Frutta d’Autunno: 6 marmellate a tema

 

 

L’Autunno, come abbiamo visto pochi giorni fa, sancisce il trionfo della frutta, che rafforza il sistema immunitario e ci mantiene in forma apportando benefici eccezionali per l’organismo. L’uva, ad esempio, è una miniera di vitamine, polifenoli e tannini, dei potenti antiossidanti che contiene nella buccia. Le sue proprietà la accomunano a svariati frutti autunnali: i fichi, tanto per citarne uno, oltre ad essere ricchi di fibre e sali minerali abbondano di antocianine, i flavonoidi che determinano il loro tipico colore viola, mentre le mele e i melograni (entrambi preziosi scrigni di vitamina A, C e del gruppo B) vantano spiccate virtù antiage grazie ai flavonoidi che racchiudono in dosi massicce. Non parliamo poi degli agrumi, autentiche bombe di vitamina C che combinano la funzione antiossidante con quella protettiva del sistema immunitario. I modi per usufruire delle doti della frutta sono innumerevoli: al naturale, a tocchetti da abbinare allo yogurt, come ingrediente basilare del porridge, essiccata per assaporarne al meglio la dolcezza…Ma la marmellata, senza dubbio, è una delle sue declinazioni più golose. L’ Autunno si rivela il periodo ideale per la preparazione di conserve e confetture. E’ la stagione delle provviste, quella in cui ci equipaggiamo per affrontare i rigori invernali e ci dedichiamo agli alimenti che ci accompagneranno durante i mesi più gelidi dell’anno. La frutta autunnale si presta in modo eccellente a questo utilizzo: i suoi colori e il suo gusto particolare la rendono attrattiva fuori e “dentro”. Su quali marmellate puntare, quindi, in vista dell’ Equinozio imminente? Ecco qualche spunto.

 

 

Marmellata di mele cotogne

Il punto di forza di questa bizzarra tipologia di mela, bitorzoluta e dal colore giallo brillante, è la pectina, una fibra solubile che contribuisce a mantenere stabili i livelli di colesterolo e di glicemia. Contrasta quindi le malattie cardiovascolari e, in connubio con l’acido malico contenuto nel frutto, favorisce il processo digestivo e la motilità intestinale. Il sapore della mela cotogna è inconfondibile, vagamente acidulo eppure soave, invitante, abbinabile sia con pietanze dolci che salate (ad esempio i formaggi). La marmellata che si ottiene dal frutto viene utilizzata soprattutto per guarnire le crostate e preparare deliziose merende.

 

Marmellata di castagne

E’ il sapore dell’ Autunno per eccellenza, concentrato e racchiuso in un vasetto. Le castagne sono un frutto super salutare: abbondano di fibre, proteine e sali minerali. Va evidenziata la presenza del ferro e dell’acido folico, che le rendono un efficace antidoto contro l’anemia, oltre che del fosforo, molto importante per rafforzare la memoria e l’intero sistema nervoso. La marmellata di castagne è ottima per la prima colazione: spalmata su una fetta di pane insieme al burro risulta semplicemente squisita, ed arricchisce molteplici tipologie di dessert. Per intensificare il suo gusto, gli esperti di cucina consigliano di accompagnarla alla cannella o alla vaniglia.

 

 

Marmellata di zucca

Un altro frutto tipicamente autunnale ed oltremodo iconico, essendo l’emblema di Halloween per eccellenza. La zucca contiene minerali quali il ferro, il calcio, il fosforo, un’ampia gamma di vitamine e di antiossidanti. Risalta la presenza del betacarotene, un precursore della vitamina A essenziale per mantenere in salute la pelle e la vista. E’ ricca inoltre di magnesio, che riduce lo stress ed ha effetti benefici sulla muscolatura, mentre il triptofano – un amminoacido racchiuso nel frutto – incentiva la produzione di serotonina, altrimenti detto l'”ormone del buonumore”. La marmellata di zucca ha un gusto delicato ed è molto versatile: si accompagna indifferentemente con il dolce o con il salato. Golosissima se gustata su crostate e dolci vari, è l’ingrediente principale della torta di zucca americana, la Pumpkin Pie del Giorno del Ringraziamento.

 

Marmellata di uva fragola

Conosciuta anche come uva americana, l’uva fragola è una varietà singolarissima di uva: la buccia amarognola custodisce una polpa talmente dolce da ricordare il sapore della fragola. Le proprietà del frutto sono innumerevoli. L’uva fragola disseta, depura l’organismo ed è una bomba di energia. Ricca di vitamina A, C e del gruppo B, questa varietà d’uva abbonda di sali minerali come il magnesio, il manganese, il ferro, il fosforo, il calcio e il potassio. Massiccia è anche la presenza di flavonoidi e polifenoli, dei validissimi antiossidanti. La marmellata di uva fragola ha un sapore molto dolce: per evitare che lo sia in eccesso, è consigliabile aggiungere dello zucchero di canna anzichè il classico zucchero bianco durante la preparazione.

 

 

Marmellata di melograno

Il melograno è ricco di proprietà: contiene dosi massicce di antiossidanti rappresentati dai flavonoidi – ottimi per la salute dell’apparato cardiocircolatorio oltre che dotati di virtù antinfiammatorie e gastroprotettive – e dei tannini, che combattono i deleteri effetti dei radicali liberi. Abbonda poi di fibre e di minerali quali lo zinco, il rame, il manganese, il fosforo, il potassio; quest’ultimo svolge una potente azione drenante. Tra le vitamine contenute nel frutto risaltano la vitamina A, B, C, E e K. Questa prelibata marmellata non si trova facilmente in commercio. Per prepararla in casa, è essenziale imparare a sgranare bene il melograno; dopodichè, i chicchi ridotti a succo si fanno cuocere a fuoco lento insieme a dello zucchero di canna e a due mele tagliate a cubetti.

 

Marmellata di more

Raccogliere more nel bosco, per chi può, è un vero e proprio rito. La marmellata di more, in effetti, è rinomata per la sua bontà. Ma non solo: la mora è ricca di nutrienti e di proprietà salutari. Contiene acqua, fibre, zuccheri, proteine…Un ampio spettro di vitamine, in particolare la vitamina A, C, E, K, J, e molte vitamine del gruppo B. Tra i sali minerali presenti figurano lo zinco, il ferro, il calcio, il fosforo, il selenio, il rame e il magnesio. Non va poi tralasciato l’acido folico, che la mora racchiude in dosi massicce. Le virtù di questo frutto sono incalcolabili: è un ottimo antiossidante, depura, idrata, disseta, favorisce la digestione e la diuresi, contrasta il colesterolo “cattivo”, previene le patologie cardiovascolari e mantiene in salute il sistema nervoso. La marmellata di more è un prelibato igrediente dolciario ed è perfetta per preparare golosissime crostate. Se intendete fare incetta di more di rovo, però, prestate attenzione al loro colore: dev’essere un nero deciso e lucido. Questo indizio vi permette di individuare i frutti maturi al punto giusto.

