Verso il Solstizio d’Estate

 

Manca solo un giorno al Solstizio d’Estate, il giorno più lungo dell’anno. Assisteremo al trionfo del Sole, che regnerà incontrastato per quindici ore, ma anche la notte ci riserverà delle sorprese irresistibili: Giugno è il mese migliore per osservare la Via Lattea, e il 22 farà il suo ingresso una splendida luna piena, la Luna delle Fragole. Anche la moda si rende partecipe di questo magnifico spettacolo naturale. Ed è così che all’ oro, colore-simbolo del Solstizio, affianca un argento lunare e un rosso che inneggia al tramonto, momento di congiunzione tra notte e giorno. Ho scelto alcuni look a tema dalle collezioni Primavera Estate 2024.

 

Genny

Blumarine

Elisabetta Franchi

Vivienne Westwood

Coperni

Chloé

N.21

Alberta Ferretti

Peter Do

Escorpion

Maitrepierre

 

La notte di San Giovanni

 

“Cadeva la notte di San Giovanni. Olì uscì dalla cantoniera biancheggiante sull’orlo dello stradale che da Nuoro conduce a Mamojada, e s’avviò pei campi. Era una ragazza quindicenne, alta e bella, con due grandi occhi felini, glauchi e un po’ obliqui, e la bocca voluttuosa il cui labbro inferiore, spaccato nel mezzo, pareva composto da due ciliegie. Dalla cuffietta rossa, legata sotto il mento sporgente, uscivano due bende di lucidi capelli neri attortigliati intorno alle orecchie: questa acconciatura ed il costume pittoresco, dalla sottana rossa e il corsettino di broccato che sosteneva il seno con due punte ricurve, davano alla fanciulla una grazia orientale. Fra le dita cerchiate di anellini di metallo, Olì recava strisce di scarlatto e nastri coi quali voleva segnare i fiori di San Giovanni, cioè i cespugli di verbasco, di timo e d’asfodelo da cogliere l’indomani all’alba per farne medicinali ed amuleti. D’altronde Olì pensava che anche non segnando i cespugli che voleva cogliere, nessuno glieli avrebbe toccati: i campi intorno alla cantoniera dove ella viveva col padre ed i fratellini, erano completamente deserti. Solo in lontananza una casa campestre in rovina emergeva da un campo di grano, come uno scoglio in un lago verde. Nella campagna intorno moriva la selvaggia primavera sarda: si sfogliavano i fiori dell’asfodelo e i grappoli d’oro della ginestra; le rose impallidivano nelle macchie, l’erba ingialliva, un caldo odore di fieno profumava l’aria grave. La via lattea e l’ultimo splendore dell’ orizzonte, fasciato da una striscia verdastra e rosea che pareva il mare lontano, rendevano la notte chiara come un crepuscolo. Vicino al fiume, la cui acqua scarsissima rifletteva le stelle e il cielo violaceo, Olì trovò due dei suoi fratellini che cercavano grilli. (…) Olì andò oltre: oltre l’alveo del fiume, oltre il sentiero, oltre le macchie di olivastro: qua e là si curvava e legava con un nastro le cime di qualche cespuglio, poi si rizzava e scrutava la notte con lo sguardo acuto dei suoi occhi felini. “

Grazia Deledda, da “Cenere”

 

 

Le Frasi

 

“Quelle stelle che nel Nord, nelle notti chiare, sono lacrime ghiacciate tra miliardi di altre, la via lattea di gennaio come caramelle d’argento, veli di gelo nell’immobilità, che lampeggiano, pulsando al ritmo lento del tempo e del sangue dell’universo.”

