sarà la mia ispirazione. Ogni giornata, poi, verrà dedicata a un decennio diverso – sia musicale che di atmosfere – di questo locale che è uno degli ultimi grandi “contenitori” rimasti e si sta preparando a un’innovazione tecnologica che lo renderà 3.0!

 

In questi scatti Maurice è a Malamocco, sede della costumeria filologica del Comune di Venezia: qui ha dato una sbirciatina all’ Atelier e alle imbarcazioni. Nell’ultima foto, il Principe con il responsabile della costumeria Fabio Barbierato.

Una domanda che conclude l’intervista…”con il botto”! L’80sima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia verrà inaugurata nientemeno che dal Grand Bal de Monte Carlo, dove sarai protagonista sotto la direzione artistica di Delia Grace Noble. Un appuntamento decisamente esclusivo, una sorta di consacrazione della tua figura all’ interno del più importante evento internazionale (oltre al Carnevale) della città di Venezia. Che puoi dirci al riguardo?

Voglio ringraziare Delia per l’affetto, la stima e la fiducia incondizionata che mi dimostra, credo di essermele anche meritate nel corso degli anni. Stavolta l’ispirazione è stata Grace Kelly, poi diventata Grace Grimaldi. E in previsione del 60simo da che Grace Kelly diventò Principessa di Monaco (che ricorre nel 2026) cominceremo sin d’ora le celebrazioni. L’evento sarà patrocinato da Alberto II, con la partecipazione della diplomazia internazionale (tutti i paesi legati in qualche modo al Principato di Monaco saranno presenti con delegazioni, ambasciatori ecc.) e delle personalità del mondo del cinema. Il nostro, però, non è un evento ufficiale della Biennale Cinema 2023, bensì l’evento più esclusivo con cui la Città di Venezia inaugurerà l’80sima Mostra Internazionale di Arte Cinematografica. Questo ballo ha lo scopo di implementare l’aspetto mondano della Mostra del Cinema, che era stato un po’ trascurato ma ultimamente sta riprendendo quota, anche perché gli sponsor hanno voglia di visibilità. Il Grand Ball si terrà nel sontuoso salone Marco Polo dell’Hotel Luna Baglioni, dietro Piazza San Marco. Non escludo il flash mob di un gran valzer silenzioso con tutti gli ospiti che si dirigeranno nell’unica piazza di Venezia…Tra l’altro, il 31 splenderà nel cielo la luna blu: si preannuncia un evento da sogno che la Superluna renderà ancora più magico. La magia, d’altronde, è nelle corde degli eventi che organizza Delia Grace Noble, cantante lirica di fama internazionale e ambasciatrice Unicef; il pazzesco parterre di artisti di cui si avvale è il suo valore aggiunto. Giocando in casa, io farò del tutto per dare un tocco speciale al mio ruolo. Probabilmente, anziché i consueti panni di Casanova, vestirò i panni del Doge. Mi sembra giusto che sia il Doge, l’autorità suprema di Venezia, a dare il benvenuto ai Principi e alle Principesse, e che togliendosi il manto e il corno ducale si metta a ballare con i suoi ospiti (come in effetti succedeva in passato). All’evento parteciperanno Vip del mondo del cinema, della politica, della cultura…Posso solo anticiparvi che ci sarà la crème de la crème!

 

Con Delia Grace Noble, direttore artistico del “Grand Bal des Princes et des Princesses”

La locandina del prestigioso evento veneziano che si terrà al Baglioni Hotel Luna

(Photo courtesy of Maurizio Agosti)

 

Concierto de Moda Internacional de Venecia: nella Serenissima torna l’esclusivo evento che celebra la moda e la cultura latinoamericana

 