 

 

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La colazione di oggi: le straordinarie proprietà del kefir, il “miglio del profeta”

 

Abbiamo esaminato molti latticini, recentemente, in questa rubrica. Ci siamo focalizzati sullo yogurt e sulle sue numerose varianti, su prodotti ad esso simili ma di fatto diversi, sul gelato e sui suoi gusti più salutari. Oggi ci concentreremo sul kefir, una portentosa bevanda a base di latte fermentato. Proviene dal Caucaso ed è richiestissima nell’ex Unione Sovietica, somiglia allo yogurt ma yogurt non è. Si prepara con il latte (in alternativa con l’acqua) e con i granuli di kefir, composti da un particolare mix di batteri e lieviti. Le sue radici si perdono nella notte dei tempi, tant’è che veniva chiamato il “miglio del profeta” (più avanti scopriremo il perchè); vanta virtù probiotiche straordinarie e apporta notevoli benefici all’ organismo, soprattutto all’ intestino e al sistema immunitario. Non è un caso che “kefir” derivi da “keyif”, in turco “delizia” e “sentirsi bene”. Descrivere il kefir è complesso. Per cominciare, va detto che possiede delle spiccate proprietà nutrizionali: abbonda di vitamine del gruppo B, A, C e K, carotenoidi, folati, tiamina e cobalamina; tra i sali minerali che contiene (ma solo il kefir di latte) troviamo il calcio, il fosforo, lo zinco e il magnesio; sono presenti, poi, amminoacidi essenziali come il triptofano, molto efficace per il benessere del sistema nervoso, e le proteine. Gli innumerevoli batteri buoni di cui è composto il kefir includono il Lactobacillus acidophilus e il Saccharomyceskefir, ottimi al fine di garantire il benessere della flora intestinale. I granuli di kefir, dalla tipica consistenza soffice, sono ricchi di kefiran, un polisaccaride formato da un connubio di batteri mesofili e lieviti probiotici uniti tra loro simbioticamente.

 

 

E’ proprio questa miscela a determinare la differenza principale con lo yogurt: i fermenti del kefir raggiungono l’intestino ancora vivi, e la presenza di lieviti favorisce una fermentazione di tipo alcolico – diversamente da quella dello yogurt che è solo lattica. I granuli di kefir, infatti, una volta posti in incubazione con il latte, originano un processo di fermentazione da cui scaturiscono acido lattico oltre che esigue dosi di alcol e anidride carbonica. Il risultato è una bevanda dalla consistenza cremosa, lievemente effervescente, dal gusto dolce e un po’ acido al tempo stesso. Come dicevamo a inizio articolo, il kefir può essere preparato sia a base di latte che di acqua (anche se quello a base di latte predomina). Tuttavia, la sua composizione varia a seconda di innumerevoli fattori: la tipologia del latte e dei granuli inclusi tra gli ingredienti, la durata del processo di fermentazione, la temperatura e la conservazione del prodotto. In linea di massima, potremmo definire il kefir come un composto di zuccheri, acqua, grassi e proteine. I granuli, costituiti da materiale gelatinoso, non hanno un aspetto uniforme; il colore che esibiscono spazia dal bianco all’ avorio, mentre il loro diametro può raggiungere i 3,5 cm.

 

 

Il kefir a base di latte si può preparare sia utilizzando il latte vaccino che bevande vegetali come i cosiddetti “latte di soia” e di riso; in questo caso è consigliabile a coloro che sono allergici alle proteine del latte. In generale, però, la quantità ridotta di lattosio contenuta nel kefir fa sì che risulti maggiormente digeribile del latte e che sia adatto anche a chi non tollera il lattosio. Ma quali sono, esattamente, i tanto decantati benefici del kefir?  I probiotici e i fermenti lattici di cui abbonda, innanzitutto, contribuiscono a regolarizzare la flora intestinale, contrastano il colesterolo e facilitano il processo digestivo. Il kefiran svolge un’azione protettiva nei confronti dell’ intestino, impedendo che proliferino i batteri, e risulta molto efficace contro l’ipertensione. Gli amminoacidi essenziali (in particolare la prolina, la lisina e il triptofano), oltre a fornire dosi massicce di proteine, stimolano la sintesi proteica e sono quindi l’ideale per chi pratica sport. Ma non solo: la prolina, che incrementa la formazione di collagene, è un potente anti age; la lisina mantiene in salute gli annessi cutanei; il triptofano, responsabile della sintesi della serotonina, garantisce il benessere del sistema nervoso e stabilizza l’umore. Queste proprietà apportano giovamento all’ intero organismo e potenziano, di conseguenza, il sistema immunitario. L’acido folico, presente nel kefir in quantità, è un rinvigorente doc, mentre l’azione congiunta delle vitamine e di sali minerali come il calcio previene l’invecchiamento e l’insorgenza dell’ osteoporosi. Il fosforo, oltre ad essere essenziale per il metabolismo, assicura il benessere delle ossa e del sistema nervoso. Il magnesio, dal canto suo, mantiene elastici i muscoli e ha proprietà rilassanti. Un impacco di kefir, grazie alle sue virtù antiossidanti, risulta altamente benefico per la salute della pelle. Se consumato a colazione, inoltre, il kefir permette di fare il pieno di energia. Abbinatelo ai cereali, alla frutta secca e alla frutta di stagione: l’effetto salutare salirà alle stelle.

 

 

La storia del kefir si intreccia con miti e testimonianze antichissime.  Racconta una leggenda che fu Maometto a donare i primi esemplari di granuli di kefir alle genti del Caucaso, per le loro virtù nutrienti. Da allora, i montanari lo appellarono “miglio del profeta”. Nella Genesi è presente un episodio che attesta l’utilizzo del latte fermentato: Abramo lo offre agli angeli che gli hanno appena annunciato che diventerà padre. Non si parla mai, tuttavia, esplicitamente di kefir. Marco Polo, nel “Milione”, scrive di essersi imbattuto in popoli caucasici che sono soliti bere “chemmisi”, una bevanda a base di latte fermentato di giumenta dal sapore vagamente alcolico. E’ stato accertato che il kefir, secoli orsono, venisse ottenuto dal latte vaccino o ovino posto in otri di cuoio; ogni giorno se ne sostituiva una metà con del latte fresco per farlo fermentare. Con il passar del tempo, il “miglio del profeta” fu utilizzato sempre più spesso per curare le patologie intestinali e la tubercolosi. La bevanda del Caucaso è conosciuta anche con un altro soprannome: “bevanda dei centenari”. Il biologo e immulogo russo Il’ja Il’ič Mečnikov, Premio Nobel per la Medicina nel 1908, la riteneva infatti responsabile dell’incredibile longevità dei caucasici.

 

 

 

La frutta dell’estate e le sue innumerevoli proprietà

 

E’ ricca di principi nutritivi salutari per l’ organismo: contiene vitamine, acqua, sali minerali, fibre, antiossidanti fondamentali. La frutta è una vera e propria miniera di benessere, specialmente in estate. Tra i suoi benefici risaltano l’azione diuretica, lassativa, antinfiammatoria, ma non solo: la frutta contrasta il colesterolo, il diabete, le patologie neurovegetative e cardiovascolari. E poi fa bene alla pelle, è dissetante e dona energia. I nutrizionisti consigliano di puntare sulla frutta di stagione e di consumarla circa tre volte al giorno, dopo i pasti principali e a colazione (oppure in occasione di uno spuntino). Per orientarci al meglio, ecco un excursus sui principali frutti estivi e sulle loro proprietà.

