Photo by Matteo Carassale
Festa del Lavoro a parte, il 1° Maggio coincide per lei con una data speciale: quella del suo compleanno. Classe 1988, fiorentina, Valentina Guidi Ottobri si accinge infatti a spegnere 29 candeline. Questa intervista, oltre a tracciarne un ritratto, vuol essere dunque una dedica ad un giovane e già affermatissimo talento creativo italiano: travolgente, entusiasta, intuitiva, Valentina è da tre anni la Home buyer di Luisaviaroma, ma il suo ruolo spazia attraverso skills trasversali che mettono in gioco a 360° la sua inventiva. Negli editoriali che concepisce per il brand, l’ interior design si interseca con la moda e con l’ arte in maniera costante, come ad instaurare un’ inedita dimensione estetica. Suggestioni, reminescenze, una miriade di spunti ispirativi affollano l’ immaginario di questa ventinovenne con un senso dello stile innato e l’ estro nel DNA: figlia di un architetto anticonformista e discendente da una famiglia di collezionisti d’arte, Valentina ha respirato creatività e amore per il bello sin dall’ infanzia. Oggi, con esperienze professionali che approdano al design dal fashion world, mette le sue doti al servizio di progetti innovativi e di un “mecenatismo” che la vede coinvolgere i new talents in iniziative e mostre delle quali è curatrice. Il “fiuto” non le manca, e insieme all’ empatia rappresenta uno dei suoi principali atout. Non è un caso che, nonostante i traguardi raggiunti, “altezzosità” sia un vocabolo a lei sconosciuto: la fame di conoscenza, lo spirito eclettico, la continua ricerca di stimoli la tengono costantemente connessa all’ universo che la circonda. Un universo che non contempla preconcetti nè barriere di sorta. Prima di dare il via alle domande, non mi resta che concludere con un “Buon Compleanno, Valentina!”
Come è iniziata la tua avventura in LVRHome?
La mia avventura inizia quando il proprietario di Luisaviaroma, Andrea Panconesi, approva il mio progetto dedicato al mondo del design. Il reparto Home di LVR rappresenta una visione “lifestyle” che ci siamo voluti conquistare. Prima che iniziassi il mio progetto, Luisaviaroma vendeva solo moda. Dal punto di vista creativo ho dovuto inventarmi un nuovo story-telling che unisse moda e mondo arredo, fatto, per come lo intendo io, da oggetti iconici. Oggetti che, anche da soli, raccontano una storia. Ne è uscito fuori qualcosa di inconsueto e al tempo stesso molto potente.
Tra queste tre definizioni: “visionaria”, “creativa”, “innovatrice”, qual è quella che più ti si addice?
Con la mia immaginazione sono capace di creare mondi paralleli dove mi piace passeggiare per molte ore del giorno e della notte. Cerco di possedere ogni sogno per far sì che le ispirazioni mi restino stampate nella mente. Le idee sono tutto, mi inebriano con la loro magica atmosfera e mi danno l’energia necessaria per trasformarle in qualcosa di reale che abbia il loro stesso aspetto. Per rispondere alla domanda, visionaria.
Qual è il tuo approccio nei confronti dell’home design? Quali sono gli atout su cui punti e quali gli obiettivi che ti prefiggi?
I punti che caratterizzano il mio progetto sono certamente il rapporto privilegiato con i designers e gli shooting che si distinguono per la loro visione life-style tra moda e design. L’obiettivo più grande adesso sta nel conquistarci il mondo degli architetti e degli interior-designer.
Come nasce, per te, l’ispirazione?
Viviamo in un’era di contaminazioni. Arte, moda e design si contaminano a vicenda attraverso simboli ed espressioni. I miei lavori creativi riflettono la convivenza di percezioni visive derivanti da questi 3 settori. Poi ci sono i film, una delle mie più grandi passioni. I miei registi preferiti sono Woody Allen, per l’ironia con la quale dissacra ogni luogo comune, David Lynch tra incubi sperimentali e loop ossessivi, Fellini per il suo romanticismo e Herzog con la sua poetica rarefatta.
Il tuo CV include anche un’esperienza a Mumbai, in India, nelle vesti di stylist per Marie Claire. Come hai vissuto quel periodo e cosa ti ha lasciato dentro?