Oggi, a Venezia, prenderà il via la seconda edizione di una kermesse molto esclusiva: il Concierto de Moda Internacional de Venecia. Il Gala di Moda Latino Americana, ideato e diretto dall’ organizzatrice di eventi dominicana Antonia Jean, si svolgerà dal 9 all’11 Giugno nella splendida location dell’ Hotel Ca’ Sagredo. Inserito nel programma ufficiale de Le Città in Festa 2023, il CMIV si avvale del sostegno dello Studio Legale Branchicella di Roma e anche quest’anno stupirà la Serenissima con l’opulenza di creazioni nate sotto il sole dei Caraibi e nel variegato territorio dell’ America Latina.  La tre giorni, esaltando il talento degli stilisti ispano-americani, riannoda al tempo stesso l’antichissimo legame tra la perla lagunare e la parte meridionale del Nuovo Mondo: un legame instaurato molti secoli orsono in occasione dell’approdo in America dei veneziani. In tal senso, la moda funge da perfetto trait d’union grazie alle suggestioni, alle emozioni e alle atmosfere che è in grado di evocare. Il ricco programma del CMIV 2023 include iniziative finalizzate a divulgare la creatività e il savoir faire artigianale dei fashion designer sudamericani e caraibici, ma mira anche a promuovere uno scambio tra la cultura latinoamericana e quella veneziana; prova ne è il fatto che alle sfilate, agli incontri e agli aperitivi con gli stilisti si alterneranno eventi come la Noche de Cristal di Murano, un omaggio ai capolavori in vetro realizzati dagli artigiani dell’ isola più grande della laguna.

 

 

Non solo moda, insomma, come dimostrano anche gli appuntamenti previsti per la giornata di domenica: la cultura ispano-americana sarà celebrata con la mostra dedicata a Frida Kahlo della Fondazione Leo Matiz, il fotografo che immortalò in scatti memorabili la celebre pittrice messicana; verranno inoltre esposte svariate creazioni di moda presentate in passerella tra venerdì e sabato. Il CMIV 2023 si concluderà con l’ esplosione di ritmi e suoni della Fiesta Blanca Latina (dress code rigorosamente in total white) che si terrà al Blue Moon del Lido di Venezia, un evento perfetto per lasciarsi conquistare dal mood sudamericano e caraibico in tutta la sua esuberanza. Potete leggere il programma completo della tre giorni cliccando qui.

 

Uno scatto del CMIV 2022

Antonia Jean

Il CMIV nasce grazie a un’ intuizione di Antonia Jean, imprenditrice dominicana attivissima nell’ organizzazione di eventi in tutto il mondo ispanico. La affianca l’Avv. Maurizio Branchicella, CEO e Presidente dello Studio Legale Branchicella, che ha sostenuto il progetto sin dagli esordi condividendone appieno le finalità. Attualmente residente a Venezia, Antonia Jean è da sempre impegnata nella promozione dei talenti latini in tutto il mondo. Tramite il CMIV, una kermesse di richiamo internazionale, si è prefissata di divulgare la creatività degli stilisti originari dei Caraibi e dell’ America del Sud, un estro fortemente permeato dalla storia e dalla cultura di quei paesi. “Non si tratta di una semplice sfilata di moda”, dice dell’evento, “ma di condividere la nostra essenza, di unire due mondi lontani ma che storicamente si trovano ad essere vicini. Il “Concierto de Moda Internacional de Venecia” è una celebrazione della diversità, dei sentimenti della gente e del genio dei nostri stilisti”.

 

Antonia Jean, l’ideatrice del Concierto de Moda Internacional de Venecia

Giannina Azar, una stilista adorata da star del calibro di Beyoncé e Jennifer Lopez

Alcune immagini tratte dalle sfilate del CMIV 2022

 

 

Sulle tracce del Principe Maurice – Un’esotica fiaba contemporanea

 