 

Le albicocche

Ottime per la pelle grazie a un mix di carotenoidi (che fungono da precursori della vitamina A) e di vitamina C, mantengono sana l’epidermide e agevolano l’abbronzatura. Abbondano di fibre e di minerali come il ferro, il magnesio, il calcio, il fosforo e il potassio, contrastano l’anemia donando energia in dosi massicce. In più, depurano l’intestino dalle scorie e svolgono un’azione rafforzante del sistema immunitario.

L’anguria

Chiamata anche “cocomero”, durante l’estate è gettonatissima perchè rinfresca, disseta – basti pensare che per il 90% è composta da acqua – e sazia come pochi altri frutti. Sostanze quali la citrullina e il licopene, che contiene in abbondanza, sono degli ottimi alleati, rispettivamente, contro l’ipertensione e i radicali liberi. L’ angura è ricca poi di vitamina A e C e di sali minerali come il potassio e il magnesio, fondamentali durante l’estate.

Le ciliegie

Dolcissime e succose, sono una miniera di vitamine e fibre. Gli antociani, degli antiossidanti che contengono in grande quantità, sono un toccasana per l’elasticità della pelle ma fungono anche da antinfiammatori e antidolorifici. Tra le loro proprietà spicca, inoltre, la presenza di uno zucchero a bassissimo indice glicemico come il levulosio.

I fichi

Sono ricchi di nutrienti e molto sazianti. Contengono parecchie calorie, ma per i benefici che apportano risultano irrinunciabili: forniscono energia e possono essere considerati un efficace ricostituente, combattono lo stress e l’astenia. Possiedono virtù antinfiammatorie (contrastando i malanni dell’apparato urinario e respiratorio) e sono un toccasana per il transito intestinale, il benessere della pelle, il sistema cardiovascolare.

Le fragole

Assicurano innumerevoli benefici: abbondano di acido folico, la vitamina B9, essenziale per la sintesi del DNA e molto usato dalle donne in stato interessante. I benefici dell’acido folico includono la prevenzione dell’anemia e delle patologie cardiovascolari. Tra le principali proprietà di questo frutto rientrano l’azione antiossidante e antinfiammatoria; le fragole contribuiscono a incrementare la serotonina, il cosiddetto ormone del buonumore, hanno quindi la capacità di influire positivamente sul nostro stato d’animo. Ricche di xilitolo, un alcol rintracciabile in molti vegetali, risultano benefiche anche per la salute dei denti.

Il melone

Una bomba di salute: contiene beta-carotene, un antiossidante che favorisce la produzione di melanina, oltre che abbondanti dosi di vitamina A, vitamina C, vitamina B (in particolare B6), vitamina K. Tra i sali minerali spiccano il potassio e il magnesio, che insieme ai folati e alla vitamina K mantiene in salute le ossa e i denti. La pelle riceve importanti benefici dall’azione congiunta degli antiossidanti e dall’acqua presente nel melone, un frutto povero di calorie che si rivela un toccasana per l’apparato cardiovascolare, la vista e la pressione arteriosa. La vitamina C dona forza e vigore al sistema immunitario.

Le nespole

Abbondano di acqua, sali minerali e fibre, svolgono un’azione drenante e incrementano la produzione dei costituenti del sangue (globuli bianchi, globuli rossi e piastrine). Contrastano le patologie cardiovascolari e sono molto benefiche per l’intestino: lo regolarizzano, riducono il gonfiore; l’acido formico contenuto nelle nespole regala un immediato senso di sazietà. Le loro proprietà antinfiammatorie le rendono efficaci per le malattie da raffreddamento.

Le pesche

Succosissime, sono uno dei frutti estivi per eccellenza. Abbondano di nutrienti: contengono vitamina A, vitamina B, vitamina C, vitamina K, vitamina E, fibre, minerali quali il rame, il potassio e il manganese. Nel frutto si rileva anche la presenza di proteine, zuccheri e polifenoli. La vitamina C fa sì che il ferro venga assorbito dall’ organismo in modo ottimale, i polifenoli svolgono un’ importante azione antiossidante. La pesca, inoltre, favorisce la digestione e possiede importanti virtù antistaminiche.

Le prugne

Conoscerle solo per le loro proprietà lassative è riduttivo: le prugne regolarizzano e purificano l’intero apparato gastrointestinale, abbassano il colesterolo LDL (detto colesterolo cattivo), contrastano l’osteoporosi e contribuiscono al benessere della pelle. Contengono discrete dosi di vitamine e di potassio, un minerale basilare per il periodo estivo.

Le susine

Ricche di vitamina A, acqua, fibre, difenilsatina (che favorisce la motilità dell’intestino), potassio e poco caloriche, le susine apportano svariati benefici all’ organismo: lo reidratano, reintegrano i sali minerali persi con la sudorazione, regalano energia. L’effetto lassativo che esercitano è stimolato dalle fibre e dalla presenza della difenilsatina, e sempre grazie alle fibre questo frutto mantiene sotto controllo il colesterolo e la glicemia. I polifenoli contenuti nella susina svolgono una potente azione antiossidante che contrasta i nocivi effetti dei radicali liberi.

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La colazione di oggi: 5 (+1) alimenti freschi e digeribili per proteggersi da Caronte

 

Il caldo ha raggiunto il suo apice: questa settimana, con Caronte, le temperature si eleveranno fino a raggiungere picchi di oltre 40 gradi. E non basta: in alcune zone d’Italia sfioreranno persino i 50! Il calore è da record, mercoledì il bollino rosso coinvolgerà ben 23 città. Mettere in atto un piano per proteggersi dall’anticiclone è d’obbligo, se vogliamo uscire indenni dalle sue fiammate infernali. Per iniziare al meglio la giornata, ad esempio, urge pensare a una colazione ideale. Che con le temperature roventi necessita di accorgimenti specifici: la regola numero uno, valida 365 giorni all’ anno ma ancor più ora, è che del breakfast non bisogna mai fare a meno. Rappresenta un pasto fondamentale, soprattutto quando il clima è torrido. Reidrata l’organismo dopo notti “sudatissime” a causa del caldo tropicale e fornisce l’energia necessaria per affrontare una nuova giornata. La colazione estiva, quindi, dovrebbe includere un buon numero di liquidi ed essere rigorosamente fresca e digeribile. Esistono alimenti che soddisfano entrambi i requisiti, e oltre a risultare golosi forniscono un’adeguata “schermatura” contro l’afa: ve li elenco qui di seguito, raccomandandovi di inserirli nel primo pasto della vostra giornata.

 

La frutta di stagione

 

 

Consumatela in abbondanza: è ricca di sali minerali, vitamine, antiossidanti, fibre e acqua, quindi si rivela ottima per idratare il corpo e reintrodurre i minerali persi con la sudorazione. Possiamo gustarla in svariate versioni, addentandola così com’è o sotto forma di frullato, spremuta, macedonia, bocconcini da inserire nello yogurt e nel latte e cereali…La frutta, in particolar modo d’estate, è un alimento rinfrescante e iper salutare.

