Caronte

 

E’ arrivato Caronte, l’anticiclone africano più bollente dell’estate, e le temperature sono già da bollino rosso. L’ondata di calore ha cominciato a invadere l’Europa proprio ieri; partendo dai paesi sud-orientali, avanzerà fino a coinvolgere buona parte del Vecchio Continente. In Italia, quest’area di alta pressione di origine sub-tropicale sta spadroneggiando da Nord a Sud: predomina un caldo intenso che oltrepassa di gran lunga le medie stagionali. L’umidità eccezionale che lo accompagna potenzia la percezione del calore ulteriormente: l’afa regna sovrana, apportando effetti alquanto nocivi per l’organismo. Le previsioni meteo, inoltre, non lasciano ben sperare. Pare che dovremo sopportare Caronte almeno fino alla fine del mese, con temperature che raggiungeranno picchi di oltre 40 gradi su molte zone d’Italia. Le regioni maggiormente interessate da questa massa d’aria rovente saranno le isole: in Sicilia si sfioreranno i 42-43°C, in Sardegna i 41°C. A dire dei metereologi, comunque, la situazione non varierà troppo nelle rimanenti regioni; sia al Centro, che al Nord e al Sud i valori medi oscilleranno tra i 36 e i 40°C. E potremo difficilmente contare su un po’ di refrigerio notturno, dato che Caronte è anche sinonimo di notti tropicali. Ma dov’è che l’afa colpirà di più? Certamente, nelle aree urbane a causa del fenomeno detto “isola di calore”: la minore presenza degli alberi (secondo uno studio, le piante riducono il calore di circa cinque gradi), gli edifici, l’inquinamento atmosferico, la CO2 generata dalle attività umane e la conformazione stessa della città contribuiscono a trattenere la cappa di caldo. In campagna, dove tutti quei fattori non sussistono, il disagio dovuto al calore si avverte meno intensamente. Dato che l’escalation delle temperature non concederà tregua, cerchiamo di proteggerci dal caldo estremo e dalle sue conseguenze. Ne parleremo nei post  dei prossimi giorni, dal momento che Caronte, oltre che ad essere un anticiclone sub-tropicale, sarà il tema della settimana.

 

Giorni della Merla: i giorni più freddi dell’anno e la tradizione culinaria marchigiana

 

A causa dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale, è improbabile che i giorni della Merla continuino ad essere i “più freddi dell’anno”. Le tradizioni, però, rimangono e ci piace immaginarli tali. Nel folklore italiano si identificano con gli ultimi tre giorni di Gennaio, ovvero il 29, il 30 e il 31: date associate sin da tempi remotissimi a leggende che vedono come protagonisti una merla, o dei merli, dal piumaggio immacolato e la collera del primo mese dell’anno. VALIUM ne ha parlato molte volte (potete rileggere qui  l’ultimo post), ma voglio ricordare la leggenda più celebre a grandi linee. Si narra che Gennaio si divertisse a far dispetti ad una merla dalle candide piume ogni volta che usciva dal suo nido. Non appena la merla metteva piede fuori casa, il perfido mese scatenava vento, piogge scroscianti e bufere di neve. Un giorno, allora, la merla ebbe un’idea: era la fine di Dicembre quando decise che avrebbe fatto provviste di cibo e non sarebbe uscita per tutto Gennaio. All’epoca, il primo mese dell’anno durava solo 28 giorni. Il 29, la merla emerse trionfante dal suo nido e lo canzonò perchè era riuscita a beffarlo; così Gennaio, furibondo, chiese in prestito tre giorni a Febbraio e le scagliò addosso terribili tempeste e tramontane. Dal 29 fino al 31 Gennaio, dunque, la merla fu costretta a ripararsi in un comignolo. Riuscì a scampare a quel periodo di burrasca, ma quando uscì dal suo rifugio le piume nivee che ostentava erano diventate nere di fuliggine, e così rimasero per sempre. Questa leggenda è nota un po’ in tutta Italia, tuttavia pare che le sue origini affondino nel Friuli, in Trentino e in zone come il cremonese, il folrivese, in Maremma e nel Cesenate. Alle tante usanze dei giorni della Merla, legate indissolubilmente alla cultura agreste, si aggiungono piatti tradizionali che variano da regione a regione.

 

 

Nelle Marche, dove vivo, si rimane fedeli a un proverbio che recita: “Se li gljorni de la merla voli passà, pane, pulenta, porcu e focu a volontà!” (se vuoi passare bene i giorni della Merla, pane, polenta, maiale e fuoco del camino a volontà). Ciò significa che la polenta predomina, accompagnata rigorosamente da fette di ciauscolo (un salame tipico della zona) e da un buon calice di Rosso Conero o Piceno. Il focolare, va da sè, è il must imprescindibile che dona calore e suggestività ai giorni più freddi dell’anno, e c’è proprio da sperare che lo siano: secondo il sapere popolare, infatti, dei giorni della Merla tiepidi e assolati preannunciano una Primavera che tarderà ad arrivare; se sono gelidi, al contrario, la Primavera sarà mite e rigogliosa.