Il nostro ultimo appuntamento con il Principe Maurice risale al Febbraio scorso: in occasione del Carnevale di Venezia, Maurice ci ha accompagnato nei luoghi ed agli eventi “in maschera” più affascinanti della Serenissima. Sono passati tre mesi, da allora. Un periodo che il nostro eroe ha vissuto tra mille impegni, viaggi di lavoro e di relax, iniziative e date speciali. Ma io non ho demorso. Ho fatto scorta della pazienza di Giobbe e sono rimasta costantemente sulle sue tracce. In un pomeriggio di primavera inoltrata, finalmente, siamo riusciti a fissare un appuntamento telefonico. Non c’è bisogno di dire che la nostra è stata una conversazione fiume: Maurice doveva raccontarci le tappe più salienti di questi mesi di latitanza da VALIUM, un compito piuttosto arduo dati gli innumerevoli progetti a cui ha preso parte. Grazie alla travolgente energia che lo contraddistingue, tuttavia, l’ intervista si è come sempre tramutata in una chiacchierata ipnotica e avvincente. Se dovessi riassumerla con un aggettivo, la definirei “fiabesca”: una fiaba contemporanea che parte da Fabriano, la “città della carta” adagiata in una valle dell’ Appennino umbro-marchigiano, per poi approdare in luoghi da mille e una notte quali Venezia, Dubai e Baku, la capitale dell’ Azerbaigian, senza trascurare Milano e Riccione…Una fiaba esotica che, ve lo assicuro, vi catturerà dal primo istante. Per assaporarne appieno la meraviglia, non vi resta che continuare a leggere.

Rimanere sulle tue tracce per tre mesi non è facile, data la mole di impegni che ti vedono protagonista! Suggerirei di ripercorrere le tappe più importanti. Magari cominciando dalla tua serata al Bohemia Music di Fabriano, dove ti sei esibito il 25 Febbraio scorso…

Senz’altro è stata un’esperienza straordinaria e unica nel suo genere, la prima sperimentazione di un nuovo format che potrebbe avere un successo incredibile: mettere a confronto le due coste (toscana e romagnola) che hanno sempre spadroneggiato nel mondo della musica techno e dell’animazione. Sostanzialmente, la serata era incentrata su un gemellaggio tra il Cocoricò e l’Insomnia. E’ stato magnifico perché ho potuto rincontrare punte di diamante dell’Insomnia come Franchino, Joy Kitikonti e Luca Pechino, mentre a rappresentare il Cocoricò c’eravamo Cirillo ed io. Ci siamo alternati. Hanno cominciato “i toscani” e abbiamo proseguito noi, in un crescendo straordinario che il pubblico ha molto gradito: era come prendere due piccioni con una fava. L’ evento è stato fantastico e dal punto di vista artistico e dal punto di vista emotivo, perché metteva due miti nello stesso contenitore. Tra l’altro il locale, molto bello, si prestava perfettamente all’ iniziativa, e tutto è andato per il meglio. Io ho avuto l’opportunità di coinvolgere due eccezionali acrobati maceratesi che hanno accompagnato le mie performance con acrobazie meravigliose. Il pubblico ha recepito in maniera empatica e gioiosa questa festa doppia. Da parte mia l’ho vissuta con grandissima emozione, e penso che quel format vada implementato e sfruttato di nuovo perché è eccezionale: l’idea del coast to coast, anche se le nostre coste non sono così lontane come quelle degli Stati Uniti, è veramente intrigante! Spero che avremo modo di riproporlo.

 

Il Principe al Bohemia di Fabriano, nelle Marche

Dopo la performance fabrianese non sei di certo stato con le mani in mano. Parlaci ad esempio di “Discorivoluzione”, la mostra sul clubbing ideata dal Politecnico in collaborazione con Le Cannibale che si è tenuta a Milano, dal 3 al 5 Marzo, al PAC (Padiglione d’Arte Contemporanea).