 

I cereali integrali

 

 

Contengono una grande quantità di fibre e vitamine, per cui sono digeribilissimi e al tempo stesso nutrienti: saziano senza appesantire. Il loro consumo è benefico ad ampio spettro; regolarizzano i livelli di colesterolo e trigliceridi, proteggono dal diabete, dall’ipertensione e dalle malattie cardiovascolari. Le fibre che contengono in abbondanza, inoltre, sono portentose per l’apparato digerente.

 

Il latte

 

 

Il latte è super dissetante: è un concentrato di acqua, sali minerali, vitamine, proteine, zuccheri e calcio, che funge da potente antiacido e risulta un ottimo antidoto contro il reflusso gastroesofageo. Bevete il latte fresco e dolcificatelo con del miele, svolgerà un’azione antiossidante e antibatterica molto benefica per l’ apparato digerente. Accompagnatelo preferibilmente a dolci da forno come i biscotti e le brioches.

 

Lo yogurt

 

 

In estate è semplicemente perfetto: nutriente, rinfrescante, saziante, può essere gustato con pezzetti di frutta di stagione, frutta secca grattugiata, un po’ di miele oppure insieme ai cereali. E’ un ottimo nutriente, ricco di calcio benefico per le ossa e di vitamina B12, magnesio, acidi grassi insaturi (i cosiddetti “grassi buoni”). I suoi fermenti lattici assicurano i benessere dell’ intestino, e le proteine di cui è ricco accelerano il metabolismo. Può essere considerato, dunque, un alleato ideale delle diete dimagranti ed è assai digeribile.

 

Il frullato

 

 

Frullati, smoothie, frappè e centrifugati sono contraddistinti da notevoli differenze ma hanno un denominatore comune: sfruttano i benefici della frutta di stagione. Coloratissimi e dall’aspetto invitante, risultano un’autentica meraviglia per gli occhi. Il frullato, in particolare, si avvale di una mescolanza di frutta allungata con acqua, latte o yogurt.

 

E il caffè?

 

 

C’è chi consiglia di berlo all’americana, allungato con molta acqua, ma il caffè, in estate, si declina in molteplici versioni: per combattere il caldo, ad esempio, esistono la granita al caffè, la crema fredda al caffè (detta anche “caffè del nonno”), il frullato al caffè accompagnato dalla banana. Un’opzione molto salutare prevede invece di berlo mescolandolo al latte freddo, con l’ aggiunta di ghiaccio a proprio piacimento.

 

 

 

La colazione di oggi: il pistacchio, dalla Persia alle terre di Bronte

 

D’estate, lo assaporiamo principalmente sotto forma di gelato. Il suo inconfondibile colore è il verde, il gusto che lo caratterizza si abbina ottimamente sia con il dolce che con il salato. Non è un caso che il pistacchio sia il frutto più gettonato tra quelli appartenenti alla categoria della frutta secca. Oltretutto, è ricco di proprietà salutari: i benefici che apporta all’organismo sono innumerevoli, li approfondiremo più avanti. Intanto, scopriamo qualcosa in più sulla Pistacia Vera (questo il suo nome botanico), una pianta della famiglia delle Anacardiaceae che sin dalla Preistoria veniva coltivata in Persia. Oggi è ampiamente diffusa in tutto il Medio Oriente, negli Stati Uniti, in Cina, Afghanistan, Pakistan, India e in paesi mediterranei come l’Italia e la Grecia. Nel Bel Paese, la coltivazione del pistacchio si concentra soprattutto in Sicilia.

 

 

L’ albero del pistacchio misura, generalmente, dai 5 agli 11 metri; è un arbusto caducifoglie dalla fitta chioma. Il frutto, una “drupa”, sfoggia una forma ovale. Il guscio duro ospita un seme oleoso, di colore verde e avvolto in una buccia viola. I pistacchi possono essere gustati in innumerevoli modi: crudi, tostati, salati…si adoperano come condimento o come ingredienti-base per preparare torte, gelati e svariati dolci, ma anche salse, torroni, salumi e via dicendo. Questi semi oleosi sono particolarmente ricchi di calorie (560 per 100 g di prodotto) e di lipidi, ma tutto ciò (se li si consuma con moderazione) non intacca le loro proprietà salutari. I grassi che contengono (circa il 45% per ogni seme) sono  grassi “buoni”monoinsaturi (come l’acido oleico, un Omega-9 contenuto anche nell’ olio d’oliva) e polinsaturi essenziali (come l’acido linoleico, appartenente al gruppo degli Omega-6.) Li affiancano un buon numero di proteine (il 20% di ogni singolo seme), carboidrati (il 27%) e fibre, di cui abbondano. Il lattosio e il glutine sono del tutto assenti, rendendo il frutto l’ideale anche per i soggetti allergici. Il pistacchio è privo di colesterolo, un altro suo punto di forza, mentre contiene molteplici vitamine idrosolubili (B6, B1 e B3) e liposolubili (A, E e K, dalla spiccata funzione antiemorragica). Sono presenti anche svariati minerali, nello specifico il calcio, il magnesio, il ferro, il potassio, il rame, lo zinco, il selenio e il manganese.

 

 

L’acido oleico e linoleico sono efficacissimi per contrastare l’ipercolesterolemia; in connubio con le fibre, gli antiossidanti e determinati minerali, inoltre, svolgono un’azione benefica nei confronti della trigliceridemia, normalizzano i valori della pressione arteriosa e tengono sotto controllo il diabete mellito di tipo 2. Il magnesio è un minerale fondamentale per il metabolismo e scongiura le patologie cardiovascolari. La vitamina E, un potente antiossidante, combatte i dannosi effetti dei radicali liberi; associata ai caroteni e agli antiossidanti polifenoici, è un toccasana per la pelle e la mucosa. Le fibre, presenti nei pistacchi in grande quantità, abbassano la glicemia e riducono i livelli di trigliceridi nel sangue, ma non solo: favoriscono la sensazione di sazietà, eliminano le tossine dal lume intestinale, prevengono la stipsi, incrementano la flora batterica dell’ intestino. Le vitamine del gruppo B sono folati fondamentali per la formazione del sangue e la sintesi di DNA, riducono la stanchezza e sono particolarmente utili alle donne in gravidanza. Passando ai minerali, il fosforo incrementa la salute ormonale e il ferro è un componente chiave dell’ emoglobina. I fitosteroli, molto abbondanti nella frutta secca, contribuiscono a ridurre i livelli di colesterolo “cattivo”.

 

 

Sintetizzando le virtù dei pistacchi, vanno evidenziate: le proprietà antiossidanti e antinfiammatorie associate alla vitamina E e ai carotenoidi, l’azione protettiva per la vista svolta da carotenoidi quali la luteina e la zeaxantina, l’effetto saziante che compensa l’ abbondanza di calorie e contribuisce a mantenere sotto controllo il peso, la diminuizione dei livelli di colesterolo e della pressione sanguigna, i benefici per l’apparato cardiovascolare, la riduzione della glicemia. E poi, ancora, la regolarizzazione dell’ intestino e il suo benessere, garantiti dalle fibre, il buon funzionamento dei vasi sanguigni grazie alla presenza dell’ aminoacido L-arginina. I pistacchi, insomma, sono un’autentica miniera di salute.

