In Italia, è il dolce tipico della spooky season: il castagnaccio, una torta a base di farina di castagne, affonda le sue origini in Toscana, ma si è rapidamente diffuso nell’area appenninica in regioni come l’Umbria, le Marche, il Lazio, l’Emilia, la Romagna e la Liguria. Le castagne, sugli Appennini, costituivano l’alimentazione principale dei popoli montani. Anticamente, le loro proprietà nutrienti erano valse a questo frutto l’appellativo di “pane dei poveri”: le popolazioni rurali aggiungevano la farina di castagne a quella di frumento, molto dispendiosa, per preparare il pane; essendo poi ricche di amido e fibre, ma quasi del tutto prive di grassi, le castagne apportavano innumerevoli benefici all’organismo. Potevano, infine, essere gustate fresche o essiccate in svariati tipi di ricette, il che le rendeva un cibo ideale, eclettico e soprattutto alla portata di tutti. Anche il castagnaccio, non a caso, viene considerato un dolce “povero”: è facile da realizzare, non troppo elaborato e si avvale di pochi ma saporiti ingredienti. Ne esistono diverse versioni, a seconda della zona di provenienza; persino il nome della torta varia in base alla località. Qualche esempio? In provincia di Massa-Carrara viene chiamato “castignà”, a Lucca “torta di neccio”, a Livorno “toppone”, ad Arezzo “baldino”, a Firenze “migliaccio” e nella Piana di Firenze-Prato-Pistoia è conosciuto come “ghirighio”, per citare solo la Toscana.
Ma quali ingredienti include, la ricetta del castagnaccio? L’ impasto, a base di farina di castagne, olio extravergine d’oliva, acqua, uvetta e pinoli, viene cotto al forno. Localmente, altri ingredienti prendono parte al processo della sua preparazione: ne esistono versioni che includono le scorze di arancia, la frutta secca (più che altro noci e pinoli), i semi di finocchio, il rosmarino…Lo si serve con ricotta e miele di castagno per esaltare al massimo la sua golosità. Le bevande perfette a cui accompagnarlo, invece, sono il vino novello oppure il Vin Santo: due abbinamenti degni di un’irresistibile esperienza degustativa. Nelle Marche, la mia regione, il castagnaccio viene arricchito con l’aggiunta di pinoli, uvetta, talvolta fichi secchi e aghi di rosmarino. Proprio quest’ultimo è il protagonista di una romantica credenza: secondo un’antica tradizione, se la fetta di castagnaccio offerta da una fanciulla a un giovane contiene il rametto di rosmarino, costoro sono ben presto destinati a diventare marito e moglie.
Foto di copertina by Visit Tuscany via Flickr, CC BY-NC-SA 2.0
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