E’ stato bellissimo…Quando le istituzioni si avvicinano al nostro mondo (in questo caso il Politecnico, un’istituzione culturale di importanza internazionale, e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano), il risultato è sempre meraviglioso. Il Comune ha messo a disposizione il PAC, il Padiglione d’Arte Contemporanea adiacente alla Villa Reale di Milano, uno spazio espositivo di grande prestigio. Gli studenti di architettura ed architettura di interni del Politecnico hanno realizzato un progetto di ricerca sull’architettura delle discoteche e sul mondo del clubbing internazionale. Essendo l’iconica Piramide del Cocoricò inclusa nel progetto, hanno voluto incontrarmi per farmi alcune domande. L’ intervista ha evidenziato l’esigenza di dialogare con un testimonial, un portavoce della nightlife, per approfondire il modo in cui lo spazio del club veniva utilizzato dal punto di vista performativo. Questa intervista, carinissima, è stata pubblicata sui social del Politecnico e “Discorivoluzione” l’ha mandata in loop insieme a quelle di altri celebri protagonisti del mondo techno. Il Cocoricò è stato preso in esame sia dal punto di vista della sua struttura che delle sue tendenze, dei suoi tratti identitari. Il PAC proliferava di installazioni, riproduzioni in scala dei locali, eventi, paraphernalia anni ‘90… una maschera del mio volto è stato uno dei feticci più ammirati e concupiti: hanno cercato persino di portarsela via, quasi fosse stata “La Gioconda” del Louvre!

 

 

Questa mostra-evento mi ha entusiasmato enormemente. Da parte degli studenti ho ricevuto un’accoglienza calorosissima, addirittura reverenziale. Ho incontrato un professore che mi ha detto di essere stato un habitué del Cocoricò, per cui mi ritrovo a interloquire con svariate fasce sociali e d’età: i ragazzi di un tempo oggi sono professori, assessori, manager, imprenditori, artisti… altro che generazione “X” perduta e perdente!…E’ bellissimo, veramente incredibile! “Discorivoluzione” esplorava la club culture a 360 gradi, musica compresa naturalmente. Tantevvero che Daniele Baldelli si è esibito in un dj set pazzesco…Questa tre giorni ha ottenuto un successo tale che penso  debba essere riproposta assolutamente. E’ una mostra che merita di essere divulgata, un esempio di come il mondo del clubbing possa essere cultura in tutti i sensi. La cosa interessante è che si è partiti dal concetto di architettura di interni e di esterni per poi esplorare il modo in cui la struttura di una discoteca viene sfruttata, rendendola mitica. Ti confesso che essere stati affiancati a giganti del clubbing mondiale come il Ministry of Sound di Londra o lo Studio 54 di New York è stata una grandissima soddisfazione, anche a livello morale: la celebrazione (e la rivincita) di un settore che ultimamente è stato messo in crisi da tanti fattori. I club possono essere dei contenitori sociali, dove trasmettere valori oltre che fare divertimento. Noi del Cocoricò la cultura l’abbiamo già fatta, possiamo continuare a farla. E sempre meglio!

 

Estasiato e stupefatto accanto alla sua maschera esposta al PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano

Special Guest della kermesse “Discorivoluzione”, la mostra-evento organizzata dal Politecnico di Milano

Poi sei volato a Dubai con il Grand Bal di Monte Carlo. Che ci racconti di questa esperienza?