 

 

Come gustare i pistacchi a colazione? Il gelato al pistacchio, lo ribadisco, in estate è una delizia, ma questo frutto può essere assaporato in molteplici modi. Ad esempio, inserendolo nella macedonia. Oppure aggiungendolo allo yogurt, utilizzandolo per guarnire la crostata o il semifreddo. Con la farina di pistacchio è possibile preparare torte e biscotti, la sua granella rende superlativo il tiramisù. In Sicilia, dove la produzione di pistacchi rappresenta una punta di diamante dell’economia locale (la varietà di Bronte ha addirittura ottenuto il marchio Dop, Denominazione di Origine Protetta), troverete il frutto verde ovunque: gelati, granite, cannoli…persino la tradizionale “brioche col tuppo” viene realizzata con glassa e granella di pistacchio. Altre idee? Assaggiate la delizia della crema, del plumcake, dei bignè al pistacchio. E per uscire dai confini italiani, provate il Kadayif: è un dolce turco ricoperto di golosissimi pistacchi tritati. Trovate la ricetta qui.

 

 

 

La colazione di oggi: 10 dolcificanti rigorosamente naturali

 

Oggi affrontiamo un tema importante: come dolcificare in modo sano la nostra prima colazione. Cominciamo col dire che, al momento di iniziare la giornata, la dolcificazione è un gesto fondamentale. Al di là delle calorie che contiene, infatti, il dolcificante apporta energia. E ciò significa che dona una sferzata salutare a tutto l’organismo. Ma quali sono i migliori dolcificanti, quelli davvero benefici e privi di “effetti collaterali”? Prendiamo ad esempio lo zucchero bianco. E’ senza dubbio il più utilizzato, eppure i nutrizionisti consigliano di evitarlo. Un consumo regolare di zucchero bianco può favorire l’ insorgere del diabete, dell’ ipertensione arteriosa, di livelli eccessivamente elevati di trigliceridi, e quindi comportare gravi rischi per l’apparato cardiocircolatorio e il sistema nervoso. Lo zucchero bianco, oltre ad abbassare le difese immunitarie, spiana la strada alla carie e soprattutto all’osteoporosi: basti pensare che, affinchè venga assimilato al meglio, sottrae dosi massicce di calcio al nostro organismo. In più, fermenta nell’ intestino incrementando il gas e alterando la flora batterica. Ma c’è dell’altro. Alcune ricerche hanno dimostrato che l’energia fornita dallo zucchero da tavola è di breve durata, dato lo stress ormonale che consegue all’aumento della glicemia: lo sforzo attuato dal pancreas per ovviare a tale stress produce un calo energetico che predispone al consumo di quantità di zucchero sempre maggiori. Un vero e proprio circolo vizioso, a cui si aggiunge lo svantaggio più notevole. Le vitamine e i sali minerali contenuti nello zucchero bianco, infatti, vengono fortemente ridotti durante il processo di raffinazione. Lungi da me, naturalmente, il voler bandire una crociata contro questo tipo di zucchero! Se però siete in cerca di alternative, vi si presentano due opzioni: la sostituzione dello zucchero bianco con quello integrale e l’ utilizzo di dolcificanti rigorosamente naturali. Non sottoposti, cioè, al processo di raffinazione. Andiamo subito a scoprire, dunque, quali sono i principali dolcificanti naturali.

Lo zucchero integrale di canna

Deriva dalla canna da zucchero, una pianta appartenente alla famiglia delle Poaceae. La Saccharum Officinarum, questo il suo nome botanico, è tipica delle zone tropicali: cresce soprattutto nell’America Centrale, in Sudamerica, nell’ isola di Mauritius e alle Barbados. Lo zucchero integrale di canna ha un colore marrognolo e un gusto molto intenso che somiglia a quello della liquirizia. Non è soggetto a raffinazione chimica, quindi ha un bassissimo indice glicemico, ed è altamente salutare. La sua percentuale di saccarosio è minima, mentre abbonda di nutrienti: minerali quali il calcio, il potassio, il fosforo, il magnesio, lo zinco, e vitamine del gruppo A, C e B.

Il miele

In questa rubrica vi ho parlato spessissimo delle proprietà del miele. E’ un’ autentica miniera di sali minerali e vitamine del gruppo B, rafforza il sistema immunitario ed ha proprietà antibatteriche e cicatrizzanti. Per le patologie gastriche e da raffreddamento si rivela un toccasana. Scegliete il tipo di miele che più vi si confà cliccando qui.

La noce di cocco

Vellutato e leggerissimo, il latte di cocco in polvere abbonda di elettroliti naturali. Ma per dolcificare, la noce di cocco si può utilizzare anche grattugiata – contiene una grande quantità di fibre e grassi monoinsaturi, i cosiddetti “grassi buoni”- o in versione burro di cocco, che ha il vantaggio di essere completamente privo di colesterolo.

Lo sciroppo d’acero

Estratto dalla linfa dell’ acero da zucchero, è uno dei dolcificanti naturali più utilizzati. Gli americani lo usano per rendere più golosi i pancake, ma oltre al gusto delizioso vanta delle ottime proprietà. Contiene saccarosio e sali minerali come il calcio, il ferro e il potassio, una discreta quantità di acido malico (noto per le sue virtù antitumorali) e di fenoli, degli eccellenti antiossidanti. Lo sciroppo d’acero svolge un’azione particolarmente benefica per l’apparato gastrointestinale: riduce il gonfiore, stimola la diuresi, combatte l’acidità gastrica e regolarizza l’intestino.

I datteri

Forse non li pensavate nel ruolo di dolcificanti. Invece…Si utilizzano sotto forma di zucchero e abbondano di proprietà: un bassissimo indice glicemico, tanto per dirne una. Sono ricchi di fibre (quindi favoriscono la digestione) e di minerali come il magnesio, il calcio e il fosforo, fungono da antidoto contro l’ ipercolesterolemia e possiedono delle efficaci virtù antiossidanti.

Lo sciroppo di agave

Era il dolcificante degli Aztechi: il suo utilizzo ha radici antichissime. Si tratta della linfa dell’ agave, una pianta succulenta della famiglia delle Asparagaceae il cui aspetto è simile al cactus. Lo sciroppo di agave è noto, innanzitutto, per l’ indice glicemico estremamente basso che lo rende l’ideale per i diabetici e per tutti coloro che vogliono mantenersi in forma. Contiene inulina (un valido antitumorale), fruttosio, sali minerali quali il ferro e il calcio che combattono, rispettivamente, l’anemia e l’osteoporosi. I bifido batteri di cui è ricco, inoltre, incrementano l’equilibrio della flora intestinale.

I mirtilli

I mirtilli possono essere degli ottimi dolcificanti. Possiedono innumerevoli proprietà benefiche: ricchi di sostanze antiossidanti, contrastano l’azione dei radicali liberi e prevengono la degenerazione cellulare. Ma non solo. I mirtilli sono portentosi per la vista, l’apparato urinario e la circolazione del sangue, ripristinano l’equilibrio intestinale e mantengono in salute il fegato.