(Jack Kerouac, da “Maggie Cassidy”)

 

 

 

La colazione di oggi: il latte, l’ alimento archetipo

 

Quando penso al latte, la prima cosa che mi viene in mente è un’ usanza un po’ rétro ma densa di fascino: la consegna del latte a domicilio. Il lattaio passava all’ alba e lasciava le bottiglie davanti ai portoni mentre la città dormiva ancora profondamente. Ero piccolissima, però ricordo bene il tintinnio di quei contenitori in vetro…L’ odore invitante del latte appena munto. La consuetudine di cui parlo, seppur ormai persa nei meandri del tempo, resta ancorata nella mia memoria: rievoca un mondo a misura d’uomo, dove la genuinuità rappresentava un valore sia che fosse applicata agli alimenti che alle qualità umane. Lasciare le bottiglie sul gradino del portone era un gesto che implicava fiducia, solidarietà tra i cittadini. Oggi la figura del lattaio a domicilio non esiste più, ma i benefici del latte rimangono invariati. Avete l’ abitudine di berlo a colazione, magari insieme al caffè o abbinandolo con i cereali? Fate benissimo. Innanzitutto disseta, perchè è ricco di acqua. Può essere considerato, poi, uno degli alimenti più completi e nutrienti in assoluto: contiene calcio in abbondanza (essenziale per la salute dei denti e delle ossa), vitamina A, D, E e del gruppo B, aminoacidi che preservano il benessere del nostro organismo. Lo zucchero del latte, il lattosio, ha la particolarità di essere altamente digeribile. E chi è allergico a questa sostanza, stia tranquillo: potrà contare su alternative come il latte di soia, di mandorla, di canapa, di cocco o di avena…Non ha che l’ imbarazzo della scelta!

 

 

Tornando alle proprietà del latte, ebbene sì: è una vera e propria miniera di salute. Basti pensare che in un litro di latte intero troviamo proteine come la lattoalbumina, la lattoglobina e la caseina (sommate in una quantità che apporta gli stessi benefici forniti da un etto di carne), sali minerali tra cui il calcio, il fosforo, il potassio, il sodio, il magnesio, e carboidrati quali il lattosio. Oltre che a rivelarsi salutare per i denti e l’ apparato scheletrico, il latte incentiva la coagulazione del sangue e potremmo definirlo una bomba di energia, soprattutto per chi svolge una regolare attività fisica: i carboidrati fungono da energizzanti ed hanno un ruolo fondamentale anche nella formazione del tessuto nervoso. Veniamo ora alla voce grassi: per quantificare quelli presenti nel latte, non dovete far altro che acquistare la tipologia più adatta alle vostre esigenze; considerate che il latte intero contiene circa il 3,5% di lipidi, il latte parzialmente scremato dall’ 1,5 all’ 1,8% e il latte scremato meno dello 0,5%.

 

 

Avete mai pensato che il latte è il primo alimento che gustiamo, appena nati? Tutto ciò ha a che fare, non a caso, con l’ etimologia del suo nome: “latte” deriva dal latino “lac” e dal termine greco γάλα, gàla, identico dal punto di vista semantico. La loro radice comune, glu, gla, gal, gar, risale alla notte dei tempi ed è un’ onomatopea della deglutizione del neonato negli istanti in cui la madre lo allatta. Il latte, dunque, praticamente nasce con l’uomo. Soltanto durante l’ Età del Bronzo, ad ogni modo, venne riconosciuto il suo ruolo nutrizionale: le prime testimonianze sulla transumanza risalgono proprio a quell’ epoca. Nella mitologia ellenica,  Zeus – capo di tutti gli Dei – cresce a Creta e viene alimentato con il latte di Amaltea, una capretta completamente bianca. E’ sempre dalla mitologia classica che prende vita la leggenda che circonda la Via Lattea: si narra che Zeus, mentre Era (Dea del Matrimonio e del Parto) dormiva, fece in modo che il figlio Eracle si nutrisse del suo latte. Essendo stato concepito con la mortale Alcmena, infatti, Eracle non avrebbe mai goduto dell’ immortalità che gli sarebbe derivata dall’ essere allattato da Era.  Ma il piccolo si attaccò al seno della Dea troppo voracemente, e le gocce di latte che ne fuoriuscirono schizzarono nel cielo dando origine alla Via Lattea. Sempre riguardo alle curiosità sul latte, pare che l’ affascinante Cleopatra compiesse un rituale quotidiano: fare il bagno nel latte d’asina. A tal scopo, si serviva di una scuderia che conteneva ben 700 asine. Dopo di lei anche Poppea (moglie di Nerone) e Paolina Bonaparte (sorella di Napoleone) adottarono quell’ abitudine. Il motivo? Si diceva che il latte d’asina mantenesse la pelle elastica, ben idratata, profumata e che contrastasse l’ invecchiamento.