Tutti sapete che io ho da sempre una doppia vita. Sin dalla gloriosa epoca del Cocoricò, al mio lato “trasgressivo” e avanguardista alternavo quello più serioso e filologico di Maestro di Cerimonie del Carnevale di Venezia. L’essermi fatto conoscere al Carnevale è stata per me una vetrina importante: mi ha consentito di fare animazione, direzione artistica, partecipare al mondo prestigioso dei grandi balli anche grazie alla società denominata Noble Monte-Carlo. La dirige Delia Grace Noble, un’affascinante signora rumena, cantante lirica straordinaria e ambasciatrice dell’Unicef trasferitasi nel Principato di Monaco ormai da tempo. All’attività di soprano Delia affianca quella di organizzatrice di eventi mondani e culturali. Io a Monte Carlo organizzavo eventi per la SBM, la Société des Bains de Mer, e lei mi ha contattato anche in virtù di questo mio ruolo. Tra noi si è subito instaurata un’intesa umana e professionale. Sotto la sua direzione artistica, l’anno scorso, mi sono esibito nel gala ufficiale di chiusura del padiglione del Principato di Monaco all’ Expo di Dubai. E’ stato qualcosa di grandioso: la famiglia reale ha desiderato e patrocinato un ballo al Burj al- Arab, il rinomato e iconico hotel a sette stelle a forma di vela, dove ci hanno onorato della loro presenza ben sette sceicchi e le loro corti. Lo considero a tutt’oggi uno degli eventi più lussuosi e prestigiosi a cui abbia preso parte nella mia vita, un’esperienza molto emozionante perché abbiamo portato le atmosfere delle corti europee, dei grandi balli dell’800, negli Emirati Arabi. Gli sceicchi, seduti in prima fila, per protocollo sarebbero dovuti rimanere un’oretta, invece hanno gradito lo spettacolo al punto tale da decidere di godersi tutta la serata. Uno sceicco, anche a nome anche degli altri membri delle famiglie reali, mi ha voluto  ricevere nel suo ufficio al World Trade Center perché era interessato a saperne di più su alcuni dettagli del ballo. Per me è stata un’enorme soddisfazione, ho avuto una conferma del successo ottenuto e del fascino che ha sprigionato il nostro evento. Per Dubai, una città abituata al lusso sfrenato e al divertimento ma poco ricca di storia, siamo stati una bella novità!

 

La straordinaria performance di Dubai con il Grand Bal di Monte Carlo: in prima fila, gli sceicchi ospiti dell’ evento

Hai anche avuto modo di visitare Dubai, una città nota per il suo lusso opulento e per la vita notturna vibrante? Se sì, che impressione ti sei fatto di questo luogo talmente sfarzoso da sembrare irreale?

Quel territorio non ha una grande storia alle spalle, e proprio per questo si è proiettato in una dimensione futura e futuristica. Ho visitato il Museo del Futuro, dove ci sono progetti che verranno ultimati nel 2060 e nel 2070 ma sono già partiti… sembrano usciti da un libro di fantascienza! Questo Museo è interessantissimo, ma la cosa che mi ha emozionato di più è stato il Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo: misura 828,28 metri di altezza! E’ completamente ricoperto di led e di notte, quando è illuminato, appare altamente scenografico. Ma quando è spento è talmente imponente da diventare quasi inquietante, una torre di babele pazzesca! Il giorno in cui l’ho visitato (ero al 145mo piano, dove sembrava di stare in un aereo stazionato sopra la città), mi sono messo alla ricerca di un rifugio che facesse da contrappeso a tanta maestosità: sono andato a bere un caffè all’Armani Hotel. Mi sono subito sentito a casa. Lo sfarzo arabo è fatto di molto oro affiancato ai tradizionali colori religiosi, quindi il turchese, lo smeraldo, il blu cobalto…ma a volte si rivela lontano dal nostro gusto. Invece il Burj Khalifa sfoggia un’eleganza tecnologica, avveniristica e di design molto particolare. All’ Armani Hotel, un fiore all’ occhiello del Made in Italy all’ interno di questo capolavoro di ingegneria e architettura che è il Burj Khalifa, sono dedicati ben sette piani. E poi, in giro per la città, ho notato un canale che mi ha fatto pensare a una sorta di Venezia del quarto millennio: era solcato da imbarcazioni, anche turistiche, c’erano molti ristoranti e grattacieli dal lusso ridondante. A Dubai c’è la voglia di creare il tutto dal nulla. Il futuro è il valore aggiunto della città. Non ho trovato troppo invitanti le spiagge, l’acqua non è così limpida e trasparente come la nostra, però si può fare dello sport acquatico. Quello che attira di più, indubbiamente, è l’ostentazione dello sfarzo, della ricchezza e dell’esclusività.