La stevia

E’ una pianta angiosperma appartenente alla famiglia delle Asteraceae che cresce tra il Paraguay e il Brasile. Da essa si ricava un potente dolcificante naturale, privo di indice glicemico e di calorie: perfetto, quindi, per i diabetici e per chi vuole mantenere sotto controllo il proprio peso. Dopo il via libera dell’ Unione Europea, la stevia è vendutissima anche nel Vecchio Continente. Esistono oltre 200 varietà di stevia, ma la stevia rebaudiana rappresenta la specie che vanta proprietà prettamente dolcificanti. Ne esistono diverse versioni: è disponibile in foglie essiccate intere o in polvere, oppure ancora sotto forma di estratto in polvere; a queste tipologie si affiancano le zollette di stevia e un liquido contenente un concentrato del prodotto. Sembra incredibile, eppure la stevia è un dolcificante che ha il potere di contrastare il diabete, l’ ipoglicemia,  la tendenza al sovrappeso e l’ ipotensione arteriosa. A tali scopi, tuttavia, è consigliabile assumerla su indicazione del medico.

Le albicocche

Sapevate che le albicocche, opportunamente tritate, sono un dolcificante perfetto? Non apportano calorie in eccesso, mentre abbondano di fibre e betacarotene. La vitamina A di cui sono ricche, inoltre, è un potente antiossidante. Risultano eccellenti per chi segue una dieta dimagrante e per tenere l’ iperglicemia a debita distanza.

Il malto

Non solo birra: il malto è uno dei dolcificanti naturali più apprezzati. Si ottiene da cereali come l’orzo, il grano, il riso, il frumento e il mais, i chicchi dei quali vengono sottoposti a germinazione parziale, ed è ricco di proprietà benefiche. Contiene un gran numero di sali minerali, su tutti il fosforo e il magnesio, svolge un’azione benefica sull’ apparato digerente, ma il suo valore aggiunto è costituito dal maltolo: una ricerca scientifica ha decantato le spiccate virtù antitumorali di questa sostanza. Ogni tipo di malto, inoltre, possiede caratteristiche strettamente associate al cereale a cui appartiene. Il più comune è il malto d’orzo, un depurante naturale; seguono il malto di riso, ottimo per la salute dei bronchi, e il malto di mais, un toccasana per l’apparato urinario.

Foto della stelvia: Gabriela F. Ruellan, CC0, via Wikimedia Commons

 

La colazione di oggi: i pancake, le golose e salutari frittelle americane

 

Segni particolari: deliziosi e leggerissimi. Non è un caso che i pancake, un must della prima colazione negli Stati Uniti d’America, siano ormai diffusi a livello mondiale. Sono frittelle soffici simili alle crepes, ma le superano in spessore (5 mm circa). Sommamente eclettici, ricchi di carboidrati, proteine e sali minerali, i pancake rappresentano l’ideale sia per una colazione dolce che salata. Nel primo caso si farciscono con sciroppo d’acero o con miele, marmellata, crema al cioccolato, yogurt e frutta di stagione, nel secondo si consumano generalmente con le uova o con il bacon. Il “topping” è sempre molto elaborato e definisce i connotati del pancake. Al di là dell’ aspetto invitante, poi, i pancake sono altamente benefici: contengono un gran numero di nutrienti fondamentali per la nostra alimentazione.

 

 

La virtù principale della frittella americana? Fornire energia. Non stupisce che i pancake siano adorati dagli sportivi; inoltre, hanno il merito di saziare la fame senza appesantire lo stomaco, poichè sono leggeri e ricchi di proteine. Andiamo subito a scoprire tutte le loro proprietà. Gli ingredienti basilari per prepararli sono il latte e la farina d’avena; seguono lo zucchero, un uovo, l’olio di semi e il lievito per dolci. La farina d’avena, che abbonda di fibre, è un toccasana per la digestione e tiene a bada i livelli di colesterolo nel sangue grazie alla leticina. Questo tipo di farina contiene proteine in quantità, aminoacidi, importanti minerali quali il potassio, il fosforo, il ferro, il calcio, e un buon numero di vitamine (in particolare quelle del gruppo B). Il latte che i nutrizionisti consigliano di utilizzare è il latte vaccino, meglio se parzialmente scremato, ma sono perfette anche bevande vegetali come quella di cocco, soia e avena. L’olio di semi incluso nella ricetta, invece, è preferibile che sia  di mais. I pancake possono essere preparati sostituendo allo zucchero un pizzico di sale: una buona notizia per i diabetici e per chi soffre di iperglicemia.

 

 

Con le guarnizioni ci si può sbizzarrire a piacimento. Prenderò come riferimento la tipica colazione italiana, tutto fuorchè salata, per suggerirvi qualche alimento da destinare al topping: lo sciroppo d’acero (gettonatissimo in America) è un dolcificante naturale estremamente salutare. Contiene meno calorie dello zucchero e dosi massicce di ferro, calcio e vitamina B1. In più, svolge un’azione depurante ed è un ottimo tonificante per l’umore. Alternative allo sciroppo d’acero possono essere rappresentate dal miele, dalla marmellata (clicca sui link per rintracciare i rispettivi benefici), dalla crema al cioccolato fondente, un potente antiossidante e antidepressivo naturale, e dallo yogurt, meglio se bianco o greco per ottimizzare l’ apporto di calcio e proteine. Altri alimenti ricorrenti nelle farciture sono la frutta di stagione (potreste provare le fragole, new entry di Aprile), un’autentica miniera di fibre, minerali, zuccheri “buoni” e vitamine, e frutta secca come le noci, le mandorle e le nocciole, ricche di minerali e grassi insaturi, i cosiddetti “grassi buoni” (abbassano il livello di colesterolo nel sangue). Mi fermo qui. Adesso tocca a voi: non vi resta che organizzare una prima colazione a base di sani e golosissimi pancakes!

 

 

 

La colazione di oggi: il burro, tra pregiudizi e benefici

 

Il burro fa bene o male? Riflettori puntati su un alimento base della prima colazione. Cominciamo con il dire che il burro è un prodotto totalmente genuino, così come lo è la sua preparazione. Si ottiene separando la parte grassa da quella acquosa della crema del latte; questa operazione viene effettuata tramite un processo che non si discosta affatto dal metodo artigianale di un tempo. La lavorazione non comporta l’utilizzo di additivi chimici, nè tantomeno implica elaborate procedure di raffinazione. Il burro è composto dal grasso del latte così com’è, senza alcuna alterazione. Considerando che a 100 grammi di burro corrispondono 758 calorie, è consigliabile farne un uso moderato (non più di 10 grammi al giorno). I grassi contenuti nel burro, inoltre, ammontano all’83% del prodotto. Ma consumati senza eccedere, svolgono una funzione nutritiva essenziale: forniscono energia, mantengono sani i tessuti del corpo, apportano dosi elevate di vitamina A, E e D e preservano la funzionalità degli ormoni fondamentali per l’organismo.

 

 

Un altro punto di forza dei grassi contenuti nel burro è l’essere acidi grassi a corta catena, ovvero includono carbonio pari a meno di 6 atomi. Ciò significa che l’organismo riesce a bruciarli istantaneamente impedendo che sedimentino e si tramutino in grasso corporeo. Tutto sommato, potremmo spezzare una lancia anche a favore delle calorie: basta considerare che un etto di burro ne ingloba 150 in meno rispetto alla stessa quantità di olio d’oliva. L’ umidità inclusa nel burro, infatti, contribuisce a diminuire il suo livello calorico. L’olio, al contrario, è completamente composto di acidi grassi. A proposito di acidi grassi, quelli a corta catena riescono ad essere rapidamente elaborati dai succhi gastrici: ne consegue che il burro è un alimento ad alto tasso di digeribilità. Attualmente, poi, l’ ottimizzazione dei metodi di allevamento fa sì che ai grassi saturi del burro si affianchi una buona percentuale di grassi monoinsaturi e polinsaturi, imprescindibili per la salute del nostro organismo.