Il periodo in cui vivevo a Mumbai è stato uno dei più estremi e appassionati della mia vita. Abitavo a Juhu e ogni mattina per andare in redazione prendevo un “Tuk-tuk”. Da quel piccolo mezzo così rumoroso e aperto si poteva godere di tutto quello che capitava in strada. Odori, colori, suoni, sbadigli, risate, preghiere, mercanzie, street food, è tutto molto intenso. All’inizio è uno shock vedere bambini storpi che chiedono l’elemosina, corvi che mangiano i cadaveri dei cani, le mucche, le galline, il traffico, lo sporco, la folla, il cibo cucinato per terra. Solo in seguito ti rendi conto che non c’è niente di pericoloso in quel disagio ma che la vita indiana si svolge per la strada. Solo allora inizi ad appassionarti ai dettagli che si stagliano in mezzo al caos: gli occhi neri intensi di donne bellissime , i colori sfavillanti: il verde mela, il fuchsia, il giallo, il rosso, l’arancio, e poi i canti che provengono dai templi, i fiori e i gioielli. L’India mi ha lasciato tanto, tante emozioni e suggestioni di cui cerco di far tesoro ogni giorno.
Ritratto by Chiara Rigoni
Trend nel design e nel fashion: la “velocità” è un leitmotiv comune?
Il mondo del design è molto più lento rispetto alla moda, vive di un gusto più autentico e canoni estetici più definiti. Ci sono tanti prodotti che una volta comprati durano per sempre.
Da sempre sei impegnata nel sostegno dei talenti. In che direzione sta andando questo tuo percorso?
In Italia abbiamo tanti giovani talentuosi, a cui non viene dato lo spazio che meriterebbero. Non esistono dei veri e propri direttori creativi, come nel mondo della moda, strapagati e in grado di decidere su tutto. Nel design i creativi disegnano prodotti molto diversi tra loro seguendo gli obiettivi delle diverse aziende per cui lavorano e guadagnando, nella maggior parte dei casi, royalties bassissime. E’ da questa carenza che nasce la mia idea di progetto per LVRHome: dare modo ai designer di firmare il proprio catalogo ed uscire con il proprio nome accanto ai brand più celebri come Flos, Kartell, Fornasetti, Vitra. Queste capsule collections sono frutto molto spesso di auto -produzioni o piccole produzioni in collaborazione con vari artigiani che sono loro stessi a trovare. Online si trovano già le collezioni di:
CTRLZAK
Lanzavecchia + Wai
Marcantonio Raimondi Malerba
Matteo Cibic
Maurizio Galante
Vito Nesta
Zanellato e Bortotto
Prossimamente si aggiungeranno anche: Marco Parmeggiani, Federico Pepe, Elena Salmistraro e Lorenza Bozzoli. Con tutti loro ho dei buonissimi rapporti, li stimo molto e in alcuni casi sono nate delle vere e proprie amicizie. Mi faccio “paladina” dei loro interessi e nel prossimo futuro vedo progetti ancora più grandi fatti in collaborazione con Gallerie e Fondazioni legate all’arte con installazioni a giro per il mondo.
Photo by Matteo Carassale
Il connubio tra arte e design è una costante che si traduce anche nella tua attività di curatrice. Che ci racconti al riguardo?
Il lavoro come curatrice non è troppo lontano da quello che faccio come Creative Director, quando mi chiamano per realizzare una campagna pubblicitaria o per una consulenza. Costruisco un mondo e poi lo descrivo. Quello che più mi appassiona è un concetto espresso in modo totalizzante. E’ la persecuzione di un’ideale estetico e/o culturale che si manifesta con un risultato unico, coerente in ogni dettaglio. A giugno curerò una mostra sulla defezione estetica, il tradimento della forma e la rivalutazione dei contenuti. Si intitolerà DIVINA SPROPORZIONE e tratterà diversi temi: la vecchiaia, la malattia, gli Dei , la mitologia in un parallelismo tra classico e contemporaneo.
Oggi festeggi il tuo 29mo compleanno ed io, oltre a farti un mondo di auguri, ti chiedo: qual è il tuo bilancio? C’ è qualcosa che vorresti aggiungere, variare, eliminare nella tua traiettoria esistenziale (o professionale, a scelta)?
Happy b.day to me! Sono felice di quanto raccolto e imparato fino a qui. C’è ancora tanto da fare e e questa inconscia consapevolezza mi crea molto entusiasmo e voglia di mettermi alla prova.
Photo courtesy of Valentina Guidi Ottobri
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