 

Ori e opulenze in quel di Dubai. Qui sopra, il Burj Khalifa: è il grattacielo più alto del mondo

Il 2 Aprile, per te, è stata una data importante: ricorreva il compleanno di Giacomo Casanova, il seduttore veneziano di cui sei ormai l’alter ego. So che nella Serenissima svariate iniziative ti hanno visto protagonista…

L’iniziativa più importante – Casanova nacque esattamente il 2 aprile del 1725 – è stata l’inaugurazione della Fondazione Giacomo Casanova, che fa ricerche a livello culturale e filologico per divulgare non solo l’immagine dell’avventuriero e libertino, ma soprattutto quella del Giacomo intellettuale, del grande testimone del suo tempo. Casanova è stato protagonista autentico ed appassionato dell’Illuminismo pur subendo il fascino dell’ancien régime e delle splendide Corti europee. Di questa Fondazione fanno parte studiosi casanoviani provenienti da tutta Italia e tutta Europa. Essendo io il suo testimonial, ho potuto inaugurare l’Infopoint a Palazzo Zaguri che tra due anni ospiterà il Museo Ufficiale di Giacomo Casanova. In questo bellissimo Palazzo in Campo San Maurizio, infatti, nel 2025 verrà collocato il Museo dedicato al grande seduttore. E’ giusto che Casanova “ritorni” a Venezia, la sua città natale. Le sue spoglie, purtroppo, sono irrintracciabili perché era finito in miseria e fu seppellito in una fossa comune. Ma le sue gesta, non solo quelle erotiche bensì le sue temerarie avventure e disavventure, le sue invenzioni (basti pensare al gioco del lotto), la sua attività di letterato, musicista, collaboratore a libretti d’opera quali il “Don Giovanni” di Mozart, a cui lavorò con Lorenzo Da Ponte…rimarranno eternamente impresse nella nostra memoria.

 

La Casanova Foundation di Venezia

C’è ancora tanto da scoprire su di lui, e questa Fondazione ha proprio lo scopo di aiutare tutti a conoscere un Casanova più completo, nella sua città, con la sua Fondazione e il suo Museo Ufficiale. E’ il veneziano più famoso al mondo insieme a Marco Polo, ma nell’ immaginario mondiale viene per primo. Una vita teatrale come la sua ha fatto sì che il personaggio storico diventasse una maschera da Commedia dell’Arte, il suo nome è diventato addirittura un aggettivo: “E’ un Casanova”, come si suol dire!

 

Abbandoniamo per un attimo la tua vita professionale per passare al privato. Come hai trascorso il weekend pasquale? Dopo tanto girare hai deciso di rimanere in famiglia o ti sei spostato nuovamente?

Mi sono spostato: “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”! Sono stato qui nel Veneto con la mia seconda famiglia, la famiglia Venerandi. Ho trascorso queste festività sia esibendomi nel dinner show dedicato che partecipando al pranzo pasquale ricco di ospiti organizzato all’Hotel Spresiano adiacente all’Odissea Fun City (mega club di cui quest’anno ricorre il 30mo anniversario). Grazie ai miei cari amici del trevigiano ho potuto godermi questa bella festa, per me supremo simbolo di rinascita e speranza.

Una manciata di giorni dopo, comunque, eri già in volo per una destinazione estremamente affascinante: Baku, la capitale dell’Azerbaigian. Posso chiederti cosa ti ha riportato nell’ esotica “città dei venti” affacciata sul mar Caspio?