 

 

Tra i minerali e le vitamine di cui il burro è ricco troviamo il calcio, il fosforo, il sodio, il potassio, la vitamina E, la vitamina D e la vitamina A: quest’ ultima, presente in dosi notevoli, svolge una potente azione antiossidante e contrasta la formazione dei radicali liberi. E’ un autentico toccasana, inoltre, per mantenere sani gli occhi, la pelle e le mucose. La vitamina A riveste una cruciale importanza anche per la salute della tiroide e delle ghiandole surrenali, entrambe direttamente associate al benessere del cuore. E qui sfatiamo un altro mito: mangiare burro espone al rischio di contrarre patologie cardiovascolari. In realtà, le ricerche scientifiche hanno dimostrato che un consumo regolare di latticini scongiura questo pericolo. Non dimentichiamo poi che la lecitina, una sostanza ampiamente contenuta nel burro, è in grado di regolarizzare l’assorbimento del colesterolo e di un buon numero di grassi. La vitamina D, invece, contribuisce a “fissare” il calcio nella struttura delle ossa e dei denti.

 

 

Parlando di colesterolo, è essenziale chiarire un altro pregiudizio che riguarda il burro. La convinzione che contenga, cioè, colesterolo in dosi massicce e quindi nuoccia alla nostra salute. Si tratta di una credenza errata, poichè ne include 250 grammi per ogni 100 grammi di alimento. Considerando che 250 grammi di colesterolo rappresentano la quantità massima che è possibile consumare quotidianamente, è altamente improbabile ingerire ben 100 grammi di burro in un solo giorno! Perciò il problema (a meno che non ci si professi dei burro-dipendenti) non sussiste.  Limitarsi ai 10 grammi giornalieri di cui vi parlavo a inizio articolo, invece, permette di godere esclusivamente degli effetti benefici del colesterolo: è un buon antiossidante, un toccasana per le arterie e una componente fondamentale di svariate parti dell’ organismo.

 

 

Concludendo, il burro non è un alimento a rischio come spesso viene descritto. Anzi: rispondendo al quesito che apre questo post, potremmo affermare senza mezzi termini che il burro fa bene. Ha un gusto goloso, una consistenza invitante ed è un ingrediente basilare dei prodotti di pasticceria, dove la sua presenza vanifica l’aggiunta di diversi additivi. Nelle ricette dolciarie, il burro è il must. Pensate solo alla preparazione della pasta frolla, o di certi deliziosi biscotti. E la mattina, a colazione, chi potrebbe fare a meno della classica fetta di pane spalmata di burro e marmellata o di burro e miele? Io no…non so voi.

 

 

 

La colazione di oggi: il pane, l’ Alimento che sfama l’ uomo dalla notte dei tempi

 

Pane burro e marmellata, pane e miele, pane e Nutella…quante colazioni facciamo e abbiamo fatto, utilizzando il pane? E’ praticamente impossibile non dedicargli un approfondimento. Anche perchè il pane è l’Alimento (con la A maiuscola) per eccellenza, rappresenta il più importante elemento nutritivo e sfama l’uomo sin da tempi immemorabili. Pensate solo ai proverbi che lo riguardano: “Guadagnarsi il pane”, “Levarsi il pane di bocca”, “Buono come il pane” “Non si vive di solo pane”…dire “pane” e dire “nutrimento” è un tutt’uno. Il pane si prepara piuttosto facilmente. Lo si ottiene dalla fermentazione, e dalla successiva lievitazione, di un impasto a base di farina (che può essere di grano tenero, grano duro o cereali vari), lievito, acqua e sale che viene poi cotto in forno. Ogni ingrediente che lo compone abbonda di proprietà nutritive; i carboidrati complessi e le fibre sono i principali. Quando vengono ingeriti, i carboidrati complessi (dei macronutrienti rappresentati dall’amido dei cereali), si tramutano in glucosio: una fonte energetica fondamentale che stimola il metabolismo, l’attività motoria e cerebrale. Il pane è un alimento in grado di farci sentire immediatamente sazi e di allontanare lo stimolo della fame. Il senso di sazietà deriva dal fatto che l’amido contenuto nel pane appartiene ai cosiddetti “carboidrati lenti”, i carboidrati, cioè, che rilasciano un’energia costante e prolungata; non stupisce che gli sportivi consumino pane in abbondanza in vista del training o delle gare. Nel pane, inoltre, i grassi sono presenti in una percentuale bassissima, l’1 %. Si tratta di acidi grassi insaturi che hanno il potere di scongiurare l’insorgere del colesterolo e delle patologie cardiovascolari. Le fibre contenute nell’alimento facilitano il transito intestinale; a tal scopo è da preferire il pane integrale, dove raggiungono una percentuale pari all’ l’1,5% a differenza dello 0.3% del pane bianco. Il pane è anche ricco di vitamine, soprattutto del gruppo B, e di minerali come il fosforo, il ferro e il magnesio, che svolgono un’ efficace azione antiossidante contrastando l’ invecchiamento cellulare.

 

 

Le proteine contenute nel pane sono di tipo vegetale, perciò pressochè prive di grassi, e fungono da ottimi tonificanti per il tessuto dei muscoli. Un’ ulteriore proprietà di questo straordinario alimento è che risulta altamente digeribile, una virtù che abbina all’ eclettismo: il pane si può gustare sia insieme a cibi dolci che salati. Possiamo accompagnarlo, quindi, a un companatico vasto ed eterogeneo. Essendo una miniera di carboidrati complessi, è particolarmente indicato per la prima colazione. Spalmate un po’ di miele o della marmellata su una fetta di pane: il vostro pasto sarà gustoso e ricco di benefici.

 

 

Ma qual è la storia di questo alimento secolare? Le sue radici affondano in tempi molto antichi. Il primo esemplare di pane risale al 12.000 a.C. .E’ stato rinvenuto in Giordania, dove si preparava seguendo un procedimento ben preciso: un mix di cereali veniva macinato tra due pietre e miscelato all’acqua. L’impasto ottenuto, poi, si lasciava cuocere su una lastra di pietra infuocata. Furono gli Egizi a ottimizzare, nel 3000 a.C. circa, il processo di lievitazione. Per ottenere un pane più morbido, l’ impasto si manteneva all’aria aperta per un giorno; soltanto dopo si passava alla cottura. In Egitto questo alimento veniva osannato per il suo potere nutriente, ma rappresentava anche un emblema di ricchezza. Gli Ebrei sono soliti consumare il pane azzimo, cioè non lievitato, per celebrare la ricorrenza del loro esodo dall’ Egitto. Il suddetto tipo di pane, chiamato “Matzah”, possiede un’ alta valenza simbolica: la non-lievitazione rimanda all’ urgenza di mettersi in viaggio e alla necessità di portare con sè un alimento a lunga conservazione. La panificazione, una vera e propria forma d’arte, venne perfezionata nella Grecia Antica. I Greci idearono oltre 70 varietà di pane, arricchendolo con latte, olio, miele, formaggio ed erbe aromatiche per esaltarne l’aroma. Sempre nella Grecia Antica ebbe inizio l’usanza di preparare il pane a notte fonda, più o meno come avviene oggi.

 

 

Gli Antichi Greci hanno fatto scuola. Anche in epoca odierna esiste un gran numero di “pani speciali”: per prepararli si usano, generalmente, diversi tipi di farina. Qualche esempio? La farina di mais, di segale, di avena, di orzo, di riso e così via. Possono essere aggiunti grassi quali il burro, lo strutto e l’olio d’oliva, ed ingredienti molteplici: i più comuni sono il latte, il malto, il mosto d’uva, i fichi secchi, l’uva passa, le noci, le olive, lo zucchero, il saccarosio, l’anice e spezie come il sesamo e il cumino.

 

 

Il pane ha ispirato i proverbi più curiosi e disparati sin dalla notte dei tempi. Concludo questo articolo con una selezione di detti seri e semi-seri, ma anche ironici e divertenti. “Non è pane per i miei denti” (non mi si confà), “Buono come il pane”, “Non si vive di solo pane” (ma anche di spirito), “Rendere pan per focaccia” (chi la fa, l’aspetti), “Mangiare pane a tradimento” (senza guadagnarselo), “Dire pane al pane e vino al vino” (parlare con schiettezza), “Chi ha i denti non ha il pane e chi ha il pane non ha i denti” (la discrepanza tra chi ha aspirazioni e potenzialità, ma non gli strumenti per realizzarle, e la situazione opposta), “Misurare il pane” (essere eccessivamente tirchi). Può esistere, secondo voi, un alimento più completo?

 

 

 

 

La colazione di oggi: la melagrana, un frutto magico e portafortuna

 

La melagrana (e non il melograno, che è il nome della pianta) è un tipico frutto autunnale; matura a Ottobre ed ha un aspetto molto particolare. Il suo nome, composto dai termini latini “melum” (ovvero “mela”) e “granatum” (“con semi”), è indicativo: a vedersi sembra una mela, alla quale lo accomunano la forma sferica e il rosso intenso della buccia, ma in realtà è una bacca – chiamata Balausta – dalla texture dura e massiccia. Sul lato opposto a quello del picciolo presenta una protuberanza circolare molto solida che altri non è che una rimanenza del suo calice floreale. All’ interno, la melagrana è suddivisa in sezioni che straripano di semi (gli arilli); la membrana che separa gli scomparti porta il nome di cica. Il melograno, l’albero dal quale la melagrana matura, in botanica è denominato Punica Granatum, appartiene alla famiglia delle Punicaceae e al genere Punica. La pianta è originaria della Persia e attualmente viene coltivata in Iran, nell’ India settentrionale, nel Caucaso e nel Mediterraneo. Per le sue proprietà e per i benefici che apportano, la melagrana è considerata un frutto miracoloso, addirittura magico: possiede potenti virtù antiossidanti e c’è chi la ritiene efficacissima persino contro il cancro.

 

 

Ma quali sono i componenti che la rendono così salutare? Innanzitutto le vitamine, in particolare la vitamina e pro-vitamina A e la vitamina C: quest’ ultima svolge un’azione rafforzante sul sistema immunitario e protegge le cellule dai nefasti effetti dello stress ossidativo; impedendo la sintesi delle sostanze cancerogene, poi, pare che contrasti l’ insorgere dei tumori, soprattutto di quello allo stomaco. Gli arilli abbondano di acqua, zuccheri, fibre, proteine, lipidi e grassi insaturi, che riducono i livelli di colesterolo LDL (il cosiddetto “colesterolo cattivo”) a favore del colesterolo HDL (il “colesterolo buono”). La melagrana è inoltre ricca di minerali come il potassio, il sodio, il fosforo, il ferro e il magnesio. Le calorie sono piuttosto contenute, tra le 52 e le 60 per ogni 100 grammi. Di conseguenza, se non soffrite di patologie come il diabete o l’obesità, gustare il frutto non ha controindicazioni di sorta. La presenza di fibre lo rende ottimo contro la stipsi, il potassio modula la pressione sanguigna, l’acqua combatte la disidratazione e reintegra i liquidi persi, ad esempio, con un’ intensa attività sportiva.  Altri benefici della melagrana possono essere riassunti in questo elenco: ha proprietà antidiarroiche, vermifughe, gastroprotettive, diuretiche, antitrombotiche e vasoprotettrici grazie a  una massiccia presenza di flavonoidi. La spremuta e il liquore di melagrana sono bevande ideali per usufruire al meglio delle sue doti salutari, ma esistono pietanze a miriadi che prevedono l’ utilizzo del frutto.

 

 

Con la Balausta, tra l’altro, si prepara una deliziosa marmellata: è decisamente perfetta per la prima colazione. La melagrana può essere mangiata al naturale oppure usata per guarnire i dolci, le torte, le crostate e la macedonia. Innumerevoli sono anche le ricette destinate ai pasti principali (il risotto, l’insalata e l’anatra alla melagrana, tanto per citarne qualcuna), ma in linea con il tema di questa rubrica daremo spazio agli alimenti del mattino. Appena alzati potete arricchire di arilli lo yogurt, le meringhe, la panna cotta, il budino, il semifreddo, il pancake, i cupcakes… Versate del succo di melagrana nel sorbetto per renderlo ancora più dolce, oppure assaporate le golose gelatine e confetture ottenute con l’ eclettico frutto. Spalmatele sul pane, utilizzatele per farcire le crostate: la bontà è assicurata.

 

 

Sapevate che la melagrana è un frutto portafortuna? Svariate culture la associano all’ abbondanza, al benessere, alla ricchezza, sin dalla notte dei tempi. Ciò è in gran parte dovuto ai suoi numerosissimi chicchi, gli arilli, incredibilmente succosi. E rossi come il sangue, che simbolizza il vigore e l’energia. Il melograno, inoltre, cresce e matura con ogni tipo di clima senza disdegnare i terreni brulli: non necessita di una quantità d’acqua particolare e resiste alle intemperie stoicamente. Queste caratteristiche lo hanno reso quasi magico presso gli antichi popoli asiatici. Nella Bibbia, il melograno viene citato spesso. Rappresenta un emblema di fertilità, è un dono di Dio molto importante; persino artisti del calibro del Botticelli e di Leonardo Da Vinci lo inserirono frequentemente nelle loro opere. L’ ebraismo sostiene che i semi della melagrana e i comandamenti della Torah siano entrambi 613. In Turchia è usanza che le spose lancino a terra una melagrana di fronte alla casa coniugale: se i semi fuoriusciti sono parecchi, sarà di buon auspicio per le finanze della famiglia e per la futura prole. Sempre in Oriente, il frutto – grazie alla gran quantità di semi racchiusi nella membrana interna – è un emblema di fratellanza e solidarietà tra i popoli. Tornando in Occidente, notiamo che la valenza beneaugurale della melagrana si è imposta anche in Italia. Qui si è soliti gustarla a Capodanno perchè, al pari delle lenticchie, i suoi arilli simboleggiano il denaro e attirano la ricchezza. Regalare questo frutto, di conseguenza, è un gesto dalla potente valenza propiziatoria.