Intanto, l’Azerbaigian per me è una terra magica. Una terra dove gli elementi sono potenti, e non solo il vento che spira forte, ma anche l’acqua, perché si affaccia sul mare; la terra, perché è una terra fertile: gli azeri producono verdure deliziose, e poi sapessi la bontà dei loro vini rossi! Le tre fiamme in prossimità di Baku bruciano da millenni. Probabilmente sono pozze di petrolio, e sono diventate il simbolo della città. Le riproducono anche i bei grattacieli che di giorno hanno una forma un po’ particolare, sembrano proprio delle fiamme, ma di notte si infiammano letteralmente grazie a un tripudio di led. Ammirarli è uno degli spettacoli più belli che possa offrire la città! Sono andato a Baku con molto piacere perché la adoro, adoro la sua gente, e per chiudere il cerchio sull’ iniziativa del Museo Mocenigo: la presentazione di un profumo, prodotto da Mugham, che celebra la riconquista di Shusha. Shusha, la capitale culturale del Caucaso, è stata infatti riannessa al territorio dell’Azerbaigian dopo essere stata presa da potenze esterne. La fondazione di Shusha risale al 1752, non a caso questo profumo si chiama 1752 Karabakh Bouquet. Il mio viaggio a Baku aveva uno scopo ben preciso: consegnare un’ importante lettera della Presidenza della Fondazione dei Musei Civici di Venezia alla Mugham, una casa di produzione che si impegna non solo nella produzione dei profumi, ma anche a livello di divulgazione culturale e musicale. Mugham in azero è una parola magica che significa “musica, tradizione, retaggio”. Sono state create sette note di profumo che diventano una sinfonia nella fragranza celebrativa 1752 Karabakh Bouquet. Musica e profumo si fondono quindi all’insegna del “mugham”: un termine simbolico, iconico, importantissimo in Azerbaigian. Considero l’iniziativa di Palazzo Mocenigo di accogliere questa fragranza nella collezione/archivio del Centro Studi del Profumo, parte preziosa del Museo, l’evento forse più bello, prestigioso ed esclusivo del Carnevale di Venezia 2023, celebrato con un Gala dell’ Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia al Museo Correr il Venerdì Grasso.

 

Le meraviglie esotiche di Baku, capitale dell’ Azerbaigian

Tu viaggi molto all’estero, per lavoro ma – come ben sanno tutti i lettori di VALIUM – anche per diletto. Hai mai pensato di trasferirti all’ estero in pianta stabile, buen retiro di Palma di Maiorca a parte?

No. Voglio restare in Italia, anche se è tanto difficile per una serie di motivi. Ma l’Italia appartiene troppo al mio Dna perché io possa lasciarla per trasferirmi altrove. Espatriare, poi, per me sarebbe una sofferenza. Io voglio essere italiano e portare la cultura italiana nel mondo più che posso, in particolare la cultura veneziana perché Venezia è la mia città di adozione. Non credo che mi trasferirò mai, anche se ho in programma di andare tra tre giorni a Palma di Maiorca! Lì trovo un ambiente tranquillo, ho un’empatia totale con la natura…E’ l’isola delle Baleari che preferisco. Poi credo che farò una puntata a Ibiza, in questi giorni riaprono i locali…andrò a curiosare un po’. Maiorca mi piace moltissimo e sono contento di avere un buen retiro là, ma l’Italia non la lascerò mai. Per turismo o per lavoro l’estero ci sta, ma il Bel Paese è la mia terra natia.

 

Altre immagini di Baku. Qui sopra, il sontuoso Museo Nazionale di Storia dell’ Azerbaigian

A proposito di viaggi, quali aggiornamenti puoi darci sul tuo Grand Tour?

Ho dovuto abbandonare un po’ l’idea a causa degli impegni. Però mi rendo conto che il Grand Tour, più che essere composto da tappe prestabilite come dettò a suo tempo la regina Elisabetta I d’Inghilterra per istruire la giovane nobiltà inglese, oggi abbraccia in realtà un concetto molto più vasto, nel senso che si possono trovare suggestioni e riferimenti a valori importanti in tutto il mondo. Per me anche Baku, per esempio, appartiene alla mia idea di Grand Tour. Nei viaggi che faccio cerco sempre di abbracciare il senso filosofico del Grand Tour, di rinnovare quindi conoscenze antiche o di intrigarmi con nuove esperienze. Anche Dubai fa parte del Grand Tour, perché è un aggiornamento su ciò che accade nel mondo. Tutto quel che c’è in giro di iconico, di suggestivo, per me è Grand Tour. Il mio Grand Tour filosofico, perciò, è sempre attivo.

Tornando in Italia, il 29 Aprile per te è stata un’altra data clou: ti sei esibito in un Memorabilia proprio nella leggendaria location del Cocoricò. Con te c’erano, per fare solo qualche nome, dj del calibro di Cirillo, Saccoman e Ricci jr . Come spiegheresti lo strepitoso successo che questo appuntamento riscuote presso le nuove generazioni? Il Memorabilia è un must anche per chi non ha vissuto la gloriosa era dei ’90…

Ormai, nell’immaginario dei giovanissimi, è diventato una sorta di Grand Tour emotivo e musicale. Quest’ anno abbiamo avuto come special guest Darren Emerson, musicista, dj, produttore di fama internazionale e membro degli Underworld, la band che ha firmato “Born Slippy” e alcuni brani della colonna sonora di “Trainspotting” (il film visionario e un po’ inquietante che è stato un baluardo della gioventù anni’90). I giovanissimi sono attratti da quelle sonorità, oggi inesistenti. Non c’è più niente di nuovo che sia potente e suggestivo come la musica fatta e prodotta dai nostri dj, che si sono fatti conoscere in tutto il mondo con le loro produzioni techno, techno trance ecc. Ma il Memorabilia si è imposto anche per la riproposta del Teatro Notturno, una mia esclusiva. Un particolare molto importante: il 30 aprile di 60 anni fa nasceva il compianto Riccardo Testoni aka RicciDj, per cui allo scoccare della mezzanotte tutti noi della crew abbiamo realizzato un breve ed emozionale evento per onorare la memoria di questo notevole dj e produttore, ma soprattutto meraviglioso amico. Per me, la commemorazione di Ricci Dj è stata la cosa più importante di questo Memorabilia. Avevo deciso che avrei parlato col cuore come feci in occasione del suo elogio funebre, perché avevo visto Ricci solo un paio di giorni prima e mi aveva colpito il fatto che una persona così straordinaria potesse venire a mancare all’ improvviso. All’ epoca, ricordo che al microfono della chiesa dissi: “Questa volta il microfono invece di accompagnarti a una serata ti accompagnerà nel tuo ultimo viaggio, ma l’emozione è la stessa. La passione, l’amore, il rispetto per te è lo stesso, se non di più, perché da oggi rimarrai per sempre nella nostra memoria”. E questo è anche uno dei compiti del Memorabilia.

 

Il Memorabilia al Cocoricò: il costume incontra la moda originando una fusione teatrale (gli abiti del Principe, in rosa Valentino, sono dell’ Atelier La Bauta)

L’ estate si avvicina. Potresti darci qualche anticipazione a grandi linee su come sarà la tua?

Senz’altro ho dei progetti di lavoro in ballo, anche se dopo il Covid tutto si conclama un po’ last minute. Per cui ci sono tante cose in vista; lavorerò in giro per l’Europa, ma voglio anche godermi le vacanze. Sicuramente effettuerò un tour di spiagge mediterranee prima di volare in Giamaica per andare a trovare Grace Jones. Vorrei assistere a diversi suoi concerti tra l’America e l’Europa, per esempio ce n’è uno a New York a fine Maggio, un altro a Giugno in InghilterraGrace è l’artista che seguo di più, vuoi per amore, vuoi perché adoro la sua musica. In più, sta per uscire una sua nuova produzione discografica intrigantissima, dall’atmosfera “afro-tecnologica”…Riassumendo: la mia sarà un’ estate di lavoro, ma sarò anche impegnato a seguire Grace nel suo tour e, last but not least, a godermi questo mondo…almeno finchè c’è!

 

Tableau Vivant al Memorabilia con la Contessa Pinina Garavaglia

Dettagli del look del Principe all’ appuntamento riccionese del 29 Aprile

Il concerto di Grace Jones che Maurice ha già incluso tra gli eventi a cui non ha intenzione di mancare

 

Photo courtesy of Maurizio Agosti